Dopo l’ennesimo derby perso dal Torino contro la Juventus torna l’appuntamento con il Borsino di Carlo Quaranta: ecco chi è salito e chi è sceso dopo l’ultima partita

Alla fine del derby perso di misura ma praticamente senza tiri in porta da ambo le parti nell’ambiente granata si fa strada, come spesso accade, il rammarico per ciò che poteva essere – anzi praticamente era proprio lì alla portata – ma non è stato. A voler dare retta alle parole a caldo dei protagonisti non gli si può rimproverare nulla (i giocatori e Mazzarri hanno spiegato che ce l’hanno messa tutta e hanno dato ciò che potevano) ma i tifosi avrebbero preteso qualcosa in più: giusta la razionalità tattica, la prudenza, l’atteggiamento accorto. Ma fino ad un certo punto però… i granata, paradossalmente hanno fatto la partita (rischiando di passare in vantaggio) fino al gol bianconero. Dopo, anziché la reazione, è stato dato spazio alla preoccupazione e alla resa che riporta ai fantasmi di un recente passato. Possibile che almeno nell’ultimo quarto d’ora non si potesse tentare qualcosa di più dello sterile giro palla? Invece nessun assalto, anzi nemmeno l’ombra di un semplice cambio di ritmo. Non era il caso di gettare il cuore oltre l’ostacolo rischiando magari di subire anche il raddoppio in contropiede pur di non lasciare nulla di intentato? Mazzarri ha impostato la partita mettendo, come già fatto contro la Samp, Baselli sul regista avversario (Pjanic) e quattro esterni per limitare la pericolosità di Alex Sandro e Douglas Costa provando poi un paio di volte a sparigliare le carte con gli inserimenti dei più offensivi Niang ed Edera sulle fasce nel tentativo di allargare le maglie della difesa avversaria. Tuttavia le trame sugli esterni senza gli inserimenti dei centrocampisti hanno finito per complicare ancora di più il compito di Belotti lasciato solo al centro dell’attacco e non si è creata nemmeno un’occasione vera e propria. Sarà anche facile parlare col senno del poi ma perché non provare la soluzione Ljajic dopo aver constatato che l’ingresso di Niang non era sufficiente? Magari una giocata per vie centrali, una punizione al limite dell’area conquistata e battuta come un anno fa avrebbe potuto fare la differenza. Almeno forse si sarebbe potuto dire davvero che si è provato fino in fondo perché per un derby non c’è divario che tenga né consolazione per aver limitato i danni contro una squadra che può contare su un budget dieci volte superiore. Anche perché, come detto una settimana fa, all’equilibrio occorre abbinare anche un pizzico di follia, di carica, di furore agonistico. Altrimenti che derby è? Altrimenti che Toro è?

STABILI:
OBI dinamico ed efficace nella fase di interdizione e ripartenza. Soprattutto nei primi minuti è dappertutto, pressa anche in zona d’attacco e da un suo break nasce la più ghiotta occasione granata, peccato per che non l’abbia gestita al meglio. Certamente tra i più efficaci finché resta in campo.
N’KOULOU gioca il derby con la solita tranquillità dei forti e l’uscita di Higuain gli toglie punti di riferimento. Agisce d’anticipo e non va mai in sofferenza, sul cross teso di Bernardeschi non si trova al posto giusto nel momento giusto ma non è l’unico.
BURDISSO come il suo compagno di reparto non ha riferimenti per buona parte del match, poi Dybala gli crea un po’ di fastidi. Pressa alto, sbaglia qualche disimpegno e anticipa bene Khedira in area granata. In definitiva manca un po’ in fase di impostazione rispetto ad altre gare.
SIRIGU si presenta con un’uscita tanto tempestiva quanto pulita che costa la caviglia al Pipita. Vola a deviare senza nemmeno tanta difficoltà una punizione defilata di Pjanic e poi non ha niente da fare fino ad un’altra uscita nel finale su Dybala. Sul gol non ha responsabilità specifiche.
ACQUAH prende posto e consegne di Obi. Meno dinamismo, più muscoli per cercare di arginare il rientrante Dybala, compito non facile ma che assolve in modo sufficiente. Raro però l’apporto in fase di costruzione e di inserimento.
NIANG il suo ingresso regala a tratti un briciolo di verve, fa vedere qualche bella giocata ma è troppo largo e lontano dalla porta per cui restano azioni fini a se stesse. L’impressione è che avrebbe dovuto agire più vicino al Gallo per aprire ed avere più spazi interessanti.
RINCON come al solito non si prende la scena limitandosi ad agire da frangiflutti davanti alla difesa nel 4-1-4-1 disegnato inizialmente da Mazzarri. Come la maggior parte dei suoi compagni tiene bene botta ma non dà quel quid in più necessario in occasioni come questa.

CHI SCENDE:
ANSALDI in 96’ cambia tre posizioni: parte alto a sinistra dove mette in difficoltà De Sciglio ma senza riuscire ad arrivare mai sul fondo per effettuare traversoni. Corre molto e si accentra per aiutare, poi ricopre il ruolo di esterno sinistro arretrando alla fine in posizione di terzino. Autentico jolly per Mazzarri.
FALQUE come a Genova parte largo a destra per sorprendere la difesa con cambi di gioco e costringere più uomini ad occuparsi di lui. La sua partita però non è all’insegna della continuità come altre volte, altalenante anche nei lanci per Belotti. Un solo tiro in porta e combina poco quando passa in mezzo data la sua attitudine al gioco da esterno.
DE SILVESTRI molto timoroso, praticamente non supera la metà campo se non in occasione dei calci d’angolo (sugli sviluppi di uno dei quali impegna di testa Szczesny). Un salvataggio su conclusione di Asamoah ma è leggero nei contrasti e fa la scelta sbagliata andando a chiudere su Sturaro anziché su Alex Sandro sul gol.
BELOTTI dopo l’incoraggiante partita contro l’Udinese, il Gallo fa un passo indietro pur con le attenuanti dell’eccessiva solitudine tra Rugani e Chiellini e dei pochi ed imprecisi palloni che gli giungono. Tuttavia è mancato non solo il guizzo ma anche lo spirito da trascinatore che lo contraddistingueva.
BASELLI dovendo seguire come un’ombra Pjanic per precisi dettami tattici, compito che assolve abbastanza bene nella prima mezz’ora, finisce per diventare l’ombra di se stesso. Pochissimi lampi, un solo contropiede innescato e scarsa partecipazione alla manovra.
MOLINARO in manifesta difficoltà su Bernardeschi che gli sfugge, complice anche un rimpallo sull’azione che vale la partita. Sembra troppo molle e poco convinto sia in fase difensiva che in quella (praticamente assente) di spinta. Derby da dimenticare ed archiviare in fretta.


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Hic Sunt Leones 61
Hic Sunt Leones 61
5 anni fa

Torneremo grandi, siamo solo in trasferta, come quelli del grande torino…
la famigghia prima o poi mollera’ la presa e noi avremo un presidente tifoso e straniero!
Questo qui ci sta solo mantenendo in vita…..

Giontony
Giontony
5 anni fa

Ciao Marco mik Sergio trapano Gianky Roberto e tutti quelli che hanno veramente a cuore sto bel colore granata. Oggi mi trovavo a Glasgow e comprando una mitica maglia del celtic quando il commesso ha saputo che ero di Torino ha cominciato a parlarmi di Belotti. Ho maledetto ancora di… Leggi il resto »

Hic Sunt Leones 61
Hic Sunt Leones 61
5 anni fa
Reply to  Giontony

infatti, anche qui in Thailandia e a casa mia in Canada conoscono Belotti e alcuni banbini hanno la maglia del gallo a Bangkok…. Ma non per il Toro neh…eheheh Per Belotti…

mik69
mik69
5 anni fa

Buonanotte Marco

Toro, razionalità e passione in vista del derby

Toro, situazione azzerata ora si guarda avanti