L’anno scorso, l’episodio che portò alla rottura con l’ambiente granata. La società fu molto dura, e le non esultanze ora sono molto calate
6 gennaio 2016. Prima partita dell’anno. Il Toro di Ventura, in crisi di risultati, cercava di cominciare l’anno nuovo nel migliore dei modi. Ma c’era il Napoli da affrontare, non certo una cosa semplice. Contro i campani, i granata vanno in svantaggio, ma poi arriva un rigore a favore di Glik e compagni. E a realizzarlo è Fabio Quagliarella, tifoso partenopeo ed ex giocatore degli azzurri. La non esultanza di allora scatenò molte polemiche: alzò le mani rivolte verso la curva del “San Paolo”, come a chiedere scusa. “Un gesto di pace, dopo tanti screzi” fu il suo commento il giorno dopo. Ma la rottura con il Toro (con l’ambiente, più che con il suo allenatore che si sentì “costretto” a mandare in panchina il giocatore per le partite che seguirono, fino alla cessione alal Sampdoria) fu defintiva.
La società, qualche giorno dopo il gesto, criticò almeno in parte il gesto dell’attaccante: “Ha fatto una bischerata” disse Gianluca Petrachi prima della partita contro l’Empoli, successiva a quella con i campani. “Segnare dovrebbe essere però una gioia, in generale penso che con le non esultanze si stia oltrepassando il limite“. Da allora, in effetti, la tendenza in casa granata è di molto modificata. Con ripercussioni anche in questo anno.
Nessun diktat societario, sia chiaro, ma è pur vero che, lasciando spazio alla sensibilità di ognuno, in casa granata non si è più riscontrata l’usanza di castrare l’esultanza, la gioia di un gol, da parte dei giocatori. Un esempio si è avuto in quest’anno: Torino-Roma 3-2, quando a segnare fu Iago Falque su rigore. I festeggiamenti per la rete realizzata ci furono, e andarono ben al di là di una banale voglia di rivalsa (che Falque ha sempre negato) nei confronti dell’ex squadra: il successo con i giallorossi era troppo importante, per la squadra. Molto di più che la storia del singolo giocatore.
Da Napoli a Napoli, il cerchio sembra chiudersi, con tanti giocatori che, domenica, affronteranno il loro passato. Anche perché la riconoscenza, in un calcio dove le casacche si cambiano sempre più di frequente, può trovare nuove forme per essere espressa.
Quoto l’inutilità di questo articolo!
Quando si parla di certe cose qualche vedova torna sempre fuori. Quelli che dicono ma Glik cosa ha mai fatto di male? E Padelli? E’ scarso ma un grande uomo. Ma che cazzo dite. Vi piace sempre foderarvi gli occhi quando vi pare. Felice per una volta che il popolo… Leggi il resto »
Conocordo in pieno con RDS . Se un giocatore mi rende e gioca bene o segna a ripetizione , che esulti o non esulti non mi frega una beata sega. Quaglia non stava attraversando un momento felicissimo ma la sua tecnica gli ha sempre consentito di fare il suo ,… Leggi il resto »