L’ex granata sul momento del Toro: “Niang, Ljajic e Iago devono migliorare dietro. L’inverno ci dirà a cosa può puntare la squadra”

Eraldo Pecci, dopo il derby questo Toro potrà avere qualche scoria in vista della partita contro il Verona, soprattutto a livello di testa?
No, non credo che contro un avversario come il Verona possano esserci problemi dal punto di vista della preparazione. Ci stava perdere una partita come il derby, certo che si è perso molto male, però è nell’ordine regolare delle cose. Ma domenica non credo possano esserci difficoltà, dal momento che ci sono due squadre non ancora pronte per questo campionato, il Benevento e proprio il Verona; se abbiamo dei problemi contro di loro… E’ vero che abbiamo fatto fatica anche a Benevento, però, contro la squadra di Pecchia non ci saranno problemi.

Dalla pesante sconfitta contro la Juventus, il Toro ne esce leggermente ridimensionato guardando alle alte aspettative date dal mercato?
Guarda, è un campionato questo in cui ci sono quattro o cinque squadre più forti, altrettante che sono nettamente più deboli e tutte le altre sono lì a metà classifica a giocarsela. E tra queste c’è anche il Toro che ha una rosa per poter fare un buon campionato e, finora, ha una buona classifica: quest’inverno vedremo cosa succederà. Il calcio, al di là del valore assoluto delle rose, è fatto anche e soprattutto di chimica, di modi di stare insieme e di crescere. Ora bisogna vedere chi diventerà prima squadra: chi ci riuscirà potrà essere la rivelazione dell’anno, come lo è stata l’Atalanta o il Leicester in Inghilterra.

Di fronte il Toro ha adesso due partite abbordabili: il Verona in casa e, dopo la sosta, il Crotone in trasferta. Obiettivo sei punti per ridare fiducia all’ambiente e mettersi in una buona posizione rispetto alle dirette concorrenti…
Per ciò che riguarda la fiducia dopo il derby perso non credo sia un grosso ostacolo: non ne abbiamo vinti per vent’anni, ormai noi granata siamo quasi abituati a mettere da parte quella partita (ride, ndr). Però attenzione, se quella contro il Verona non sembra una partita in grado di offrire particolari insidie, quella a Crotone potrebbe dare qualche problema in più. Già l’anno scorso la squadra di Nicola, anche se è inferiore al Toro, ha dimostrato di poter far male. E’ già un collettivo che ha una chimica importante. Per cui con il Crotone vinci, ma te lo devi guadagnare.

Niang è stato finora una delle grandi incognite di questo Toro, tra prove anonime e pochissimi spunti interessanti. Come giudica il suo arrivo in granata?
Io non lo conosco, per cui aspetto a giudicarlo dopo che avrà fatto venti partite. Per adesso mi limito a dire che queste tre mezze punte, Niang, Ljajic e Iago, sono portate a giocare in un modo estremamente offensivo e, anche per questo, il Toro in generale è una squadra che difende poco e prende molti gol. Questi tre ragazzi, anche se rientrano, non hanno poi la capacità di contrastare efficacemente. E non basta costruire una strategia difensiva del tipo “tutti avanti, tutti indietro”, bisogna crescere sulle capacità di difendere. Contro la Juve c’è stato un corner (quello da cui è scaturito il gol del 3-0, ndr) in cui Alex Sandro ha colpito di testa in mezzo a tre giocatori del Toro che lo hanno a malapena guardato. Questo vuole dire che se uno non è capace di contrastare è inutile che ci siano i meccanismi di ripiegamento per essere sempre in superiorità numerica. Se giochi in questa maniera devi sapere che subirai tante reti, ma dovrai farne una in più degli avversari. Poi, se guardiamo bene, anche la Juve gioca con lo stesso schieramento tattico, solo che Mandzukic in una partita recupera 20 palloni, Ljajic credo ne recuperi uno.

In cosa può essere determinante Mihajlovic, con le sue doti di motivatore, per raggiungere l’Europa?
Io credo che in questo secolo ci sia stato uno, al massimo due allenatori che hanno cambiato il calcio, per il resto sono i giocatori: chi ha i giocatori migliori vince, non ho mai visto un allenatore fare un gol. Tu da allenatore puoi inventarti quello che ti pare, ma se non hai Messi o Ronaldo o Lewandowski alla fine non vinci niente.

A proposito di Mihajlovic, dopo il derby a “Il sabato della DS” – di cui Pecci è ospite fisso – c’è stato un piccolo siparietto tra voi due, in cui il tecnico, rispondendo ad una sua domanda, ha affermato: “Non so se lei capisce di calcio…”. Ci può spiegare?
Lui aveva perso un derby ed era un po’ nervoso. Credo che nessuno sia depositario della verità, ognuno ha le sue idee e io credo che quando giochi contro una squadra più forte e vai sotto sia più difficile recuperare e farne uno in più. Per cui forse è meglio non subirne uno prima. Sabato, poi, c’è stato anche questo problema dell’espulsione, però mi sembra di aver visto venti occasioni della Juve e nessuna del Toro. Ci sono molti modi di giocare a calcio, senza neanche inventarsi cose troppo nuove, ed è vero che un punto in questo campionato non serve a molto, visto che con la vittoria ne prendi 3. Per questo è giusto che il Toro – che non rischia mai di retrocedere – cerchi ad ogni costo di vincere, piuttosto che accontentarsi del pareggio. Però è anche vero che se rimani sullo 0-0 puoi sempre cercare di vincere 1-0, per cui ci sono diversi modi di vedere il calcio e ognuno ha diritto di difendere i propri punti di vista.


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FanfaronDeMandrogne (bracciamozze, petracchio, mercenari da strapazzo)

Et voilà: ecco la diferenza tra un Signore che è parte della Nostra Storia e che capisce di calcio giocato e un asino buzzurro isterico che ha fatto della boriosità, della maleducazione e della strafottenza la sua ragion d’essere e che di calcio non ha capito, non capisce e non… Leggi il resto »

toro-juve 3-2
toro-juve 3-2
6 anni fa

sono contento di questi commenti perche’ ho scritto molte cose di quello che dice eraldo. tra cui la nostra incompiuta fase difensiva che, in un modulo come il nostro, non puo’ prevedere tre attaccanti che ripiegano poco e contrastano ancora di meno. come gia’ ribadito da eraldo e come ho… Leggi il resto »

papabeco
papabeco
6 anni fa

Non ha veramente più senso continuare a fare paragoni tra Miha e Ventura, nè per come intendono il calcio, nè per le loro caratteristiche caratteriali: Proviamo a dire così: Ventura è il passato, Miha è il presente, concentriamoci sul futuro…..

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