Torna l’appuntamento con il borsino granata: ecco chi sale e chi scende tra i granata dopo la partita contro la Sampdoria
Il Torino è uscito dalla decisiva sfida di Marassi molto confortato. Non tanto per il risultato che lascia invariata la classifica e le ambizioni quanto dal riconoscimento dei propri tifosi e degli sportivi che hanno visto la partita ed hanno avuto modo di osservare diverse cose constatando importanti progressi: innanzitutto una migliore organizzazione generale (ma soprattutto difensiva) che consente alla squadra di essere più corta, coprire meglio gli spazi e le distanze tra i reparti. In secondo luogo la capacità di studio e di adattamento alle caratteristiche dell’avversario, in due parole la lettura tattica delle partite che potrebbe diventare un’arma in più a disposizione. Infine, come logica conseguenza di tutto ciò, la concentrazione costante mantenuta fino alla fine, pur trovandosi con un uomo in meno a causa della discutibile espulsione di Acquah.
Detto questo, non ci si dovrebbe sorprendere più di tanto poiché questo stato di cose rispecchia le parole e le promesse di Walter Mazzarri al suo arrivo a Torino. Semmai a stupire è il passaggio dalle parole ai fatti in così breve tempo (appena un mese al quale va sottratta la settimana di pausa), segno che il gruppo è collaborativo e predisposto. Va sottolineato, anzi, come la gestione dei minuti finali sia avvenuta senza particolari patemi e, senza scomporsi, i granata hanno rischiato persino di vincere restando tuttavia lucidi e consapevoli che se non si riesce a vincerle certe partite è comunque fondamentale non perderle. È vero, trattasi del dodicesimo pari stagionale ma ci sono pareggi e pareggi e questo è forse il più pesante del campionato per ciò che rappresenta e per come è maturato. Tra le note meno liete la preoccupazione per la cosiddetta coperta corta a centrocampo: il terreno di gioco del Ferraris ha visto uscire anzitempo sia Obi (e questa non è una novità!) che Rincon. Fortunatamente i primi accertamenti sembrano aver escluso guai seri e le possibilità di recupero sembrano discrete per entrambi. Certo, sarebbe un bel guaio se così non fosse, vista la sicura assenza per squalifica di Acquah ma l’impressione è che questo nuovo Toro camaleontico potrebbe comunque riuscire a sopperire. In fondo Mazzarri ha già dimostrato di avere il gusto dell’esperimento ed Ansaldi in mediana ha già dimostrato di poterci stare. Stavolta il bicchiere è davvero mezzo pieno.
CHI SALE:
FALQUE: inizia male fallendo una buona occasione e non usando le dovute accortezze in barriera sulla punizione di Torreira, poi diventa protagonista assoluto sfruttando praterie a destra e convergendo per far male come accade sul gol di Acquah. Giocate di classe e continuità garantita: per tutto questo è il miglior giocatore del Torino edizione 2017-18 (almeno finora).
BELOTTI: disputa un altro scampolo di partita accumulando minutaggio utile per cercare di entrare in uno stato di forma che in questa stagione non si è ancora visto. Di positivo c’è questo, corroborato dalla solita voglia di combattere e dal trovarsi al posto giusto. Perché possa riuscire anche a fare la cosa giusta gli si dovrà concedere ulteriore tempo.
STABILI:
N’KOULOU: impeccabile nella marcatura di Zapata che praticamente non tocca un pallone, non dà mai l’idea di soffrire ed anzi esce sempre a testa alta dalla propria area e con giocate sontuose. A voler trovare il pelo nell’uovo qualche difficoltà solo su un paio di tagli di Quagliarella e alcuni interventi fallosi inutili di troppo.
BURDISSO: l’esperto e roccioso marcatore sente l’aria da derby e lotta su ogni pallone andando a pressare ruvido fino a metà campo quando necessario. Se la vede e se la cava un po’ su tutti: Zapata, Quagliarella e Kownacki non fa differenza. In più l’intelligente apertura per Falque nell’azione del gol.
NIANG: partita convincente sotto il piano dell’intensità e della ricerca degli spazi in profondità. Regge il peso dell’attacco, si rende pericoloso e dà anche una mano. Insomma è di nuovo il Niang formato trasferta che si impegna ma troppo poco incisivo sotto porta. Cala alla distanza, esce (col broncio) per far spazio a Belotti.
ANSALDI: ormai la sua collocazione con Mazzarri sembra quella di interno sinistro in mediana. Svolge il nuovo compito con la consueta diligenza, senza strafare e cercando di contenere Barreto, rivelandosi un prezioso jolly. Bene nel pressing, non altrettanto nei suggerimenti.
BASELLI: impiegato sul centro sinistra in posizione più avanzata, cerca di prendere le misure nella nuova posizione faticando un po’ negli inserimenti e nei suggerimenti a Niang. Meglio in fase difensiva, controlla a uomo Torreira in fase di non possesso impedendogli l’impostazione.
MOLINARO: prestazione nei suoi standard, cerca di contenere gli avversari che giostrano nella sua zona salendo poco (e sbagliando i traversoni). Prezioso su Silvestre e su Quagliarella a due passi dalla porta granata con provvidenziali chiusure in anticipo.
DE SILVESTRI: l’ex di turno sfodera una prestazione generosa ed alla fine ci rimette anche il naso in uno scontro aereo con Quagliarella. Guardingo, sale poco ma dà un buon passaggio in profondità a Niang. E in difesa rispetta le consegne badando a mantenere le giuste distanze.
CHI SCENDE:
ACQUAH: protagonista nel bene e nel male: gol un po’ fortunoso ma cercato con inserimento nei tempi giusti, forse un po’ esagerati entrambi i cartellini gialli ma il primo intervento (in attacco allo scadere del p.t.) era in ogni caso evitabile, paga la solita generosità o ingenuità (a seconda dei punti di vista).
RINCON: dopo una prestazione leggermente migliore rispetto al solito nella quale limita il pericoloso Ramirez e vince più di un contrasto, andando anche al tiro pericolosamente, è costretto ad uscire sul più bello per infortunio: si temeva contrattura ma appare meno grave del previsto. Si spera in un recupero veloce.
SIRIGU: si riscatta nel finale volando a correggere in calcio d’angolo con un balzo felino il pallone calciato da Verre e destinato all’incrocio dei pali. Sulla punizione-gol di Torreira è colpevole nell’assurdo piazzamento della barriera e non riesce ad impedire che il pallone (conclusione peraltro centrale e non irresistibile) lo superi. Solite difficoltà coi piedi.
OBI: torna in mente l’appellativo di “ragioniere” affibiatogli da Mihajlovic. Forse non sarà colpa sua se si fa male tanto frequentemente ma è pur vero che ogni contrasto lo abbatte. Si conta di recuperarlo per la partita contro l’Udinese considerato che il centrocampo, tra infortuni e squalifiche, rischia di avere gli uomini contati.
finalmente si sta vedendo un bel Toro.la cura mazzarri sembra inizi a funzionare.avanti così
Come piazzare una barriera a fronte della posizione di battuta della punizione è compito dello staff tecnico furante le ore di allenamento. Il portiere e i difensori ubbidiscono le direttive.
Ma va! Stai a vedere che Sirigu ha ancora bisogno di qualcuno che gli dica come piazzare la barriera. Son cose che insegni ai giovani, principi generali che, una volta assimilati, consentoni di volta in volta al portiere di valutare la situazione e sistemare la barriera.
infatti,ha fatto un passo nell’altra direzione ed è bastato,altrimenti lo prende senza fatica,cose che capitano
Sirigu ha sbagliato valutazione così come spesso i calciatori sbagliano l’ultima scelta (tiro? assist? Etc.)
Rincon ha giocato bene e ciò viene riconosciuto nell’articolo che ne sottolinea la crescita rispetto alle gare precedenti. Perché è messo tra chi scende?