Il borsino granata: ecco chi sale e chi scende dopo la gara con il Pescara
Il Torino ha rispettato il pronostico e contro l’ultima della classe è tornato alla vittoria che mancava dallo scorso 22 dicembre, cogliendo così il bottino pieno per la prima volta nel 2017. Tutto bello, tutto facile, tutto anche molto divertente con il riscatto immediato di Falque e Ajeti, protagonisti negativi in quel di Empoli, col ritorno al gol dopo tre mesi del redivivo Ljajic. E con la doppietta del solito Belotti, sempre più simbolo di questa squadra che deve porsi come uno degli obiettivi principali di questo finale piuttosto anonimo di stagione quello di aiutare il proprio centravanti a segnare quanti più gol possibile e magari vincere la classifica marcatori per la quale è in piena lotta con i bomber delle prime della classe. E sì, perché il Gallo gioca per traguardi ambiziosi, pur essendo l’unico ad essere costante in questa squadra “umorale”. Tutto bello, dicevamo, ma fino ad un certo punto: senonché anche contro il Pescara, con un vantaggio di ben cinque gol, questa squadra è riuscita nell’impresa di complicarsi la vita. E di mettere in discussione anche quella che poteva/doveva essere una vittoria limpida, rilanciando i soliti discorsi di tenuta mentale. Come al solito, pur con interpreti in buona parte diversi, il Torino è riuscito a cedere il controllo agli avversari dopo aver subito il primo gol, a lasciarsi andare nella ripresa, stavolta durando per 75’, data la modesta caratura dell’avversario.
Mihajlovic nel post partita ha assolto i propri giocatori poiché sul 5-0 ci sta rilassarsi. E comunque dominare in lungo e in largo per quattro quinti di partita pur privi di cinque titolari (tre difensori e due centrocampisti) rappresenta una buona iniezione di fiducia. E si è giustificato anche dall’aver tolto dal campo l’esordiente Lukic, uno dei migliori fino a quel momento (“perché ammonito”) compromettendo gli equilibri della squadra.
In definitiva dopo questa gara restano alcune certezze: il Toro divertente di inizio stagione esiste ancora; i problemi di tenuta mentale ad un certo punto della partita anche; Lukic ed in parte Gustafson hanno dimostrato di poter avere un futuro in questa squadra; la difesa presenta delle carenze evidenti; Belotti è un giocatore di livello superiore imprescindibile per questa squadra ma che rischia di diventare sprecato se non crescono anche le ambizioni collettive; non ci si deve esaltare troppo per i cinque gol fatti né abbattersi più di tanto per i tre subiti poiché sono stati quasi tutti frutto di errori dei singoli difensori; tutto l’ambiente deve cercare di trovare un equilibrio, l’allenatore e i calciatori in campo, la Società nelle scelte, tifosi e addetti ai lavori nei giudizi.
CHI SALE:
LUKIC esordio dal 1’ promettente per il giovane serbo che conferma quanto di buono fatto vedere nei precedenti spezzoni. Buona personalità negli interventi, capacità di orchestrare la manovra e senso della posizione. Quando esce lui esce il Toro.
BELOTTI il Gallo non conosce sosta, sempre puntuale a cantare, in questo caso due volte: la prima al termine di un’azione personale dopo una fuga da centrocampo, la seconda con un colpo di testa a seguito di un perfetto inserimento. In più una sponda per il secondo gol e una presenza costante in ogni azione offensiva. E’ un top player della serie A e un valore inestimabile per questo Toro.
FALQUE si riscatta subito dal rigore fallito ad Empoli mettendo a segno il decimo gol stagionale da attaccante vero. Poi sparisce per lunghi tratti, commette qualche errore in disimpegno e torna ad incidere dopo un’ora con il cross per il quinto gol. Ci si aspetta la continuità dei mesi migliori.
LJAJIC in attesa che possa essere decisivo, torna al gol in un’altra goleada. E’ comunque un buon segno, anche e soprattutto per il morale. Ha battuto la punizione del raddoppio e cercato la via della rete in più di un’occasione prima di timbrare ed è stato protagonista anche nel terzo gol portando via gli avversari a Belotti.
BOYE’ pochissimi minuti nei quali cerca di mettersi in evidenza con qualche giocata ad effetto e una buona azione al limite dell’area conclusa però con un tiro altissimo. Tuttavia è stato preferito a Iturbe, il che significa che l’arrivo del paraguayano non lo ha relegato in una posizione inferiore nelle gerarchie del mister.
STABILI:
HART super Joe si supera compiendo una prodezza al 35’ su deviazione ravvicinata di Caprari: una parata da copertina con la quale si guadagna applausi e cori del pubblico. Un altro buon intervento poco prima di capitolare sul terzo gol e tanta rabbia per non aver potuto mantenere inviolata la propria porta.
MORETTI ancora una volta il migliore del pacchetto arretrato. Non sbaglia un colpo e cerca di guidare la difesa anche se nulla può in talune circostanze. Da applausi la sua prestazione e il gesto di ammettere una deviazione in corner non vista da Maresca.
BARRECA come spesso accade, la sua prestazione è la cartina di tornasole di quella collettiva: inizia benissimo, spingendo e confezionando il cross per il vantaggio, è preciso e puntuale anche in difesa con diagonali impeccabili ma è distratto nel finale poiché concede troppo spazio e dalle sue mancate chiusure nella sua zona arrivano i maggiori pericoli.
BENASSI anche la sua prestazione risulta divisa in due: propositivo e protagonista nel primo gol, collabora in fase di costruzione e inserimento offrendo molteplici soluzioni ai compagni, poi viene spostato al centro dove la desuetudine al ruolo gli fa commettere più di qualche errore in disimpegno.
OBI anche nel caso del nigeriano verrebbe da dire “nulla di nuovo”: energico, pressa con continuità, attivo e dinamico, morde le caviglie agli avversari e ruba preziosi palloni tra cui quello che porta al terzo gol. Fino alla tassa fissa dell’infortunio a fine primo tempo.
DE SILVESTRI cerca di giocare ordinato ed è efficace in chiusura leggendo bene le intenzioni degli avversari. Ma dimostra notevoli limiti tecnici nella gestione del pallone ed è correo in occasione del secondo e del terzo gol abruzzese.
GUSTAFSON subentra ad Obi giocando un tempo intero. Fa un po’ di fatica a trovare la posizione giusta, poi gestisce bene una ripartenza e ha una buona idea in area per Falque. Bene anche nel raddoppio di marcatura e nel contrasto. Pur con tutte le cautele del caso, buon debutto.
CHI SCENDE:
ACQUAH il suo ingresso coincide con il calo dei granata. Non è colpa sua altrimenti non si spiegherebbero tutte le altre partite nelle quali il ghanese era impegnato in Coppa d’Africa. Tuttavia, a parte qualche anticipo aereo, non brilla nella fase di costruzione e sembra avere batterie scariche.
AJETI non può bastare il gol realizzato – peraltro grazie ad una decisiva deviazione – a condonargli gli errori sui gol subiti (uno proprio con una sua autorete). Anche perché non sono stati gli unici nell’arco del match nel quale “sfoggia” palloni persi malamente, buchi clamorosi e rilanci sui piedi degli avversari.
Anche se contro una squadra un po’ demotivata e poco rabbiosa Obi ha giocato bene, ha dato robustezza e solidita’ al centrocampo. Non e’ la prima partita in cui lo vedo giocare cosi’ anche con buona cattiveria, per me indispensabile. Peccato che di robustezza non ne abbia nei suoi muscoli…
già essere durati 75 minuti è una novità.magari vuol dire che più avanti riusciremo a fare 90 minuti buoni…
Stabile: il Toro… non si riesce a fare sto cacchio di salto di qualità! Come dicono in molti, 3 cinquine non possono essere un caso, ma non può essere un caso nemmeno il calo evidente dei secondi tempi (ieri limitato ai 20 minuti finali). Si può sperare che dopo un… Leggi il resto »