di Ivana Crocifisso – Non era necessario vincere un derby per onorare una stagione così ma certamente la soddisfazione di aver messo alle corde una Juventus che ha speso, e parecchio, tra la scorsa sessione e soprattutto quella invernale, non potrà che far bene alla Primavera del Toro. La stracittadina, si sa, è gara assai particolare dove spesso la differenza di valori si annulla: ancor di più questo accade nel Settore giovanile, dove voglia, carattere e organizzazione possono contrastare lo strapotere economico. E così accade quanto visto stamattina: un derby poco equilibrato che ha visto il Toro battere con merito la Juventus e confermare quel secondo posto, alle spalle di una imprendibile Fiorentina, che vale l’accesso alle finali scudetto. Impensabile, alla vigilia, che il campo potesse dire che la differenza tra questo Toro e la Juve è così netta: difficile ricordare parate di Zaccagno, mentre Audero ancora una volta – come all’andata – si è esaltato al cospetto dei granata. 
“Ho detto ai ragazzi di sentirsi più forti della Juventus; all’intervallo, dopo tutte le occasioni fallite, ho chiesto se lo avessero finalmente capito in modo che potessero smettere di sprecare tanto”. Le parole di Longo a fine gara segnano quasi una linea di confine. Se il Toro ha cercato e voluto far suo questo derby, la Juve si è presentata al Don Mosso in un buon momento di forma rinunciando però a molti dei giocatori che nelle ultime settimane avevano fatto la differenza. I gioiellini arrivati a gennaio, da Favilli a Cassata, da Lirola a Filipovic, non hanno brillato. E se Grosso ha sottolineato come la giovane età della sua squadra possa avere in qualche modo pesato nell’economia dell’incontro, Longo non ha dimenticato di rimarcare i diversi investimenti (e si parla di milioni di euro) fatti dalle due società. Diverse strategie ma stessi obiettivi: sfornare giocatori per la Prima squadra e far crescere i propri talenti. Sbagliato puntare al risultato a tutti i costi, sbagliato anche far passare il messaggio che voler fortemente vincere un derby possa in qualche modo distogliere da quegli obiettivi. 

Tre partite al termine della regular season, un punto di vantaggio sulla terza in classifica, lo Spezia. Il Toro, per il secondo anno consecutivo, potrebbe centrare la qualificazione diretta alla final-eight (e sarebbe la quarta partecipazione in quattro anni) nonostante un ricambio come quello operato la scorsa estate rendesse scettico anche anche il più ottimista.


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