Dopo le tante critiche, finalmente una reazione. E positiva. Non nervosa, come era capitata in passato, quando di fronte ai fischi arrivavano gesti di stizza, figli di un nervosismo che chiaramente incideva anche sul campo. Il ruolo del portiere è delicatissimo: si è sempre sotto la lente di ingrandimento. E Daniele Padelli, che di certo in questi tre anni di Torino impeccabile (a livello di rendimento in campo) non è stato, questo lo sa molto bene. Fin troppo, anzi, avendo esperito sulla stessa pelle quanto possano diventare assordanti, brucianti, le critiche di fronte a errori banali e marchiani, che sono sovente costati dei punti alla squadra. Come lo scorso anno, anche in questa stagione Ventura ha deciso di concedere al portiere delle partite di pausa. Un modo per lavorare su se stesso, per capire cosa si sbagliava.

 

Al di là di un discorso tecnico, al giocatore era sembrata mancare, di recente, anche quella serenità che potesse permettergli di uscire prima sui palloni e con efficacia, oppure di rinviare nel migliore di modi verso il compagno più libero. I fondamentali, insomma, che in un giocatore di Serie A non possono mancare. Mai. La panchina, quindi; ma il lavoro, costante, in allenamento. E la reazione. Dopo la gara contro la Fiorentina, l’estremo difensore è tornato tra i pali (rimandando in panchina Ichazo), e già contro il Verona, in casa, aveva dato segnali diversi: più coraggio nelle uscite, soprattutto, dove spesso il suo contributo era venuto a mancare. In quattro gare ha subito 4 gol, ma nessuno con colpe particolari: contro la Sampdoria, male ha lavorato la difesa; contro il Chievo è stato beffato da un autogol di Peres e da un calcio di rigore di Birsa; ieri, contro il Palermo, di nuovo una retroguardia non impeccabile lo ha costretto a raccogliere il pallone insaccato in rete.

 

Ma proprio contro i rosanero, il giocatore ha dato una dimsotrazione di forza notevole, sia nell’atteggiamento, sia proprio nelle parate, che hanno permesso al Toro di blindare la porta e, finalmente, tornare a vincere. È la prima volta che, in questo campionato, e in maniera così netta, una buona parte della vittoria della squadra di Ventura arrivi anche grazie al portiere. Ed è un segnale da non sottovalutare. Padelli sta crescendo, ma quattro partite non possono essere sufficienti. La sfida più bella, e più stimolante, è arrivata ora: dimostrare che questo periodo non è una fase estemporanea dovuta a una reazione, ma che le qualità, davvero, ci sono. In gioco, c’è la conferma per il prossimo anno. Non proprio una cosa da poco.

 

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