Ansaldi ha ragione: diamoci tutti una calmata

Un Toro molto nervoso, in campo e fuori, ha mostrato di non avere ancora quella maturità necessaria a fare il salto di qualità tanto atteso

Sul piano dei nervi non c’è stata partita: quella l’ha vinta il Toro. Agitato, sempre pronto a protestare con l’arbitro, nervoso, insofferente. Non è un caso che Ansaldi inquadri il problema senza troppi giri di parole: “Dobbiamo stare più calmi, sia dentro che fuori dal campo altrimenti poi siamo nervosi tutti”. Richiama tutti all’ordine, invita alla calma l’argentino: anche perché nervosismo vuol dire mancanza di tranquillità, quella che ti porta a sbagliare più facilmente e a commettere ingenuità – vedi quella di Bremer – che possono costare davvero care. Ed è successo anche a Parma, dove un Toro più preoccupato ad arrabbiarsi ad ogni fischio del direttore di gara che a giocare ha perso lucidità e partita.

È un carico ingombrante per una squadra che ha appena cominciato il campionato e che spesso ha mostrato, in campo ma anche fuori (anzitempo la partita è finita anche per Frustalupi e Mazzarri) di essere costantemente in preda all’agitazione. Specialmente nell’affrontare squadre alla sua portata, al contrario di quando ha di fronte sfide più complicate capaci di tirar fuori quello che ieri è mancato.

Un difetto che indica quanto questa squadra non sia ancora abbastanza matura per poter fare il famoso salto di qualità, quello che ci si aspetta da un gruppo rodato come il Toro, che rispetto allo scorso anno ha cambiato pochissimo e che ha iniziato prima di tutti, potendo lavorare già dai primi di luglio. Meno pillole tattiche, più serenità: anche così si vincono le partite.