L’allenatore ha saputo aspettarlo, metterlo a suo agio in campo e ora il Torino raccoglie i frutti di un lavoro partito da lontano
Gol, assist, giocate. Qualità, impronta sulle partite. Tutto quello che da Vlasic ci saremmo aspettati con più continuità, in queste due stagioni e mezzo. In tutta onestà il croato non ha cominciato così male, almeno fino al Mondiale del 2022, dal quale poi è tornato trasformato. Da allora un anno e mezzo in cui Juric ha provato in ogni modo a recuperarlo: la dirigenza ha scelto di riportarlo a Torino dopo una prima stagione di alti e bassi, investendo una cifra importante. Ma è stato Vanoli, in questi ultimi mesi, a trovare la giusta chiave per poterlo finalmente presentare così ai tifosi. Determinante, sereno: Vlasic gioca, segna, fa segnare, entra in tutte le azioni più importanti. La svolta tattica gli ha dato certamente una mano ma è stato un percorso al quale è arrivato grazie alla fiducia che dal primo giorno Vanoli ha riposto in lui. L’allenatore lo ha aspettato, gli ha dato più tempo, lo ha voluto al 100% a livello fisico, poi ha iniziato a lavorare su altri aspetti. Oggi è il giocatore in grado di risolvere la partita con una giocata, come avvenuto ieri, anche in una partita così sofferta e in cui la squadra ha brillato meno del solito. Allenando la mentalità del gruppo e quella di Vlasic, Vanoli è riuscito a dare una scossa al Torino: però poi le partite le decidono i fuoriclasse e il segreto è crederci e aspettarli.
