Le parole del Presidente del Torino Urbano Cairo al Festival dello Sport di Trento: “Verdi? Un regalo costato 22 milioni”
Al Festival dello Sport di Trento oggi, domenica 13 ottobre, è il giorno del Torino, del Grande Torino e del presidente Urbano Cairo (già intervenuto durante la cerimonia di inaugurazione) che intervistato da Gramellini, giornalista e tifosissimo granata, ricorda proprio la squadra degli Invincibili: “Mia mamma era una grandissima tifosa del Torino e mi raccontava che quel giorno del 1949 era da una sua amica a studiare. Quando apprese la notizia tornò a casa a piedi e pianse per tutto il tragitto. Io invece mi ricordo il giorno in cui morì Meroni, facevo le elementari, e quando venne a svegliarmi mi disse che doveva darmi una brutta notizia. E mi disse che era morto Meroni. Fu proprio mia mamma a darmi la spinta per prendere il Toro. Il 12 agosto incontrai il sindaco Chiamparino che mi chiese perchè non prendessi il Toro. Mi disse di pensarci e mentre ero in vacanza mi chiamava tutti i giorni. Poi ad agosto chiamai De Biasi e gli dissi che mi avevano parlato di lui benissimo e che pensavo di prendere il Toro. Gli dissi che dovevamo vederci subito e quella sera ci vedemmo: era in montagna, gli dissi di venire immediatamente se era interessato a diventare l’allenatore del Torino e alle 9 di sera ci incontrammo. Il 17 agosto poi tornai a Torino e volevo dire a Chiamparino che non avrei preso il Toro. Invece non tornai più in vacanza da mia moglie e il 2 settembre avevo preso il Torino“.
Cairo: “Il Grande Torino è la tradizione più importante per i granata”
Poi ancora sulla mamma: “Anche gli ultimi giorni, quando già non stava bene, mia mamma pensava al Toro e proprio in quei giorni mi disse che la trattativa per Cerci stava andando troppo per le lunghe e che dovevo chiudere“.
E se gli si chiede perchè il Grande Torino è così importante, il presidente Cairo non ha dubbi: “Intanto perchè c’è un popolo granata che è molto vicino alle sue tradizioni e quella del Grande Torino è certamente la più importante, viene tramandata di padre in figlio ed è sempre viva. Poi 70 anni fa morirono campioni, vincitori di scudetti ma soprattutto uomini, ragazzi, una squadra unita. Tutto questo li rende Immortali. Se sento il peso? Paragonarsi al Grande Torino non si può, è una cosa inarrivabile. Però nelle cerimonie dei 70 anni ho visto che le formazioni cambiavano pochissimo. Ferruccio Novo inseriva un giocatore o due ma gli altri erano sempre gli stessi. In questa occasione mi dissi che avrei dovuto fare la stessa cosa e che quest’anno avrei dovuto tenerli tutti. E così ho fatto. In questo senso mi hanno dato una grande ispirazione. Poi vedremo se riusciremo ad ottenere risultati importanti”.
Il presidente del Torino sulla Juventus: “La differenza economica è gigantesca”
Poi, sulla competizione con la Juventus: “E’ chiaro che c’è una differenza anche economica: negli ultimi 25 anni il calcio è cambiato anche per i diritti televisivi. Noi dobbiamo crescere passo per passo: noi fatturiamo 80 milioni quando non vendiamo i giocatori, la Juventus ne fattura 450. Quando le dimensioni sono queste per fare le stesse cose tu devi essere molto ma molto più bravo. La competizione è davvero molto complicata. Poi mi rendo conto che le persone vogliono comunque vincere. Però noi stiamo cercando di fare sempre meglio ed è per questo che io non ho venduto nessuno, ho preso Verdi e riscattato giocatori come Ola Aina o riportato a casa Lyanco. Oggi è molto difficile avere delle bandiere. Sono pochi i giocatori che nascono e rimangono nella stessa squadra per tutta la carriera. Oggi non si possono paragonare i valori con il calcio del passato“.
Il patron granata: “Dobbiamo ridare valore al nostro campionato”
Poi, Cairo si concentra anche sul livello del campionato italiano: “Credo si debba andare verso una maggiore competitività. E’ assurdo pensare oggi ad una Super Champions dove chi partecipa non è chi merita per quello che è il valore dimostrato sul campo ma perchè vengono “invitate”. Diventerebbe una sorta di club. E non si può nemmeno pensare di giocare il campionato in settimana per fare posto alla Super Champions la domenica.
Secondo me ci deve essere una suddivisione dei ricavi tv più equilibrata e poi bisogna cercare di aumentare i ricavi del sistema calcio per competere con campionati come la Premier League che ricava tre volte quello che ricaviamo noi in Italia. Dipende dagli stadi ma anche e soprattutto da come è stata gestita la Lega negli ultimi 10 anni. La Spagna, ad esempio, ci ha superato perchè è stata brava a vendere il proprio calcio in tutto il mondo. Noi non abbiamo fatto le cose giuste. L’arrivo di Ronaldo sicuramente ci ha dato una spinta in su ma certamente si deve fare di più. Dobbiamo organizzarci meglio, andare in giro negli altri paesi e contattare le Tv per far valere il nostro prodotto.
Cairo sul settore giovanile: “Abbiamo giocatori importanti”
“Abbiamo fatto passi avanti importanti, abbiamo investito parecchio e avuto anche grandi risultati: lo Scudetto, la Coppa Italia, la Supercoppa. Rispetto a 20 anni fa tutti investono di più e la competizione è aumentata. Anche noi lo abbiamo fatto, basta pensare a Millico, a Bonifazi: abbiamo giocatori che stanno venendo fuori ed è importante che abbiano la possibilità di far vedere cosa sanno fare”.
Cairo sull’Europa e su Verdi: “Il regalo è arrivato ma c’è bisogno di tempo”
Incalzato da Sala, presente sul palco insieme a Zaccarelli e Pecci, Cairo parla poi dell’acquisto di Verdi e del suo arrivo dopo l’uscita dall’Europa: “Noi siamo arrivati 7^ e saremmo stati in Europa poi la Lazio ha vinto la Coppa Italia. L’obiettivo era tenere tutti e prendere un giocatore: Verdi. Perchè non l’abbiamo preso prima? Io l’ho chiesto al Napoli, direttamente a De Laurentiis. Che è una cosa sbagliatissima perchè chiedere un giocatore direttamente come minimo ti costa di più. E con lui è ancora peggio (ride ndr.) Infatti mi dissero che era inamovibile finché non avessero preso Lozano. Così abbiamo deciso di aspettare perchè le alternative all’estero non erano all’altezza. E poi è arrivato Verdi che comunque doveva ritrovare la forma e entrare in squadra. E sarebbe stato così anche l’avessi preso prima. Il “regalo” ai tifosi lo abbiamo fatto ed è costato 22 milioni. Non l’ho fatto nemmeno a mia moglie un regalo così (ride ndr.)“.
“Noi dobbiamo però riconoscere anche le cose buone che abbiamo. Nel 2005 la gente mi chiedeva di stare stabilmente nella parte sinistra della classifica, di avere giocatori di proprietà e un settore giovanile che torna a vincere. Oggi è così. Pensiamo al settore giovanile: l’anno che fallimmo lo perdemmo completamente e abbiamo dovuto ricostruirlo da zero”.
sto vizietto di parlare dei morti…che non possono replicare…va di moda!
Niente da fare….anche se chi come me entra in quei rari momenti in cui trova 2 minuti trova sempre qualcuno dell’ufficio stampa a raccontar balle per lavoro a paga di Cairo…
Ciao Gian….
alcune cose condivisibili altre meno. sul settore giovanile siamo tornati forti, ma a mio parere investiamo ancora troppo poco. se vogliamo competere con chi ha piu quattrini dobbiamo betterli dove le differenze sono minori. in piu, si dovrebbe investire di piu su osservatori e informatori. altra possibilità è quella di… Leggi il resto »
👎 va te faire fouttre.