Parte V / Il presidente della Figc, Arpinati, era anche un noto tifoso rossoblù e sembra proprio che non volesse far vincere lo scudetto al Toro…

Il primo articolo relativo alla presunta compravendita del derby, pubblicato da Ferminelli su Lo Sport, propone nelle sue prime righe un passaggio interessante, passato forse inosservato perché poco rilevante con lo sviluppo della vicenda: “Tace ormai ogni eco della campagna inscenata da alcuni giornali contro le presunte manovre degli organi federali”. Quali sono le presunte manovre degli organi federali? Per capirlo è necessario ripercorrere la stagione 1926/1927. Le venti squadre che parteciparono alla Divisione Nazionale erano divise in due gironi da dieci, le prime tre classificate di ogni ragguppamento si scontrarono poi in un mini-girone da sei con partite di andata e ritorno. A contendersi il titolo di campione d’Italia furono Juventus, Inter, Genoa, Torino, Milan e Bologna. Va inoltre ricordato che il presidente della FIGC, Leandro Arpinati (gerarca fascista e podestà di Bologna), era tifosissimo della squadra rossoblù. Nonostante nel 1927 fossero già entrate in vigore le leggi fascistissime, che prevedevano tra le altre cose l’abrogazione della libertà di stampa, alcuni giornalisti, firmandosi attraverso pseudonimi, lamentavano di come il Bologna venisse costantemente favorito. “C’è insomma la sensazione, in convincimento, che il Bologna può fare il bello e il cattivo tempo e che le altre società debbano accontentarsi di battere le mani” scrisse Ettore Berra, con lo pseudonimo di Eber, su Il Paese Sportivo.

Il Torino nel girone finale si dimostrò superiore alle altre: dopo il derby dello scandalo alla settima giornata era in testa alla classifica con 12 punti (frutto di sei vittorie e una sola sconfitta) mentre il Bologna seguiva a 9. Tre punti di distacco a tre giornate dalla fine erano un buon vantaggio (considerando anche che lo scontro diretto all’andata era finito 1-0 per il Torino e al ritorno si sarebbe dovuto disputare all’ultima giornata, quando ogni discorso poteva essere già chiuso). A questo punto accadde l’incredibile: l’8 giugno, tre giorni dopo la vittoria sulla Juventus, Arpinati comunicò che la partita Torino-Bologna si sarebbe dovuta ripetere e tolse i due punti in classifica ai granata. A questo punto i giochi per lo scudetto si riaprirono perché il distacco tra granata e rossoblù si ridusse ad un solo punto con la doppia sfida ancora da giocare. Il motivo dell’annullamento della partita dopo quasi un mese dalla disputa? L’arbitro Pinasco, senza disporre di immagini, si era reso conto che il gol assegnato ai granata era irregolare. Ma cos’era successo quel 15 maggio al Filadelfia? Al 66′, sullo 0-0, il Bologna guadagnò un angolo, dopo un batti e ribatti in area, un giocatore felsineo concluse verso la porta ma il portiere granata Bosia riuscì a respingere la palla sulla linea, i giocatori del Bologna chiesero il gol ma Pinasco non ebbe dubbi e fece proseguire il gioco, il Torino partì in contropiede e segnò con Libonatti. Secondo quanto comunicato da Arpinati, l’arbitro Pinasco si rese conto successivamente che, distratto dalle proteste dei calciatori rossoblù, non aveva segnalato il fuorigioco del Torino nell’azione del gol (fuorigioco che peraltro non fu segnalato neanche dal guardalinee).

Nonostante le proteste di tutta l’Italia sportiva Arpinati non tornò sulla sua decisione e decise di far ripetere la partita inserendola in calendario prima dell’ultima giornata. Tutti all’epoca si chiesero come fosse possibile che l’arbitro Pinasco avesse cambiato idea sull’episodio del fuorigioco così tanto tempo dopo, un giornalista de La Stampa fece di più e andò a chiedere spiegazioni direttamente al direttore di gara. A questo punto la faccenda diventa ancora più oscura: Pinasco pubblicamente dichiarò di non aver mai presentato alla FIGC nessun documento su un suo ripensamento e ribadì di essere certo sia del fatto che Bosia respinse il pallone sulla linea, sia che il gol di Libonatti fosse regolare. Perché nel 1927 un arbitro avrebbe dovuto contraddire pubblicamente un gerarca fascista con il potere di Arpinati (era anche vicesegretario del PNF)? I colleghi arbitri della Liguria pensarono allora di manifestare la propria solidarietà a Pinasco organizzando un’assemblea ma furono fermati da un telegramma: “Onorevole Arpinati non ammette protesta da parte di arbitri per delibera di enti federali e invita a comunicare che considera dimissionari coloro che parteciperanno a riunione indetta per martedì sera. Sospendete arbitro Pinasco fino a nuovo ordine”. Il nuovo ordine non arrivò mai.

Stando a quanto dichiarato e mai ritrattato dall’arbitro Pinasco, la decisione di far ripetere Torino-Bologna arrivò direttamente dalla FIGC, i granata al Filadelfia vinsero comunque nuovamente per 1-0 le si laurearono campioni d’Italia. Due anni dopo Arpinati si rese protagonista di un altro episodio discutibile: la formula del campionato 1928/1929 prevedeva due gironi da sedici squadra e una finale, su partite di andata e ritorno più eventuale spareggio, tra le due prime di ogni girone. A contendersi il titolo di campione d’Italia furono, neanche a dirlo, Torino e Bologna. Entrambe le squadre vinsero la partita in casa, il 7 luglio si giocò quindi nello stadio neutro di Roma lo spareggio: la gara fu molto dura, vennero espulsi il granata Janni e il rossoblù Martelli, quest’ultimo però rientrò in campo, continuò a giocare come se nulla fosse per qualche minuto poi, quando l’arbitro se ne accorse, venne riallontanato. Alla fine vinse il Bologna 1-0 (gol di Muzzioli all’82’ con il Torino ridotto in nove per l’infortunio occorso a Vezzani), il Torino fece ricorso per l’incredibile episodio di Martelli ma, a differenza di due anni prima, questa volta per Arpinati non c’erano gli estremi per ripetere la partita. A questo punto è giusto ricordare che fu Arpinati a svolgere l’inchiesta che portò alla revoca dello scudetto e fu sempre lui a sostenere i vari interrogatori.

Parte I – L’inchiesta / Torino, lo scudetto revocato del 1927: cosa è ufficialmente accaduto

Parte II – L’inchiesta / Scudetto del ’27, dal fascista Arpinati al bianconero Allemandi: i protagonisti

Parte III – L’inchiesta / Lo scudetto revocato del 1927: Toro-Juve, il derby dello scandalo

Parte IV – L’inchiesta / Scudetto revocato del 1927: scoppia lo scandalo


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ironmarco1948
6 anni fa

Non ho molta fiducia nella restituzione, anche perchè come scrive qualcuno qui, la cosa creerebbe un precedente. Quello che conta è che noi fratelli granata sappiamo che quello scudetto fu MERITATO. Come quelli del 1942 – 1972 – 1977 E per me gli ultimi 6 scudetti sono stati MERITATAMENTE vinti… Leggi il resto »

Dado1972
6 anni fa

Bella gara, complimenti. Noi di qua, voi di là… Occhio che la nostalgia è una brutta bestia

kobayashy
6 anni fa

Uao che commentone, ma dopo che ti hanno bannato, sei ritornato di nuovo colonnello o sei sempre un caporale, e dimmi, come si sta nel girone dei bannati?

kobayashy
6 anni fa
Reply to  kobayashy

Azz chi parla,
Quello che piange dalla redazione, quello che inneggia all’Heysel, quello che prende per il culo i bannati, ed é già arrivato a 5-6 nickname, quello che fà il patriota, ma si sceglie sempre nomi stranieri coerenza portami via…..

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