Il borsino stagionale: chi sale, chi scende e chi resta stabile. Vanoli miracoloso con le risorse a disposizione, ora palla a Baroni

La stagione 2024/2025 non passerà certo alla storia del Torino come una stagione esaltante ma
certamente nemmeno come una delle peggiori. Anzi, considerate le premesse, c’è da ritenersi soddisfatti se un allenatore alla prima esperienza in Serie A è riuscito a traghettare la squadra lontano dalla palude della zona retrocessione raggiungendo una posizione di classifica in linea con quella raggiunta negli ultimi anni di gestione Juric e col valore della rosa a disposizione.

Il tutto senza i tre migliori calciatori dell’anno precedente (Buongiorno e Bellanova ceduti e Zapata sempre assente per infortunio da inizio ottobre) non adeguatamente rimpiazzati e con alcuni periodi di crisi riusciti a superare anche grazie a coraggiose scelte che hanno dimostrato la capacità del mister di adattarsi con quel che passava il convento.

Gli innesti e il girone di ritorno

Nel girone di ritorno Vanoli ha potuto contare sostanzialmente su tre innesti che si sono rivelati subito un buon propellente per lo spogliatoio, per il gioco e per i risultati: Biraghi, Casadei ed Elmas hanno regalato esperienza, qualità e punti nei mesi decisivi di gennaio, febbraio e marzo salvo poi adagiarsi nel grigiore generale una volta raggiunto l’obiettivo minimo e preso atto che non si sarebbe potuta scalare la classifica alla caccia di un obiettivo europeo.

Certamente nell’analisi dell’ultima parte di stagione non si può non tener presente che il calo parzialmente fisiologico abbia contribuito in maniera decisiva ad abbassare le valutazioni dei protagonisti e i giudizi sulle loro performances ma facendo due calcoli si può notare che i granata hanno chiuso il girone di andata già con sei punti in meno rispetto alla stagione 2023/2024 ed hanno terminato il campionato con un passivo di nove punti (praticamente sarebbe bastato vincere a Lecce per restare con lo stesso gap) per cui – fatte salve le legittime aspettative di onorare maglia e campionato – tutto sommato non si può parlare di un crollo fragoroso o tale da giustificare, da solo, un nuovo cambio al timone, tanto più partendo dalle premesse e passando dalle soluzioni che lo staff tecnico ha trovato nell’arco del campionato.

“Tutto cambia affinché nulla cambi”

Non si vogliono sottacere anche eventuali demeriti di Vanoli per un finale di campionato troppo sotto tono ma le motivazioni non riuscite hanno anche altri genitori: la mancanza di leader e soggetti con personalità nel gruppo squadra e quella della società che non riesce a far sentire a tutto l’ambiente la specialità di questa maglia e della sua Storia, talvolta percepita quasi come un fardello.

In conclusione il rocambolesco allontanamento di Paolo Vanoli e il suo avvicendamento con Marco Baroni non può prescindere da quello di vari giocatori i quali erano chiamati a dare prova di affidabilità nel finale di stagione per capire se e su chi si potesse puntare per il futuro: come si può leggere di seguito nei dettagli dei singoli pochissimi si sono dimostrati all’altezza, tutto o quasi pertanto sarebbe da cambiare. Il problema è che per l’ennesima volta la nota citazione del personaggio di Tancredi nel Gattopardo secondo cui “tutto cambia affinché nulla cambi” appare quantomai fondata. Come da troppi anni a questa parte.

Torino, chi sale

MILINKOVIC–SAVIC – girone di ritorno in linea con una stagione intera da incorniciare. Già in parte
nella precedente aveva avuto modo di invertire la rotta dei primi anni difficili ma quest’anno la maturazione è stata ancora più evidente (merito anche del nuovo preparatore dei portieri?) tanto che ora è diventato vero e proprio uomo – mercato. 11 clean sheet in 39 presenze, 139 parate, 4 rigori parati su 7 sono solo alcuni tra i
numeri che gli sono valsi per molti addetti ai lavori il titolo di miglior portiere del campionato.

PERCIUN – un po’ sulla falsariga di Njie nel girone di andata, ha rappresentato l’autentica sorpresa di
questo finale di stagione con le sue cinque presenze molto positive ed un impatto importante all’esordio
contro l’Udinese grazie alla giocata e all’assist per Dembelé. Dopo aver rappresentato una pedina
importantissima per la Primavera ed aver recentemente esordito con la nazionale moldava si candida per un posto in ritiro con la prima squadra in estate.

LAZARO – in questa sua terza stagione in granata ha trovato maggior costanza di rendimento e in
quest’ultimo scorcio di campionato con Vanoli, date le sue qualità nel riuscire a saltare l’uomo, ha avuto
l’opportunità di giocare come esterno alto nel 4-2-3-1 garantendo equilibrio alla squadra e ottimi risultati
come testimoniano i 6 assist vincenti forniti ai compagni.

Stabili

RICCI – nonostante il ruolo che si è ritagliato in Nazionale con Spalletti il quale gli ha consegnato le chiavi del centrocampo azzurro e la valutazione da uomo – mercato, l’ultimo capitano non si è particolarmente distinto in quest’ultima parte di campionato (e probabilmente di avventura granata) giocando quasi sempre partite al di sotto delle proprie possibilità e risentendo probabilmente anche della situazione generale. Tuttavia non gli si può rimproverare nulla nello specifico.

BIRAGHI – arrivato a gennaio per sopperire alle lacune non risolte sulla corsia sinistra, l’ex capitano viola
ha subito dimostrato di poter mettere a servizio tanta esperienza (utile sia in campo che nello spogliatoio) e un piede sinistro educato in grado di mettere in area palloni invitanti per gli attaccanti e pericoloso nei calci piazzati. Qualche episodio infelice come l’autogol decisivo contro il Bologna ed un finale in ombra non dovrebbero mettere in dubbio il riscatto del suo cartellino.

MARIPAN – sempre presente da titolare per tutto il girone di ritorno. E già questo la dice lunga sulla fiducia conquistata grazie anche al cambio modulo con la difesa schierata a quattro che ha premiato le sue doti. È riuscito a guidare il reparto con esperienza ed autorevolezza conquistandosi i gradi di leader e dimostrando di riuscire ad avere la meglio sugli attaccanti in molte occasioni sebbene non sia propriamente un fulmine di guerra. Migliorato anche nel temperamento.

ELMAS – colpo inatteso del mercato invernale, è entrato subito nei meccanismi del gioco di Vanoli e si è
subito distinto sulla trequarti in posizione di esterno sinistro (che peraltro aveva già ricoperto al Napoli)
trovando subito giocate e gol belli ed importanti. Si è dimostrato giocatore di talento anche se il suo
rendimento è via via calato disperdendosi nel grigiore generale di fine stagione ed alla fine la Società non ha esercitato il diritto di riscatto.

CASADEI – giunto anche lui nella sessione invernale del mercato dal Chelsea con le credenziali di
predestinato, ha contribuito a cambiare volto alla squadra ed è stato molto efficace nelle prime partite con un felice impatto che ha avuto il culmine nelle partite contro Monza e Parma (un gol ed un assist). Bravo negli inserimenti e nel gioco aereo, ha tuttavia perso smalto nelle ultime giornate adeguandosi anche lui al rendimento mediocre del resto della squadra.

ADAMS – ha confermato ciò che ha fatto vedere nella prima parte di stagione e di essere un discreto
attaccante con buona visione di gioco ed in grado di ricoprire anche il ruolo di prima punta all’occorrenza (anche se le cose migliori restano quelle vedere in tandem con Zapata). Il finale di stagione è stato un po’ deficitario, come quello di tutti, e nelle ultime giornate non è riuscito a raggiungere il traguardo della doppia cifra in campionato fermandosi a 9 gol (e 4 assist) nella sua prima esperienza in granata.

VLASIC – seppur con il modulo che sembrava a lui più congeniale ossia da trequartista dietro l’unica punta e che ha ricoperto nell’intero girone di ritorno, non ha avuto il rendimento che il suo tasso tecnico gli consentirebbe limitandosi a qualche sprazzo, qualche lampo nel buio come in occasione del derby dell’11 gennaio. Ancora altalenante nelle giocate, ha forse sofferto la mancanza di un attaccante come Zapata ma sembra che avrà modo di cimentarsi in granata anche nella prossima stagione.

GINEITIS – il fatto che abbia giocato praticamente sempre nel girone di ritorno è un segnale evidente della sua crescita e della stima del mister. Oltre alle sue prove convincenti, frutto di buone qualità di incontrista a servizio dei compagni ma anche di una discreta qualità tecnica, è stato autore anche di tre gol decisivi (contro Fiorentina, Milan e Lazio) che hanno fruttato punti importanti nel periodo caldo della stagione.

Sergiu Perciun

Chi scende

ILIC – stagione complicata, si è rivisto per qualche scampolo nelle ultime giornate dopo un girone di ritorno quasi da separato in casa. Dopo il mancato trasferimento allo Spartak Mosca ed il contemporaneo arrivo di Casadei, ha avuto sempre meno spazio e non è mai riuscito ad incidere. In più le sue condizioni fisiche non sempre sono state ottimali nell’arco di un’intera stagione che non può che risultare deludente e probabilmente propedeutica ad una cessione.

COCO – negli ultimi mesi ha registrato una fase di involuzione evidente palesando diverse lacune nella
difesa a quattro varata da Vanoli. Nelle prime uscite era stato tra i protagonisti più positivi, sicuro in difesa ed efficace anche sui calci piazzati in avanti (per lui due gol) ma gradualmente si è perso per strada: diversi errori di posizione e in impostazione ne hanno pregiudicato il rendimento e questo finale di stagione potrebbe indurre la Società a non puntare più su di lui.

MASINA – seconda parte di campionato più in ombra. Poco schierato per quasi tutto il girone di ritorno (se non per qualche sprazzo da subentrato), ha ritrovato il campo con continuità nelle ultime giornate nelle quali il suo apporto ha continuato ad essere altalenante. Ha perso l’occasione per farsi apprezzare per le sue doti di lettura delle situazioni che gli permettono di intercettare e rilanciare l’azione così come ha dimostrato l’anno scorso e nella prima fase di questa stagione.

SANABRIA – sebbene non abbia avuto problemi fisici, Zapata fosse out da ottobre e nel corso del mercato di riparazione non sia arrivato l’agognato sostituto del colombiano, ha trovato sempre meno spazio concludendo stagione (e probabilmente avventura granata) in modo anonimo senza gol e senza restare mai in campo per 90’. L’ultima chance l’ha avuta contro il Venezia in casa ma, dopo 45’ deludenti, è stato sostituito da Vanoli con il quale non è riuscito a legare particolarmente.

LINETTY – la sua avventura in granata giunge alla conclusione e si congeda lasciando un buon ricordo dal punto di vista della professionalità e della dedizione (ha portato anche la fascia da capitano) ed un senso di incompiutezza da quello delle prestazioni. Come palesato in tutte le cinque stagioni all’ombra della Mole, ha usato aggressività nei contrasti, capacità di recupero e di inserimento ma è stato scavalcato nelle gerarchie dai più giovani Casadei e Gineitis.

TAMEZE – anche per lui seconda parte di stagione ancora più deludente, scarso minutaggio e poche
occasioni per mettersi in mostra: Vanoli per il suo gioco ha preferito spesso la capacità di palleggiatori in mezzo al campo ed il passaggio alla difesa a quattro gli ha tolto anche un’altra chance di impiego (aveva disputato qualche buona partita come braccetto destro nella difesa a tre).

WALUKIEWICZ – rientrato dopo l’infortunio di fine dicembre, ha giocato quasi sempre sebbene non fosse
arrivato per ricoprire il ruolo di titolare. Tuttavia, data la sua ecletticità e le difficoltà dei suoi compagni di
reparto, è stato spesso impiegato da esterno destro nella difesa a quattro. Non si può dire che abbia brillato in quella posizione data la sua mole e la macchinosità che lo rendono più adatto alla marcatura. La sua permanenza è in bilico.

DEMBELE’ – anche nel girone di ritorno è stato impiegato col contagocce e quasi sempre da subentrato ma ha avuto l’occasione di mettersi in mostra dimostrandosi ancora acerbo: la doppia ammonizione rimediata a Firenze dove ha lasciato i compagni in inferiorità numerica è sintomatica. Per lui anche la gioia del primo gol in carriera in A contro l’Udinese.

KARAMOH – ha confermato tutti i suoi limiti di mancanza di lucidità sotto porta (emblematico l’errore
contro il Parma a porta vuota) e la difficoltà a sfruttare anche le sue doti migliori tra cui quella di saltare
l’uomo in velocità. L’arrivo di Elmas gli ha tolto spazio ma fino ad un certo punto Vanoli gli ha concesso
diverse chances che tuttavia il francese non ha sfruttato. Contratto scaduto ed addio praticamente certo.

Yann Karamoh of Torino FC eyes the ball during the Serie A football match between Torino FC and Cagliari Calcio.
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ultimo aggiornamento: 24-06-2025


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maurygranata
maurygranata
5 mesi fa

Vanoli ha fatto il suo con il materiale (obiettivamente scarso, migliorato dopo il mercato di gennaio) che aveva a disposizione, ha cambiato gioco perchè malgrado tutto una punta dopo l’infortunio a Zapata l’ha chiesta ma non ottenuta. Non è riuscito a far giocare le ultime(!) partite con l’impegno che ci… Leggi il resto »

carlo m
carlo m
5 mesi fa

A me c’è solo una cosa che da’ fastidio, del “borsino vario”: il risultatismo, l’attaccarsi al risultato per il risultato. Tutto è legato ad esso, e ci rende una squadra come le altre. Non fare differenze tra Juric e Vanoli (anzi, farle a favore di Vanoli), significa guardare il risultato… Leggi il resto »

davidone5
5 mesi fa

Vanoli doveva rimanere. TDC VATTENE.

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