di Emanuele Pastorella – Da una parte, Albenga, Rapallo Ruentes, Entella Bacezza, Centese e Giarre; dall’altra, Stia, Faellese, Cavriglia, Tegoleto e Sansovino. I nomi di queste squadre, ai più, saranno perfettamente sconosciuti, ma a Ventura e Sarri rimarranno sempre nel cuore. Sono, infatti, i club di provincia in cui hanno cominciato la loro professione di allenatore: società che li hanno visti nascere, crescere e infine consacrarsi nel calcio che conta. La gavetta è molto importante, soprattutto per un tecnico, visto che alle prime esperienze si rischia brutte figure, e negli ultimi anni ci sono tantissimi esempi, basti pensare in questo campionato cos’hanno combinato Inzaghi e Zola. 

E’ vero che erano altri tempi, ma Ventura e Sarri hanno iniziato la loro carriera dal basso, il granata dall’Interregionale, il toscano addirittura dalla Seconda Categoria. Due storie molto simili, le loro, anche e soprattutto per i momenti in cui sono arrivati gli esordi in serie A: il ligure ci è arrivato nel 1998, alla guida del Cagliari, quando aveva già spento 50 candeline tonde tonde; Sarri, invece, addirittura più tardi, esattamente nel 2014, a cinquantacinque anni. Proprio con l’Empoli, quella squadra presa tre stagioni fa, e tra alti e bassi, andando anche molto vicino all’esonero, riesce a riportare gli azzurri nella massima serie. E’ con il club toscano, ovviamente, che Sarri ha avuto le soddisfazioni più grandi da quando allena, e nella prossima estate si troverà di fronte: continuare o provare il grande salto? Il Milan ha già messo gli occhi su di lui, ma il tecnico è concentrato soltanto a terminare al massimo questo campionato. Dai più esaltato come l’allenatore rivelazione di quest’anno, il suo Empoli gioca un gran calcio, ha una linea difensiva che è difficile da superare e ha fatto esplodere un giocatore come Valdifiori, “spedito” fino alla Nazionale di Conte. La salvezza, complice anche il cammino disastroso delle ultime tre in classifica, è arrivata da tempo, e quello che verrà nelle prossime cinque giornate è tanto di guadagnato.

E se Sarri sta avendo, ora, le soddisfazioni più grandi, si può dire lo stesso di Ventura. Certo, il Pisa ai play-off di serie B e il Bari da 50 punti in A sono imprese non da poco, ma l’Europa è il punto più alto del tecnico. Quattro anni al Toro, quattro anni di crescita: dalla B, alla A, all’Europa, il ciclo quadriennale si è chiuso proprio domenica scorsa, quando è riuscito nell’impresa di conquistare un derby vent’anni dopo l’ultima gioia. Ora è pronto ad aprirne un altro, ma Cairo deve “alzare l’asticella”. Ventura, infatti, ha ancora una grande voglia di vivere serate europee come quelle di Bilbao e contro lo Zenit, perchè il fascino dell’Europa è molto particolare. Ha quindici punti a disposizione per riconquistarla: tantissimi, soprattutto guardando la classifica. Una fetta molto grande passa da Marassi, Genova, quando lunedì prossimo il Toro sarà atteso per un vero e proprio spareggio dal Grifone. Prima, però, c’è da battere l’ostacoli Empoli: e Sarri, già all’andata, ha dimostrato di saper ingarbugliare i granata. 


Toro, è emergenza attacco

Toro, quale coppia di terzini per l’Empoli?