Gli ex di Sampdoria-Torino / Quagliarella è l’unico doriano con un passato granata. Zaza e Soriano i “nuovi” ex arrivati dal mercato
Non sarà l’avvio al fulmicotone di un anno fa, ma Fabio Quagliarella è sempre al centro della Sampdoria di Giampaolo. Meno gol – tre rispetto ai sei dell’avvio da record della passata stagione -, qualche assist in più, fascia da capitano al braccio e ruolo da leader incontrastato: il 27 sarà un pericolo anche per il Torino, a Marassi, nella sfida di domenica. Basti vedere il gesto tecnico con cui ha fatto fuori Biglia e Musacchio nella sfida contro il Milan: un controllo orientato da strabuzzarsi gli occhi, poi seguito da un assist perfetto per il pari momentaneo di Saponara. “Un controllo così lo faranno tra dieci anni”, ha detto alla telecamera dopo aver esultato con i compagni. Consapevolezza e cinismo, perché il 2-1 di dieci minuti dopo è tutto suo.
Quagliarella, in Sampdoria-Torino è un ex da tenere d’occhio
Per Mazzarri sarà un pericolo da tenere sotto controllo, per lui sarà un’altra gara da ex ingombrante. Fabio da Castellammare, infatti, è cresciuto al Torino: una stagione e mezza in prestito al Chieti, poi il ritorno con 7 gol in 34 partite di B. Il fallimento del club porta all’addio, ma la storia non finisce certo qui. Nell’estate 2014, dopo un lungo girovagare, il 27 torna alla base: un anno e mezzo, 109 presenze e 32 gol, poi lo strappo. La rottura insanabile con la tifoseria, nata dopo una mancata esultanza dopo un gol contro il Napoli (“Un modo per mettere fine agli screzi”, dirà in futuro), segna l’addio: direzione Samp. E a Marassi toccherà un nuovo confronto con il passato. Dopo i fischi dell’anno scorso – al “Grande Torino” – e alcune dichiarazioni importanti: “I tifosi possono pensare quello che vogliono, ma io rispetterò sempre il Toro”.
Sampdoria-Torino, gli altri ex della partita: da Mazzarri a Zaza
Non solo il Quaglia, tra gli amarcord di Sampdoria-Torino. Mazzarri al “Ferraris” ha costruito una carriera, dall’alto delle sue 99 panchine, del sesto posto del 2008 e della finale di Coppa Italia conquistata l’anno successivo: ottimi trampolini di lancio per conquistarsi il Napoli. Anche per Simone Zaza, la Doria ha rappresentato il balzo definitivo verso l’esplosione: in blucerchiato arriva nel 2010, esordisce in A in un derby contro il Genoa e da lì parte per una serie di prestiti – Viareggio e Ascoli su tutti – che porteranno all’acquisto in compartecipazione tra il Sassuolo e la Juventus. Storia diversa per Soriano che invece a Genova ci è cresciuto in pianta stabile – al netto di una stagione ad Empoli – prima di volare in Spagna. Nell’agosto 2016, l’addio, pochi giorni prima rispetto a quello di De Silvestri, approdato proprio al Torino. Il 29 granata, in blucerchiato, aveva messo in fila quattro stagioni a buoni livelli: 114 presenze, 9 gol e un amore mai intaccato con la città.
Avessimo lui come centravanti saremmo già in champions; giocatore di grande tecnica e intelligenza mandato via troppo in fretta per dar spazio ad un giovane in ottica plusvalenze; peccato che quel giovane segna solo a porta vuota (quando riesce a stoppare un pallone)
Peccato x quello che poteva essere e non è stato….quando ti vedevo con quella maglia…si…quella….mi dava un’enorme dispiacere…..