I granata non possono più fermarsi dopo le belle risposte ottenute durante la gara con il Bologna
Parola d’ordine in casa granata dopo la bella vittoria contro il Bologna: confermarsi. Confermarsi dopo domenica sera è divenuto un mantra, una sorta di obbligo morale/sportivo che d’ora in avanti accompagnerà le prestazioni della squadra allenata da Jurić, padrona del campo contro i rossoblù sia a livello di occasioni create sia a livello di gioco espresso. Aver dominato la formazione felsinea praticamente dall’inizio alla fine non può essere un bell’episodio isolato, quanto la prova provata di quel definitivo salto di qualità che i granata hanno effettivamente compiuto, almeno a giudicare dal recente 2 a 1 ottenuto. E tutto ciò dovrà risultare ancor più veritiero dalla prossima partita contro il Verona; il Verona, lo ricordiamo, viene da una sconfitta abbastanza netta contro l’Atalanta per 2 a 1 e da una vittoria con i brividi per 4 a 3 contro il Venezia. Insomma, non sembra proprio in un periodo di forma eccezionale, dunque il Torino tra pochi giorni dovrà approfittarne, scendendo in campo con quella maturità mentale e con quell’anima di squadra appena acquisite che le hanno permesso di uscire, con merito, dalle sabbie mobili delle zone meno nobili della classifica di Serie A. I punti conquistati oggi sono 22, che equivalgono a un discreto 13° posto. Non male, ma si può fare meglio, sempre se la formazione granata riuscirà appunto a confermarsi.
Un’identità ben precisa
Questo Torino, come ha ricordato Jurići ncalzato dai cronisti in sala stampa, finalmente ha fatto quel definitivo salto di qualità che tutti si aspettavano; Lukić, in particolare, è l’emblema della rinascita granata, perché è stato proprio lui, il “Piccolo Pirlo” del centrocampo, soprannome magari esagerato ma certamente evocativo quanto quello della Pulce Atomica Messi, a trascinare la squadra verso la bellissima vittoria ottenuta contro il Bologna. Vittoria che deve rappresentare un punto di inizio, ora che l’11 titolare sa cosa fare quando scende in campo, ora che possiede un’identità ben precisa. Il progetto Jurić basato sulla crescita di giovani molto interessanti dopo un avvio di stagione alquanto “balbettante” sta prendendo il largo, e continuerà a farlo, ma solo se anche contro il Verona si osserverà quanto di bello visto domenica scorsa contro il Bologna. Poi sarà la volta della fortissima Inter di Inzaghi, un esame forse proibitivo anche per questo Torino, ma è meglio non pensarci ora. Meglio pensare piuttosto a una cosa per volta.
Che pagelle!
Oltre all’immenso Lukić, contro i rossoblù hanno fatto la differenza anche Bremer, che ha annullato Arnautović, e Pobega, aggressivo quanto basta per calamitare su di sé tutti i palloni. Una menzione speciale a dire il vero andrebbe a Sanabria, che segnando e sbloccando la partita si sta ritrovando. Certo non ha ancora quel killer instinct che dovrebbe avere un attaccante del suo calibro per trascinare, come sta facendo Lukić, la squadra sulle sue spalle, prova ne è quanto sbagliato a inizio ripresa sul cross di Singo, tuttavia la strada è quella giusta. E la strada è quella giusta non solo per lui ma per tutto il Torino, che sta colpendo positivamente i tifosi granata grazie a quella rabbia agonistica che solo un ottimo allenatore come Jurić è in grado di tirare fuori dai propri ragazzi. Per 80 minuti contro il Bologna c’è stato solo il Torino, è bene non dimenticarlo.
E se anche Zaza…
E se anche Zaza riuscisse a dare il suo apporto per la causa granata, forse il Torino a questo punto della stagione avrebbe potuto occupare anche il 12° o il 11° posto in classifica! Il ragazzo ha bisogno di trovare continuità, soprattutto adesso che si sta un po’ perdendo, visto che sta trascorrendo la sua vita professionale relegato in panchina – Sanabria in questo momento, diciamocelo, è un intoccabile. Per il Torino per confermarsi e per confermare il definitivo salto di qualità avrà bisogno anche di un Zaza diverso, più presente a se stesso e pronto a fare la differenza, anche con un minutaggio con il contagocce.