Il borsino granata / In vista del Derby di domenica, ecco chi sale e chi scende dopo la vittoria contro l’Udinese

Testa e cuore. In tempi di campagna elettorale questi due sostantivi costituiscono uno slogan fin troppo abusato nel tentativo di carpire qualche voto in più. Ma sono inopinatamente i due tratti umani fondamentali che conferiscono completezza ad un essere umano. Eppure, traslandoli allo sport, sono indispensabili anche per una squadra di calcio tanto che nel tempo l’incompletezza di avere solo l’uno o solo l’altro tratto si è fatta sentire. Restando al Toro recente, ad esempio, la razionalità degli schemi e dei metodi di Giampiero Ventura è stata basilare per ricostruire il Torino riportandolo ai livelli che la Storia gli riserva e ridandogli un’identità logica e riconoscibile: con lui è durata cinque anni senza che probabilmente l’amore di buona parte dei tifosi per l’ex CT fosse mai pienamente sbocciato ma quantomeno con la riconoscenza che gli si deve e un po’ di nostalgia per quel cammino, poi quella storia si è chiusa. È durato invece solo un anno e mezzo l’idillio con Sinisa Mihajlovic, tecnico che ha riportato entusiasmo e, tra tanti alti e bassi, ha fatto tornare a battere il famoso cuore granata con qualche prestazione che ha raggiunto picchi emozionali notevoli seppur con scelte discutibili per non dire scriteriate.

Ora il Toro ha nuovamente voltato pagina e in queste prime cinque uscite del 2018 con Mazzarri sta gradualmente cambiando volto: prima modificando quasi niente ma semplicemente ridando un po’ di serenità, poi attraverso piccoli accorgimenti tattici, infine sperimentando diverse soluzioni, anche nell’ambito della stessa partita. Il cambiamento finora non è tanto nei risultati (11 punti come Mihajlovic nelle prime cinque del girone di andata) quanto nelle modalità, nell’atteggiamento, nella capacità di leggere ogni momento della partita soffrendo e subendo meno rispetto a qualche settimana fa e riportando un ordine precedentemente smarrito. Ora è troppo presto per dire che si è tornati alla razionalità e che questo Torino più tonico e quadrato otterrà senza dubbio dei risultati migliori o che magari può ancora puntare all’Europa, di certo però domenica c’è l’Esame che bisognerà affrontare con entrambe le componenti, senza sorrisetti ammiccanti né entratacce ma con testa e cuore insieme ed in egual misura. Pertanto a Mazzarri consigliamo di abbinare anche la grinta di Mihajlovic alla ponderatezza di Ventura…

CHI SALE:

BELOTTI: il Gallo rialza la cresta al momento giusto con un gol dei suoi, strepitoso per potenza e caparbietà. Un gol liberatorio dopo mesi di sofferenza e di stop forzati. Ha giocato per oltre un tempo a servizio della squadra facendo anche buone sponde per i compagni e creando spazio per i loro inserimenti prima di mettersi in proprio certificando il suo ritorno e la bontà della gestione del suo recupero fisico da parte dello staff.

N’KOULOU: anche il camerunense è un diesel. Parte così e così facendosi anticipare da Lasagna ma una volta che prende le misure diventa insuperabile e nel gioco aereo sovrasta tutti anche nell’area avversaria: difatti griffa il secondo gol stagionale. Spettacolare la sua uscita in serpentina tra tre-quattro avversari sulla trequarti, è il miglior acquisto di quest’anno e già tra i primi tre difensori dell’era Cairo.

FALQUE: in forma mondiale. Da fermo, in posizione defilata sulla destra, prima colpisce una traversa su punizione e poi dalla bandierina mette sulla testa di N’Koulou il pallone del vantaggio. Sempre partecipe nelle azioni importanti granata, da esterno, da trequartista e da seconda punta. Pur nell’abbondanza di talenti a sua disposizione, fossimo in Lopetegui terremmo presente il galiziano in ottica Mondiali.

BURDISSO: monumentale per piglio e risolutezza, provvidenziale al 2’ quando salva su Maxi Lopez a pochi passi dal gol (ed anche in altre circostanze), magistrale per come guida la difesa agendo anche da regista arretrato con lanci e visione di gioco. Sfiora anche il gol di testa. Cosa chiedergli di più?

OBI: è vero che ha una media – infortuni elevatissima ma se non altro dimostra di avere anche buone capacità di recupero, a distanza di una settimana torna in campo da titolare e disputa una partita molto positiva distinguendosi nel far ripartire l’azione uscendo bene da situazioni intricate.

STABILI:

RINCON: punto fermo pure per Mazzarri, anche lui torna subito in campo dopo l’infortunio di Genova cercando di fare il solito lavoro oscuro stavolta su Barak e Behrami e rimediando la consueta ammonizione. Ancora qualche palla mal amministrata sulla trequarti, per il derby ci vorrà molta più attenzione.

NIANG: tornato nella posizione di esterno sinistro, con qualche bella giocata alimenta le speranze di riscatto rispetto all’ectoplasma che vagava per il campo fino a qualche settimana fa. Alla centesima in serie A, offre una prova generosa, si accentra e va vicino al gol con un tiro a giro ma certamente ancora non basta per giustificare l’ingente investimento fatto. Da migliorare l’intesa col Gallo, nel derby dovrà dare tutto.

DE SILVESTRI: gioca in maschera per la recente operazione al setto nasale, non per rispettare il periodo carnascialesco: eppure in avvio sembra in vena di scherzi (ai propri compagni) regalando un pallone agli avversari che per poco Lasagna non trasforma in gol. Poi torna sui propri standard senza strafare ma offrendo a Belotti in campo aperto il pallone della gloria.

BASELLI: tornato nel suo consueto ruolo di mezzala destra, non incide e disputa una prova in linea con quelle dell’ultimo periodo, quindi al di sotto delle sue possibilità. Disinnesca qualche trama avversaria nella propria trequarti, difende bene palla, riesce anche ad inserirsi tra le linee ma è ancora lento ed incerto al momento della conclusione.

MOLINARO: tira la carretta ormai da nove partite consecutive e la sensazione è che rifiati un po’ troppo a partita in corso. Magari in parte ciò è dovuto anche ad esigenze e consegne tattiche ma non è sempre lucido, sale pochissimo e talvolta si complica la vita dietro anche se all’inizio mette pure lui una pezza in area.

SIRIGU: salvato dal VAR, non sembra in giornata ma fortunatamente non è chiamato in causa spesso: poco reattivo soprattutto nei disimpegni coi piedi (ormai conclamato tallone d’Achille), rischia più del dovuto e stranamente appare quasi svagato e svogliato. Certamente non è in discussione, anzi fin qui la sua stagione è più che positiva ma domenica dovrà certamente essere più sul pezzo.

MORETTI: mezz’ora in campo per una difesa a tre al fianco di N’Koulou e Burdisso con risultati positivi. Il trio tutto qualità ed esperienza sembra un fortino affidabile magari da testare in occasioni da coefficiente di difficoltà molto alto. Qualche piccola indecisione con Sirigu.


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poggiardo granata69
poggiardo granata69
5 anni fa

condivido in pieno l’analisi del sig.Quaranta.per domenica oltre a razionalità e passione ci vuole anche molta fortuna.speriamo bene.

Mimmo75
Mimmo75
5 anni fa

Totalmente d’accordo con la premessa di Quaranta.
P.S. perché non ti occupi anche delle pagelle visto che ne hai le competenze? Hai letto il Falque “mondiale” (concordo) che voto ha avuto?

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