Il centrale romano ha vissuto una prima parte di stagione da seconda linea: ora il possibile (anche se parziale) ritorno al 3-5-2 può dargli nuove opportunità

Le occasioni arrivano anche a 36 anni, dopo una carriera ricca di soddisfazioni e un’avventura, quella al Torino, che ha portato così tanti frutti. Emiliano Moretti sogna di riscoprirsi indispensabile, ancora una volta, nel nuovo Toro di Walter Mazzarri, sfruttando una ghiotta opportunità, quella della difesa a tre. Uno schieramento che il difensore romano conosce bene, avendolo interpretato in buona parte delle sue 160 presenze in granata, oltre che ovviamente in altri momenti della sua ventennale carriera. E il progetto del Torino camaleontico impostato da Mazzarri potrebbe venirgli incontro, in questo senso. Il passaggio alla retroguardia a tre non sarà stabile – impossibile, infatti, pensare di penalizzare eccessivamente il parco attaccanti costruito in estate – ma arriverà all’occorrenza, come già accaduto nella trasferta di Reggio Emilia. Contro il Sassuolo era stato proprio l’ingresso di Moretti a segnare il cambio di modulo: contromisura piuttosto necessaria per arginare la brillantezza e la voglia dei padroni di casa.

E le indicazioni sono state positive, tanto per la squadra, quanto per il numero 24 che, dopo qualche minuto utile a grattare via la ruggine, ha offerto la consueta prova ordinata. Già, la ruggine, quella accumulata nelle tante panchine degli ultimi mesi a cui il classe ‘81 non era più abituato. Solo dieci presenze in campionato, tutte risalenti ai primi mesi della stagione. Fino alla sfida del 5 novembre contro l’Inter e all’esplosione di Burdisso. Da lì in poi, Mihajlovic gli aveva costantemente preferito il centrale argentino o, dopo il recupero dal primo infortunio alla caviglia, Lyanco. Sembrava arrivato il momento di fare un passettino indietro, di essere la riserva utile solo nelle situazioni di emergenza.

Il colpo di coda era però dietro l’angolo. Mazzarri gli ha dato fiducia fin dalla prima seduta al Filadelfia e, complice un piccolo problema fisico occorso a Burdisso, non ha esitato a lanciarlo subito nella mischia contro il Bologna. Ora, la difesa a tre potrebbe offrirgli nuove occasioni per stupire ancora e, magari, per decidere cosa fare di quel contratto in scadenza a giugno. Con la consapevolezza, in ogni caso, che sarà sempre lo spirito a fare la differenza, al di là della carta d’identità.


16 Commenti
più nuovi
più vecchi
Inline Feedbacks
View all comments
Mimashi
7 anni fa

Ancora con sto “Toro camaleontico” ahahahah

urto (andrea)
7 anni fa
Reply to  Mimashi

mimashi….ho cercato le caratteristiche del camaleonte…. e poi dimmi che non si abbinano bene… non essere così critico a priori… Camaleonti: Sono contraddistinti da numerosi elementi peculiari: la capacità di mutare colore, la lunga lingua retrattile e appiccicosa con cui catturano gli insetti, e i grandi occhi che possono ruotare… Leggi il resto »

LoviR53
7 anni fa

Difesa titolare: Lyanco a destra, N’Koulou al centro e Bonifazi a sinistra……e i vecchi Moretti e Burdisso, se si accontentano della panchina bene, se no altri, magari giovani anche del vivaio………

Pedric
7 anni fa

Tira aria di rinnovo

Torino, De Silvestri: “Daremo il 120%: dobbiamo continuare a migliorarci”

Torino, Moretti: “Abbiamo voglia di tornare a vincere”