La storia dei numeri 10 del Toro è piena di grandi campioni che farebbero invidia a qualsiasi top club del calcio italiano, e non solo.

La storia dei numeri 10 del Toro è piena di grandi campioni che farebbero invidia a qualsiasi top club del calcio italiano, e non solo. Senza nulla togliere a Saša Lukić, l’attuale numero 10 in maglia granata dal 2018, andremo a ripercorrere la storia di questo numero simbolo di estro e fantasia che ha saputo incendiare la tifoseria dell’Olimpico di Torino. Ma prima, un rapido sguardo alla situazione attuale in campionato.

Gli uomini di Ivan Jurić si sono lasciati ormai alle spalle i mondiali in Qatar, con lo stesso Lukić in forza nelle file della Serbia insieme ai connazionali Radonjić e Milinković-Savić. Anche Ricardo Rodríguez con la Svizzera e Nikola Vlašić con la Croazia hanno terminato positivamente la loro esperienza mondiale e, ad oggi, i granata sono ancora in corsa per un posto in Europa League come si evince anche dalla comparazione quote a cura di topbonus.info. Alla diciasettesima giornata di campionato la classifica recita decimo posto a pari con la Fiorentina e –8 da Lazio e Roma, gli unici due posti disponibili per una vetrina europea. A lottare per i due pass anche Atalanta e Udinese, che sembrano avere una marcia in più. 

Per puntare in alto serviranno prestazioni di gran lunga migliori, soprattutto da parte di Lukić, che finora ha messo a segno solo 2 reti e 0 assist. Un po’ poco per un numero 10 che vuole puntare in alto. Prima di lui, il 10 è appartenuto a Iago Falque, lo spagnolo cresciuto nelle giovanili di Real Madrid, Barcellona e Juventus. Un talento che ha ben meritato di vestire l’ambito numero, con 108 presenze e 32 reti messe a segno tra il 2016 e il 2020. Purtroppo, l’epilogo non è dei migliori: dopo una stagione tormentata, quella 2018-19, segnata da infortuni e da un modulo che non lo esalta, metterà a referto solo 4 presenze nella stagione successiva (l’unica, tra l’altro, dove scelse di indossare il 10).

Un altro dieci che merita una nota di merito in questo remainder è Adem Ljajić. Il serbo, arrivato insieme a Iago Falque e voluto fortemente dall’allora tecnico Siniša Mihajlović, è stato forse il talento più puro a vestire il 10 del Torino. Dal 2016 al 2018 ha realizzato 18 reti in 65 presenze complessive, e insieme al già citato Falque e a Belotti hanno composto uno dei tridenti più forti degli ultimi anni. La sua avventura torinese dura solo due anni. Verrà trasferito in prestito con obbligo di riscatto al Beşiktaş, dove percepirà uno stipendio che è più del doppio di quello precedente. Verrà riscattato lo stesso anno.

Andando ancora a ritroso negli archivi granata troviamo l’attuale capocannoniere di tutti i tempi in serie A ancora in attività: Ciro Immobile. Ha vestito la numero 10 solo per sei mesi, nella parentesi torinese prima del trasferimento alla Lazio, ma è stato capace di realizzare comunque 5 gol in 14 giornate di campionato. I tifosi del Toro lo ricordano però per le prodezze della stagione 2013-14, dove Ciro ha messo a segno ben 22 reti in appena 33 partite e ha trascinato i suoi alla qualificazione per la Uefa Europa League dopo venti anni.

Un altro dieci meritevole di citazione è Alessandro Rosina, che grazie alle sue 42 presenze e 12 gol contribuisce in modo sostanziale al ritorno in serie A nella stagione 2005-06. Viene soprannominato Rosinaldo per le sue qualità tecniche e i suoi numeri da vero brasiliano. Diventerà anche capitano del Torino, giocando complessivamente 148 partite e segnando 39 reti.

Questi sono, considerando solo la storia recente, gli ultimi numeri 10 che hanno lasciato un segno nel Torino, ma a voler scavare nei ricordi non possiamo non citare Marco Ferrante, Walter Casagrande, Martin Vazquez, Giuseppe Dossena, Abédi Pelé, Enzo Francescoli, Gigi Meroni, Renato Zaccarelli e Claudio Sala. Per arrivare al 10 per eccellenza, della storia del Toro: Valentino Mazzola, il capitano del Grande Torino.

Stadio Grande Torino
Stadio Grande Torino

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