Il borsino dopo Torino-Fiorentina. Ecco chi sale e chi scende dopo il pari contro la viola, secondo Carlo Quaranta
Avanti un altro… pareggio. Dopo Spezia e Benevento tocca accontentarsi ancora di un punticino “guadagnato”. Sì, perché in queste tre sfide nelle quali sarebbe dovuta arrivare una svolta i granata sono andati più vicini alla sconfitta che alla vittoria e anche in questo caso ci si deve convincere che il bicchiere sia mezzo pieno giacché il pari è stato agguantato nei minuti finali. E in fin dei conti perdere scontri diretti sarebbe davvero letale per classifica, umore, prospettive.
E pazienza se permangono a distanza di tempo tutti i limiti di una rosa, e in particolare di qualità a centrocampo (come andiamo sostenendo ormai da troppo tempo), incapace di trovare soluzioni quando gli avversari sono chiusi a protezione della propria trequarti. In fin dei conti si è ulteriormente dimostrato quanto disse Giampaolo dopo il pareggio contro lo Spezia sostenendo che paradossalmente per il Torino la superiorità numerica si era rivelata un handicap. La stessa cosa si è verificata con un nuovo allenatore e contro un’altra squadra ma con due aggravanti: la prima è che è in superiorità numerica è arrivato anche lo svantaggio (il gol di Ribery è sopraggiunto con i viola già in dieci) e la seconda è che nell’ultimo quarto d’ora i granata hanno potuto giocare con ben due uomini in più. Ai granata è mancato il guizzo giusto che non è arrivato per vie centrali ma nemmeno attraverso il gioco sulle fasce con i due esterni insolitamente deludenti ma anche quel lucido furore agonistico che evidentemente Nicola non è ancora riuscito a trasmettere.
A parziale consolazione può essere rimarcato – e Nicola stesso lo ha fatto – il numero dei tiri in porta, le due traverse, la buona collaborazione tra gli attaccanti, il rigore mancato. Così come a mancare ancora sono i rinforzi a mercato praticamente chiuso. Per adesso avanti così nella consapevolezza che se non perdere gli scontri diretti è importante, se non si inizia a vincerli sarà difficile emergere dal pantano della zona rossa.
CHI SALE:
BELOTTI alla fine è sempre lui a togliere le castagne dal fuoco segnando un gol da vero attaccante che scaccia già la prima crisi-Nicola e provocando l’espulsione di Milenkovic. Anche quest’anno (il sesto di fila) raggiunta la doppia cifra nelle marcature: per ora solo Pulici meglio di lui in maglia granata.
BUONGIORNO in difesa è l’unico che se la cava; non soccombe contro Vlahovic ed è provvidenziale a centro area a sbrogliare la situazione su un cross basso di Venuti.
VERDI decisivo con l’assist per il gol di Belotti. Ha giocato un quarto di gara agendo a destra e assicurando comunque un discreto movimento.
LUKIC da subito tra i più vivaci del Torino, è protagonista di una buona interpretazione di gara. Vince il duello con Castrovilli che induce all’espulsione con uno dei suoi inserimenti tra le linee.
STABILI:
BASELLI accumula un altro po’ di minutaggio e partecipa, appoggiando l’azione e dando anche fastidio in area viola, all’assalto finale cercando di dare un po’ di ordine.
ZAZA stavolta non segna sebbene abbia una buona occasione che manda a sbattere sulla traversa. Bene tuttavia i dialoghi con Belotti e Lukic e l’applicazione su Amrabat.
SIRIGU non effettua alcuna parata impegnativa, forse resta un po’ a metà strada sull’azione del gol di Ribery ma non ha colpe specifiche.
MURRU con lui Nicola passa alla difesa a quattro anche se, vista la superiorità numerica, il terzino è spesso in attacco a mettere palloni in mezzo. Rischia molto su Martinez Quarta.
RINCON cerca di mantenere le distanze a centrocampo ed in parte ci riesce nella seconda parte del primo tempo. Ha un compito tutt’altro che facile tra Amrabat e Ribery e sbaglia proprio in occasione del gol viola.
LINETTY non è un leone e non regala certo quell’imprevedibilità che ci si attenderebbe. Meglio in interdizione che in proposizione.
CHI SCENDE:
BREMER ritrova un posto tra i titolari ma fa ben poche cose buone in partita, anzi commette qualche ingenuità ed è in grande difficoltà sui tagli degli attaccanti viola.
LYANCO come il suo compagno di reparto soffre gli scambi veloci e gli uno – due degli attaccanti avversari, ben piazzato nel murare i tentativi di Bonaventura e Ribery.
ANSALDI a tratti irriconoscibile, pasticcione soprattutto in fase offensiva dove non fa l’Ansaldi e cioè non crea superiorità e non mette palloni interessanti in mezzo. Qualcosa di buono interdizione.
SINGO incappa in una serata storta:perde il confronto con Biraghi che gli va via più volte nel primo tempo, non azzecca un cross, fa spesso la scelta sbagliata e da pochi metri centra la traversa.
Che dire,ci si augura che prima o poi il vento cambia.
LInetty impresentabile come sempre,Lyanco troppo lento,Ansaldi non ce la fa piu’ non era da confermare,non basta la serieta’ per ottenerla.