Chi sale e chi scende dopo la sfida tra il Torino e il Milan, gara che i granata di Juric hanno pareggiato 0-0
Con un’altra bella prova di personalità – dopo quelle recenti contro l’Inter e nel derby – il Torino di Juric evidenzia i progressi fatti nelle gare di un certo livello sebbene non sia ancora riuscito a compiere un’impresa “piena”, da tre punti. Tuttavia, con una classifica tranquilla e senza patemi, era interessante vedere l’approccio, la bontà della tenuta mentale e della disposizione tattica che ha premiato i granata ai quali manca ancora quella dose di qualità in più per poter completare il percorso di maturità e consapevolezza intrapreso in questa stagione.
La prova della squadra è stata soddisfacente e frutto dell’ottimo lavoro dei singoli che nella maggior parte dei casi hanno vinto i rispettivi duelli “uno contro uno” così come vuole il calcio disegnato da Juric il quale a fine gara si è detto contento della prestazione elogiando giustamente i suoi che sono stati in grado di trovare delle soluzioni alle contromisure studiate dai milanisti che talvolta cambiavano zone di campo per eludere i confronti diretti. Le statistiche hanno confermato le analisi certificando un equilibrio perfetto anche nel numero dei tiri totali in porta.
Ma al di là dei numeri, così come contro nerazzurri e bianconeri, anche contro il Milan la squadra di Juric è andata più vicina a vincere che a perdere (nonostante l’inevitabile patema d’animo finale) dimostrando – da vero arbitro della corsa scudetto – di trattare gli avversari con equilibrio e par condicio sia in termini di prestazioni gagliarde che di punti sottratti. E anche questo rappresenta un buon viatico per il futuro. In attesa di risposte importanti anche contro le squadre meno attrezzate e di quella qualità che permetterebbe di alzare l’asticella per un Torino formato Europa.
CHI SALE:
BERISHA consolida la sua titolarità con un paio di buoni interventi (allungandosi sul piazzato di Calabria e bloccando un tiro ravvicinato di Tonali) e manifestando una buona sicurezza complessiva.
BREMER dopo aver giganteggiato contro Dzeko e l’Inter si ripete contro l’altra milanese che da tempo è sulle sue tracce annullando Giroud, murando i tentativi di chiunque ed essendo protagonista fino alla fine con classe e tempismo.
PELLEGRI subentra nell’ultimo quarto d’ora, si toglie lo sfizio di superare Tomori e per poco non si toglie pure quello del gol dell’ex. Ora dopo l’attestazione di fiducia, l’operazione riuscita alla mano destra e un finale di stagione da sfruttare.
RODRIGUEZ disputa la solita partita pulita, senza fronzoli contro la sua ex squadra. Controlla Saelemaekers, quando può si sgancia a supporto della fase offensiva e con un bel lancio serve a Belotti un bel pallone al limite dell’area rossonera.
ZIMA a sorpresa è preferito a Izzo, reduce da buone prestazioni. Il che significa che si allena bene e Juric ha fiducia in lui. Se la vede con il talentuoso Leao sul quale è efficace nonostante la differenza di passo ma nel s.t. gli concede qualcosina.
VOJVODA suo il tiro più pericoloso della partita con il quale sfiora il gol sotto l’incrocio dei pali. Duella con Calabria e non sfigura nonostante qualche leggerezza evitabile in difesa.
AINA non si vedeva in campo dal 2021, Juric sceglie il momento e l’avversario più difficile per metterlo alla prova e tutto sommato se la cava intercettando bene e non lasciando campo. Prova anche un tiro “telefonato”.
STABILI:
BELOTTI un’altra prestazione di peso con sponde, giocate importanti che costringono al fallo (ed al cartellino) gli avversari e un paio di conclusioni insidiose oltre ad un aggancio al volo e tiro (ribattuto) da manuale.
POBEGA ormai viene impiegato indistintamente da mediano o trequartista ma di fatto è sempre un tuttocampista. Rincorre avversari e annulla Kessie dando segnali anche alla sua ex (e futura) società.
BREKALO rientra dal 1’ e si fa vedere a sprazzi: buoni dialoghi sulla sinistra con Vojvoda e un ottimo assist in profondità per Ricci nel p.t. Nella ripresa è ancora meno propositivo ma nel finale difende bene alcuni palloni.
LUKIC pur condizionato dall’ammonizione a freddo, non lesina impegno nel difendere, talvolta anche da ultimo baluardo a liberare l’area di rigore. Limita Brahim Diaz. Nel finale un disimpegno non lucidissimo.
IZZO stavolta gli viene preferito Zima ma negli ultimi minuti entra bene, anticipa, contrasta e con la sua esperienza guadagna punizioni e minuti preziosi.
RICCI chiamato a sostituire Mandragora in un match così impegnativo si cala nella parte sfiorando persino il gol sull’azione di prima più bella della gara e se la vede con Tonali sul quale è troppo acerbo nel contrasto prima del tiro con cui impegna Berisha. Nel p.t. rischia pure su Saelemaekers.
SINGO avvio non facile col suo quotato dirimpettaio Theo Hernandez (Lukic deve spendere un’ammonizione dopo che gli sfugge) con il quale ingaggia un duello difficile rischiando anche un penalty. Prova spesso la giocata ad effetto e la progressione con alterni esiti.
BUONGIORNO una manciata di minuti nei quali si rende utile deviando di schiena una conclusione avversaria diretta in porta. È più di un’alternativa in questo Torino.
SECK subentra a Pobega negli ultimi 10’ e va in campo con buon piglio, vivace e intraprendente. All’ultimo minuto però non gestisce nel migliore dei modi un pallone che rischia di vanificare una partita e giustamente Juric si arrabbia.
Finalmente con le grandi non si entra in campo già battuti.la mano del Mister è evidente.sono sicuro che con lui cresceremo sempre di più e magari la prossima stagione sarà ancora più esaltante.