Torna il consueto appuntamento con Il Borsino di Carlo Quaranta. Ecco chi sale e chi scende dopo l’ultima partita: Lecce-Torino 4-0

Pensavamo che non potesse esserci niente di peggio di quella disfatta contro l’Atalanta che ha stabilito il record negativo per una sconfitta casalinga in 113 anni di storia. Ma questa squadra allo sbando è riuscita a fare di peggio facendo capire che quella débacle non è stata isolata poiché serpeggia un malessere più profondo in seno a questo insieme di giocatori che non riesce più a ritrovarsi. Il gol subito al 91’ contro il Milan costituiva già una spia evidente che i giocatori continuavano ad avere lacune nervose e psicologiche gravi che sono venute definitivamente a galla nella più umiliante delle sconfitte contro una squadra mai vittoriosa tra le mura amiche dopo un intero girone (peraltro era dal 2012 che i salentini non vincevano in serie A una partita in casa). Al Via del Mare il Torino non è mai sceso in campo, sin dall’inizio non c’è stata nessuna azione (mai più di tre passaggi di fila al netto dei retropassaggi) né tantomeno reazione dopo i primi incredibili gol presi dal Lecce con evidenti responsabilità dei difensori(?) granata che hanno fatto di tutto (carambole, rimpalli, svirgolate, deviazioni da oratorio) per agevolare i tiri dei leccesi che probabilmente mai finora avevano visto tanta manna. Ad umiliare più di qualsiasi cosa i tifosi granata è stata l’apatia, l’assoluta mancanza di idee, lo slegamento tra i reparti e tra i giocatori che sembravano andati in campo per onor di firma tanto da non notare sul terreno di gioco la presenza di un’unica squadra e da far pensare che sia lo stesso nello spogliatoio. Ne è venuto fuori uno spettacolo deprimente, straziante, un autentico calvario del quale si aspettava solo il finale atteso come la liberazione da un incubo.
E alla fine l’unica consolazione poteva essere solo quella di sapere che si è arrivati al capolinea, che poi è stato quello di Walter Mazzarri il quale per ora ha pagato per tutti ed evidentemente nulla poteva più da un po’ di tempo a questa parte. E che non dando le dimissioni prima ha legato il suo nome a disfatte epocali come quelle degli ultimi dieci giorni passando paradossalmente dall’essere colui che ha aggiustato la difesa a quello capace di ridurla ad un colabrodo nonostante Sirigu (ben 15 i gol subiti nelle ultime tre partite e 39 complessivi, più della SPAL ultima e di quanti gli stessi granata ne hanno subiti in tutto lo scorso campionato). Ora, bruciato Mazzarri, spetta a Longo provare a somministrare la prima medicina ad un ambiente che ne ha assoluto bisogno. Probabilmente non ha grande esperienza per gestire e ricompattare uno spogliatoio così ingombrante ma ha conoscenza e passione per il Toro, dovrà farsele bastare per salvarlo anche se lui in ogni caso avrebbe poche colpe.

Lecce-Torino: gli stabili

MILLICO nemmeno lui – speranza granata del futuro – con la sua tecnica riesce a dare una ventata di freschezza nella manovra offensiva ma si adagia nel nulla generale. Giustificabile solo perché i suoi compagni non offrono alcuna collaborazione.
EDERA stesso discorso fatto per Millico con ulteriore attenuante di essere entrato dopo e di essersi reso un po’ più intraprendente e pericoloso del suo diciannovenne collega.
LYANCO anche per il difensore brasiliano reinventato terzino contro l’Atalanta e centrocampista a Lecce scampoli di partita ed attenuanti varie. Eppure è riuscito anche a mettersi in mostra con una buona azione offensiva in dribbling.

Lecce-Torino: chi scende

SIRIGU non può che chiedersi dov’è finito poiché a lui non gli si può rimproverare nulla nonostante i tanti gol subiti. Forse solo di non capire fino in fondo lo strazio dei tifosi.
BELOTTI il Capitano è senz’altro più sensibile da questo punto di vista ed andrebbe pure in gol su punizione (annullato per offside di De Silvestri), per il resto però può far poco anche lui.
NKOULOU al suo fianco non ha Izzo e Moretti e del trio sceso in campo a Lecce lui è forse quello che ne combina meno ma sul giudizio pesa un’ammonizione ad inizio partita e l’atteggiamento avuto da luglio in poi.
RINCON colui che per ruolo e temperamento dovrebbe incarnare lo spirito granata ed essere un guerriero è sembrato un docile agnellino. E dire che si pensava avesse influito la sua assenza contro la Dea…
DE SILVESTRI il terzino si fa notare solo per la deviazione sulla punizione di Belotti in occasione del primo gol annullato e per un intervento difensivo su Lucioni. Anche lui spento piĂą del solito.
BERENGUER è forse il più attivo tra i suoi compagni, gli manca il guizzo giusto ma quantomeno prova il tiro in porta, nel finale segna anche ma in fuorigioco. Troppo solista e fumoso.
BREMER dopo i fasti del Meazza, il crollo del Via del Mare: tra disimpegni e marcature sbagliate, incomprensioni coi compagni ed ennesimo rigore evitabile procurato il repertorio è completo.
DJIDJI con quel rinvio che sembra più un assist per Barak che regala il raddoppio ai salentini incide tantissimo sul già precario morale della truppa. Riesce a mettere una pezza in area a fine primo tempo, poi è sostituito.
MEITE’ gioca troppo schiacciato a ridosso dell’area granata, esce bene in qualche situazione ma come al solito perde palloni per supponenza e non oppone la resistenza che dovrebbe. In più nessun apporto in avanti.
AINA dà il la al tracollo partecipando anche lui nel peggiore dei modi con un rinvio inconcepibile in scivolata sul secondo gol. Sembra “oggi le comiche” ma c’è solo da piangere. Poi corricchia senza costrutto.
VERDI di male in peggio. Gioca una ventina di minuti blandi nei quali si vede poco. Sullo 0-0 ha un’occasione per dimostrare le sue doti balistiche su punizione dal limite e sbloccarsi ma la sciupa ancora. Ed in più esce per infortunio muscolare.

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ultimo aggiornamento: 05-02-2020


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poggiardo granata69
poggiardo granata69
5 anni fa

Che dire,era inevitabile che andava a finire cosi.speriamo sia stata l’ultima figura per quest’anno

Sprofondo granata

Prognosi riservata…