Esclusiva / Rolando Bianchi commenta l’arrivo del tecnico toscano in granata: “Sa tirare fuori il massimo da tutti, anche Ljajic può tornare a rendere al massimo ”
Numero 9 sulle spalle, fascia da capitano al braccio, spirito da combattente. Nei ricordi di molti tifosi granata Rolando Bianchi appare così. 169 presenze a Torino, ma soprattutto quei 77 gol che gli sono valsi un posto nella top ten dei cannonieri granata di tutti i tempi. Un pezzo di storia, insomma. Ma anche un profondo conoscitore di Walter Mazzarri, chiamato a sostituire Sinisa Mihajlovic sulla panchina del Toro. Con il tecnico di San Vincenzo, infatti, l’attaccante di Lovere fece registrare una stagione da record: 18 reti in 37 presenze nella Reggina dei miracoli, partita con un pesante -11 in classifica, ma capace al termine del campionato di conquistarsi la permanenza in Serie A. Questione di feeling.
Rolando Bianchi, Mazzarri è il nuovo allenatore del Toro: i granata si sono messi in buone mani?
Assolutamente sì. Io ho avuto la fortuna di averlo a Reggio Calabria: è veramente un allenatore eccezionale, fa segnare gli attaccanti e sa tirare fuori il massimo da tutti. Sono convinto che farà le fortune del Torino. Io quando ero in granata ho sperato che venisse qua ad allenare ed è stato molto vicino: addirittura lo chiamai per cercare di convincerlo. Per tutto questo sono convinto che il Toro sia nelle mani giuste.
Quali sono i suoi punti di forza?
Ha delle idee di gioco ben precise e quindi la squadra ha delle certezze. E quello vuol dir tanto. Poi lui è molto bravo nel gestire il gruppo. L’unico suo difetto, se possiamo considerarlo tale, è che non sa far vedere agli altri ciò che è veramente. Mi spiego: talvolta non sa trasmettere all’esterno quello che lui realmente è all’interno dello spogliatoio. Ma al di là di questo è davvero un grande allenatore, oltre che una grande persona.
Qual è stata la chiave del suo feeling con Mazzarri in quella stagione a Reggio, nel 2007?
Sicuramente al mister devo dire grazie. Il feeling è nato subito: se un allenatore è capace di far sentire importante un giocatore, allora il giocatore rende al massimo. E lui è bravo in questo: fa rendere al massimo tutti i suoi giocatori. Lì alla Reggina, chiunque giocasse dava il 100%, era un allenatore che ti portava ad esprimerti al meglio. In quella stagione, iniziai con una tripletta al Palermo, poi feci un gol al Cagliari alla seconda. Poi per quattro o cinque partite non andai a segno, lui mi si avvicinò e mi disse: “Rolando, stai tranquillo che il gol arriva”. La domenica dopo ritrovai la rete e da lì non mi son più fermato. Riesce a comprendere i momenti di calo di un giocatore e infondergli fiducia, una cosa che molti allenatori oggi non riescono a fare perché pensano solo al risultato. Lui invece mette la persona davanti ad ogni cosa.
La stagione del Toro è ad un punto di svolta?
Io sono convinto che l’allenatore sia quello giusto. Farà divertire l’ambiente granata e permetterà di uscire dagli alti e bassi che hanno caratterizzato la prima parte della stagione del Torino.
Facciamo un passo indietro: secondo lei, dove si è realizzato il fallimento di Mihajlovic?
Io non sono nello spogliatoio e non posso dare un giudizio, ma sicuramente una squadra come il Toro, costruito con investimenti importanti non può permettersi questi continui alti e bassi. Poi il fattore scatenante può anche essere ricercato in qualche uscita fuori luogo da parte dell’allenatore in determinate situazioni che ha convinto la società a fare questo tipo di scelta, dura ma necessaria. Come detto, comunque, io Mihajlovic non lo conosco e non posso dare giudizi.
Una sorpresa ed una delusione di questo Toro.
Iago Falque mi ha sorpreso tantissimo. Mi aspetto qualcosa in più da Ljajic: sono convinto che sia un giocatore fenomenale e credo che con Mazzarri possa tornare a rendere al massimo. Ha delle qualità tecniche che pochi hanno deve solo convincersi di questo ed essere più continuo.
Niang sembra avere ritrovato condizione e voglia nelle ultime uscite: che idea si è fatto dell’attaccante senegalese?
Primo cambio che ha fatto Mazzarri, sebbene forzato: l’ha messo punta centrale. Io non lo vedevo attaccante esterno nel 4-3-3 e l’ho sempre detto. Per me è più una seconda punta perché è prestante fisicamente, ma fa più fatica a difender palla. Però ha delle qualità importanti ed è veloce.
Riguardo a Belotti, invece: l’arrivo di Mazzarri può aiutare il Gallo a ritrovare la via del gol?
Io sono convinto che Belotti nel girone di ritorno farà una miriade di gol perché Mazzarri sa sfruttare al massimo le caratteristiche degli attaccanti. Ma è bravo anche a far divertire i difensori perché gioca con la linea molto alta, in modo aggressivo: un gioco coordinato, ma offensivo, non lento, macchinoso (e noioso) come alcuni allenatori facevano vedere.
Nel presente e nel futuro del Toro c’è Walter Mazzarri, ma nel presente e nel futuro di Rolando Bianchi che cosa c’è?
Sinceramente mi piacerebbe giocare, ne ho tanta voglia e sto bene fisicamente. Poi il mondo del calcio è un po’ particolare e se vedrò che non riuscirò a trovare la soluzione giusta allora farò altri tipi di ragionamenti. Ho già iniziato il corso allenatori e mi piacerebbe iniziare questa carriera, ma lo farò solo quando avrò deciso di appendere gli scarpini al chiodo. E non è ancora arrivato il momento perché ho talmente tanta voglia di giocare che non me la sento proprio. Poi se a gennaio non arriverà la proposta giusta, allora inizierò un altro percorso.
Paracarro o meno, del tutto scarso non era visto che anche senza contare la serie B, prima di venire al Toro aveva fatto 18 reti nella Reggina e da noi ne fece 8 il primo anno giocando praticamente solo la seconda parte da titolare e 11 l’ultimo anno quando Ventura… Leggi il resto »
@carbonaro, boccalone sei tu che non sai in quale nazione vivi, in quale anno vivi. Sei tu il boccalone che è rimasto imprigionato in un mondo che non esiste, se non nella tua mente. Sei tu boccalone che credi che gli attaccanti debbano essere bravi in tutto. Ma non sei… Leggi il resto »
“paracarro” è ancora un’espressione gentile per come la vedo io