Torna l’appuntamento con il Borsino granata di Carlo Quaranta: ecco chi sale e chi scende dopo il successo per 3-1 al “Bentegodi”

A Verona nel segno della continuità di modulo, di risultati, di prestazione e di scaramanzia. Eh sì, anche la maglia blu portafortuna con la quale si era centrato una vittoria esterna dopo un intero girone e che, dopo l’exploit di Cagliari, è stata prontamente riproposta a Verona ha rappresentato un argomento di discussione in questi giorni con Ljajic che ha dimostrato di essere particolarmente scaramantico o affezionato alla terza maglia e Mihajlovic che invece ci ha scherzato su. Ma la vera differenza è nel modulo di gioco che sta dando buoni frutti per i motivi già noti e che avrebbe potuto fruttare almeno altri 4 punti se si fosse vinto in casa – così come largamente meritato – contro Udinese e Crotone. E’ evidente che per supportare il 4-2-3-1 occorre un centrocampo formato da mediani di sostanza (come Acquah o questo Baselli), il sacrificio costante degli esterni e un Ljajic ispirato; Belotti, invece, che aveva già ottenuto risultati straordinari con il vecchio schema, sta lavorando per abituarsi studiando movimenti diversi per poterne beneficiare.

Tuttavia si è ancora in fase di lavori in corso e adesso non si può credere di aver trovato la soluzione a tutti i problemi anche perché bisognerebbe testare queste nuove conoscenze in gare contro avversarie di livello superiore e riuscire ad essere più bravi anche delle contromosse che verranno trovate dagli avversari in futuro. D’altra parte anche il 4-3-3 nei primi mesi sembrava efficace, poi da un certo punto in poi questa certezza ha vacillato. Ciò per dire che non c’è un modulo perfetto ma bisogna avere più soluzioni, anche all’interno della stessa partita se necessario. Continuando dunque a tenere i piedi per terra va dato merito al mister di riuscire a tenere tutti i giocatori sulla corda e ad utilizzarli e provarli tutti a rotazione nelle partite ufficiali. Ciò, oltre a testare le qualità di tutti dando a ciascuno l’opportunità di mettersi in mostra e non comprometterne l’autostima, è un bene anche per la Società che, oltre a valutare chi tenere per la prossima stagione, ha la possibilità di non svendere calciatori svalutati da inattività cronica.

CHI SALE

LJAJIC: finalmente ispirato ed ispiratore, si esalta e delizia il pubblico con serpentine, giocate sopraffine (come da qualche partita accade) e con un gol di ottima fattura. Da quando può agire nella posizione a lui più congeniale è un giocatore ritrovato ma vale il discorso fatto per l’intera squadra: andrà valutato in test più impegnativi.

AVELAR: chi si rivede… a distanza di quindici mesi rientra in campo in una partita ufficiale, proprio contro il Chievo, squadra contro la quale iniziò il suo lungo calvario. Benaugurante il coraggio negli interventi (non tira indietro la gamba) e le proiezioni sulla fascia con bei cross arcuati. Esitazione fatale in occasione del gol di Pellissier ma per stavolta è perdonabile.

ZAPPACOSTA: all’inizio gli era stato preferito De Silvestri ma il terzino ex Atalanta ha sfruttato al meglio la defezione a partita in corso del suo collega coronando con un eurogol una partita molto positiva soprattutto in fase di spinta. In continuo crescendo.

BOYE’: impiegato dal 1’ (non accadeva dal 5 marzo contro il Palermo), il giovane argentino dimostra di applicarsi e evidenzia ancora una volta le sue qualità nella preparazione. Collabora bene coi compagni e talvolta è persino troppo altruista. Difetta ancora nella concretizzazione anche se va sempre più vicino al gol.

FALQUE: i suoi tagli ed i suoi cambi di gioco sono sempre utilissimi. Così propizia il primo gol e chiude il match siglando personalmente il terzo, forse con un pizzico di egoismo. Nonostante si permetta qualche finezza (vedi cross d’esterno per Belotti), è molto concreto con anticipi e recuperi.

STABILI

BELOTTI: fa strano vedere il Gallo restare all’asciutto nonostante i granata realizzino tre gol. Per sua fortuna nemmeno Dzeko e Higuain timbrano il cartellino anche se Icardi e Immobile si sono avvicinati. Il suo momento rimane comunque sempre positivo e il suo apprendistato col nuovo modulo procede perché lui è un attaccante a 360 gradi.

MORETTI: sempre attento e puntuale negli interventi. Si distingue soprattutto per quelli aerei mentre con i piedi è chiamato spesso all’impostazione. Prova positiva con una piccola sbavatura su un rilancio sui piedi di un attaccante avversario, per fortuna senza conseguenze.

BASELLI: la qualità non era in discussione e a sprazzi l’aveva fatta vedere in queste due stagioni: gli riescono finezze mai fini a se stesse (intelligente il velo per Ljajic sul gol). A sorprendere semmai è la quantità che abbina negli ultimi tempi, tantissimi i suoi anticipi e i contrasti in ogni zona del campo.

HART: reduce dall’errore contro il Crotone, stavolta resta pressoché inoperoso e dunque ingiudicabile. Ben piazzato su un paio di conclusioni dalla distanza, nonostante l’uscita non riesce ad opporsi alla conclusione ravvicinata di Pellissier. In stand by anche la situazione riguardante il suo futuro.

ACQUAH: al rientro dopo la squalifica, la sua presenza si sente ed infatti la mediana è più solida e robusta. Certo, paga dazio in qualità ed in effetti il ghanese è protagonista negativo di lanci e passaggi fuori misura ma in questo modulo è indispensabile uno con le sue caratteristiche fisico atletiche.

ROSSETTINI: forma con Moretti ed inizialmente anche con De Silvestri e Avelar un pacchetto arretrato di esperienza e tutto sommato, pur con qualche apprensione, respinge gli attacchi clivensi. Sul gol però ancora una volta non riesce a impedire ad Inglese, spalle alla porta, di essere decisivo ribadendo i propri limiti su giocate del genere.

CHI SCENDE:

DE SILVESTRI: ancora una volta sfortunato, è costretto ad abbandonare il campo per un’elongazione alla coscia destra al 23’. Fin lì aveva sfiorato il gol di testa e fermato non senza qualche rischio Inglese in area. Ultime partite a rischio.


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poggiardo granata69
poggiardo granata69
8 anni fa

noto che alla fine i meriti di sinisa stanno venendo alla luce,nonostante sia stato spesso criticato.

Poeta del gol
8 anni fa

Chi scende: il pallone d’oro. Come si compete quando dall’altra parte scaricano in rete palloni su palloni? Potevano farne alle merde, no?

marziano
marziano
8 anni fa
Reply to  Poeta del gol

Pallone d’oro? Personalmente, è da anni che mi pare che sia una manifestazione sempre piĂą inquinata da interessi commerciali extra campo….poi ovvio che non sto dicendo che Messi e CR7 non siano quel che sono, ma è da anni che picchiano sempre lì. …

may
may
8 anni fa
Reply to  Poeta del gol

mi sa che allora alludevi alla “scarpa d’oro”, se parli di goal.

rokko110768
rokko110768
8 anni fa

Per la prossima stagione 4-2-3-1 e 4-3-1-2 i moduli. Col 4-3-3 sempre pronto alla bisogna. Servirà molta sostanza in mediana però un Baselli così me lo tengo ben stretto, sembra finalmente ben collocato tatticamente.

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