Come di consueto torna l’appuntamento con il Borsino Granata: ecco chi sale e chi scende tra i granata dopo Torino-Milan

Al termine della partita contro il Milan che ha regalato il quattordicesimo pareggio stagionale e la quinta partita utile consecutiva restano la buona prova, convincente soprattutto nella fase difensiva (fatta salva l’azione del gol di Bonaventura), la classifica sostanzialmente invariata con il distacco dal settimo posto sempre distante cinque punti, le dichiarazioni post partita di giocatori e tecnico che dicono di volerci credere ancora. Mazzarri, recuperato pure N’Koulou, ha schierato sin dall’inizio gli stessi titolari di sabato disponendoli secondo l’ormai collaudato 3-5-2 con gli esterni che all’occorrenza si abbassano sulla linea dei difensori e Falque e Ljajic che pure arretrano e si scambiano le posizioni (per la verità soprattutto nel primo tempo agiscono troppo vicini finendo talvolta per pestarsi i piedi). Gattuso ha iniziato col 4-3-3 passando però anche lui al 3-5-2 nel secondo tempo quando si è accorto che il Torino si stava rendendo sempre più pericoloso e certificando così la bontà della prova dei granata che nel frattempo avevano introdotto in campo la freschezza di Obi ed Edera in luogo di Rincon e Falque, piuttosto opachi.

La sconfitta della lanciatissima Fiorentina e le vittorie di Atalanta e Sampdoria hanno di fatto lasciato immutato il distacco dei granata dal settimo posto che vale l’Europa League sebbene con una giornata in meno da giocare. Il calendario del Torino non è peraltro favorevole dal momento che, dopo la trasferta di Bergamo, a Torino farà visita la Lazio e poi si andrà a Napoli. Credere nell’impresa a cinque giornate dalla fine resta un esercizio davvero difficile in considerazione del fatto che giocare in casa dell’Atalanta è già difficile di per sé. E se a questo si aggiunge che i granata saranno privi degli squalificati De Silvestri e Baselli e probabilmente dell’infortunato Obi (con anche Falque e Barreca acciaccati), la mancanza di turn over in incontri così ravvicinati e il fatto che gli orobici arriveranno meno affaticati considerato che hanno giocato due ore prima dei granata passeggiando in quel di Benevento, le speranze in casa granata di battere l’Atalanta e agganciare il treno europeo poggiano sulla costanza di risultati e prestazioni ottenuti con l’avvento del nuovo sistema di gioco, sulla ritrovata solidità difensiva e soprattutto sulle motivazioni di Belotti e compagni che ci credono ancora. E se veramente ci credono loro è obbligatorio che ci credano anche i tifosi. In fondo una sana incoscienza talvolta fa raggiungere traguardi insperati e in fin dei conti la speranza è sempre l’ultima a morire.

Il Borsino di Torino-Milan: chi sale

EDERA: subentra a Falque con il giusto approccio sparigliando un po’ le carte del match: vivacità e coraggio come quello che dimostra nel tentare di saltare l’uomo e di provare la conclusione appena possibile. Proprio questa sua intraprendenza frutta nello specifico l’azione da cui nasce il pari granata ed in generale la scossa giusta di cui beneficia tutta la squadra.
N’KOULOU: a distanza di tre giorni dall’infortunio che lo aveva costretto a lasciare il terreno di gioco a Verona è tornato subito in campo risultando il migliore del pacchetto arretrato, fermando bene Kalinic che ha avuto la meglio solo in una conclusione aerea nel primo tempo su cross di Abate. Pilastro su cui costruire le future speranze.

Il Borsino di Torino-Milan: stabili

MORETTI:gli tocca controllare il cliente più ostico e lo fa con assoluta sicurezza ed efficacia. Da applausi i tackle con cui ferma lo spagnolo sia in area che fuori ostentando bravura, personalità e consapevolezza sul da farsi. In più il suo senso della posizione gli permette di ricacciare tanti cross lontano dall’area di rigore.
SIRIGU: due soli interventi importanti sui tiri ravvicinati ed impegnativi di Kessie e Cutrone che è bravo a respingere. Ma è beffato da Bonaventura che calcia bene dal limite qualche secondo dopo la prima parata: nella circostanza il portiere granata dà l’impressione di trovarsi un metro fuori dai pali e di partire con una frazione di ritardo.
LJAJIC: fatica molto a trovare la posizione e il guizzo per buona parte del match chiuso nell’imbuto della retroguardia rossonera. Non è aiutato dai compagni ed anzi spesso finisce col pestarsi i piedi con Falque ma gradualmente si rianima e confeziona l’assist dalla bandierina per De Silvestri e un tiro allo scadere che avrebbe meritato miglior sorte. Ora sta giocando fin troppo, ha disputato interamente le ultime partite, a Bergamo servirà un Ljajic in gran spolvero.
ANSALDI: stavolta gioca tutto il match sulla corsia mancina con risultati alterni: ottimo in fase offensiva con rigore procurato e discese promettenti che spesso costringono al fallo i difensori rossoneri, rivedibile in difesa dove, oltre a rinviare malamente di testa il pallone che procura il vantaggio ai rossoneri, sbaglia qualche movimento di troppo. A Bergamo sarà verosimilmente dirottato a destra.
BURDISSO: dovrebbe avere Kalinic come punto di riferimento ma lo perde spesso ed è superficiale nella ribattuta dopo la parata di Sirigu che porta al vantaggio del Milan. Sbaglia anche qualche suggerimento in avanti ma nel complesso con qualche buon anticipo ed altre pezze qua e là tiene botta.
DE SILVESTRI: la sua stabilità è il risultato della media fra buona prova condita dall’importante gol ed espulsione che lo condanna a saltare la trasferta bergamasca. Per oltre 90’ tiene a bada Borini e spinge sulla corsia destra mettendo diversi palloni in area e timbrando con una zuccata su calcio d’angolo la sua terza marcatura stagionale in campionato.
RINCON: gioca meno di un’ora, si fa vedere un po’ all’inizio sostenendo l’azione offensiva e tentando anche una buona imbucata in area per Falque che non aggancia. Cerca di fermare gli avversari con qualche ruvidezza di troppo guadagnandosi l’undicesimo cartellino giallo stagionale dopodiché si limita notevolmente negli interventi e Mazzarri lo preserva: domenica toccherà ancora a lui.

Il Borsino di Torino-Milan: chi scende

BELOTTI: dopo un breve periodo di risalita torna giù. Entra praticamente in tutte le azioni pericolose ma è sempre sfortunato: traversa sul calcio di rigore, scivolata dopo la respinta corta di Donnarumma su conclusione di Edera. Non è tutto negativo però poiché rincorre sempre gli avversari, trova un bel colpo di testa dopo un bel movimento a smarcarsi in area e fornisce un ottimo assist a Ljajic che scivola a sua volta. Quando non è giornata…FALQUE: davvero tanti i palloni mal gestiti, i controlli e le deviazioni mancate per uno come lui, bomber di stagione e giocatore più affidabile e continuo fino a un mese fa. In più è spesso richiamato da Mazzarri per correggerne la posizione e i movimenti finché non lo sostituisce con Edera. Facile pensare ad un calo fisico dopo una stagione da protagonista ma al di là dei motivi l’unica certezza è il calo di rendimento.
OBI: il suo ingresso ad inizio ripresa è utile alla squadra che guadagna metri. Ma l’ennesimo infortunio a 5’ dalla fine impedisce l’imminente avvicendamento Berenguer – De Silvestri che poi viene espulso. Il risultato è che probabilmente mancheranno entrambi a Bergamo, involontariamente fa piĂą danni di Bertoldo.
BASELLI: a sua prestazione è grosso modo sui buoni livelli della precedente: recupera palloni, imbastisce ripartenze, aiuta Ljajic nella fase di costruzione. Macchia però la sua centocinquantesima presenza in serie A con un cartellino giallo per un fallo di frustrazione che gli farà saltare la decisiva gara contro la sua ex squadra.


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poggiardo granata69
poggiardo granata69
5 anni fa

sarà anche una sana incoscienza,ma finché la matematica non ci condanna io ci spero.
P.S. x il borsino la prossima volta non ci mettete così tanto

mcmurphy
mcmurphy
5 anni fa

Chi vive sperando muore cag….è finita,tanto per cambiare,noi siamo quelli del prossimo anno,come al solito.

Chievo-Torino: sguardo rivolto al futuro

Per ora al Toro non resta che ammirare la Dea