Un anno fa alla diciottesima il Torino era penultimo, ora ha più squadre dietro che davanti. Ma proprio adesso deve avere ancora più fame
Alle vittorie casalinghe, fortunatamente, avevamo iniziato ad abituarci da qualche tempo, alla parte sinistra della classifica invece no. E dopo gli ultimi due anni quasi non ci si fida proprio di quella classifica, sembra strano vedere più squadre dietro che davanti: basti pensare che un anno fa, di questi tempi, se ci si voltava si vedeva solo il Crotone alle proprie spalle e si era completamente immersi alla zona retrocessione. Ora alla B non ci si pensa proprio (a meno di metà campionato quei 15 punti di distanza dal Genoa sembrano già un abisso incolmabile) ma non si pensa nemmeno con troppa convinzione che questo Torino possa andare a prendere qualcuna delle prime sette, nonostante la distanza sia appena di 6 punti.
Nonostante Juric, nonostante Pobega, nonostante una solidità difensiva ritrovata, si fa ancora fatica a fidarsi totalmente di questa squadra, c’è ancora un po’ di timore che tutto quanto di buono costruito finora si riveli un castello di carta pronto a crollare al primo soffio di vento. Di pensare all’Europa in effetti non è ancora il caso, è giusto tenere i piedi per terra, ma guai ad accontentarsi di questo decimo posto, dei risultati positivi in casa e di quanto di buono fatto finora. Il Toro deve continuare ad avere fame di gioco e risultati, puntare a migliorarsi e cercare di scalare la classifica, provare a guadagnare un’altra posizione, poi un’altra ancora e così via: deve essere questo l’atteggiamento da seguire, perché solo così si può crescere e creare entusiasmo.
A fare da garante che le tentazioni accontentiste siano bandite dallo spogliatoio granata non può che essere Juric. L’allenatore ha spiegato che da dopo la partita contro il Cagliari ha notato un cambiamento nella sua squadra, ha visto maggiore voglia di fare risultato, maggiore convinzione (forse non in tutti ripensando alla partita di Coppa Italia contro la Sampdoria, dove ha voluto dare spazio anche a chi ha giocato meno), ha visto i “suoi ragazzi”, la “sua squadra”, quella con il suo spirito e la sua voglia di fare risultato. Fidiamoci di Juric, delle sue sensazioni, della sua voglia: c’è da scommetterci che neppure lui vuole fermarsi proprio adesso che inizia il bello.
Carie, facci un favore, schiantati contro il casello.
ecco GUAI AD ACCONTENTARSI, però con il nano so già come andrà a finire
CAIRO VATTENE
Io non mi farei alcuna illusione anche avessimo passato il turno di CI non saremmo andati da nessuna parte. Fin quando la mentalità della società rimane sbarcare il lunario senza porsi obbiettivi ( es. in campionato tra le prime 8 , in C.I. traguardo semifinali ) i risultati saranno questi.😔😔