Il serbo sfrutta male l’occasione di rivalsa all’Olimpico: tra palle e perse nessuno spunto. Dopo il ritorno al gol, l’ex Inter si arena nuovamente
I fischi dell’Olimpico risuonano nelle orecchie di Adem Ljajic. Segno di una pacifica vendetta, quella sperata dal serbo nei confronti dell’ambiente giallorosso, finita nel peggiore dei modi. Il ritorno a Roma dell’attaccante granata è segnato da una nuova prova deludente. E dire che le ultime settimane avevano fatto ben sperare: il crescendo di prestazioni lo aveva portato al ritorno al gol, nella sfida contro il Pescara. Una rete vanamente inseguita per tre mesi e che sembrava poter nuovamente lanciare l’esterno offensivo verso un finale di campionato tutto in positivo.
I settantanove minuti del posticipo raccontano, però, di uno Ljajic poco incisivo. Le otto palle perse lo pongono a leader della speciale classifica tra i ventidue in campo. Poca precisione nei passaggi e, in determinate occasioni, qualche eccesso di egoismo. Per il resto tanto anonimato. La manovra offensiva del Toro non porta pericoli eccessivi alla porta di Szczesny (solo quattro le conclusioni nello specchio), e il classe ‘91 contribuisce con una prova carente di spunti degni di nota. Non una serata da numero 10: le invenzioni e i colpi decisivi latitano, e non è la prima volta; ma che il vero problema dell’estroso attaccante sia proprio la continuità non lo si scopre certo dopo la prova dell’Olimpico.

Il grigiore della serata di Ljajic trova parziale conforto nei numeri della sua stagione. I sei gol finora messi a segno, conditi dai sei assist vincenti, dipingono una situazione piuttosto positiva, se confrontata con i precedenti numeri dell’esterno serbo. Una rete ogni 238’, media realizzativa seconda solamente a quella della stagione 2012-2013, quando con la maglia della Fiorentina esultò 11 volte in 34 presenze. Ai freddi numeri si aggiunge anche la fiducia inesauribile che Mihajlovic ripone nel suo attaccante, a cui mai ha rinunciato nel corso del campionato, fino a rasentare la testardaggine. A Ljajic il compito di ripagare sul campo l’appoggio ricevuto e tornare protagonista nel Toro.
fino a quando non era presente la squadra giocava come gruppo ora dal suo arrivo specie in attacco ognuno gioca per se. Capisco che è stato pagato tanto ma ora veramente è da togliere dalla squadra altrimenti veramente si rischia il tracollo altrimenti bisogna sostituire l’allenatore
É arrogante è fastidioso.
Peccato sia arrivato al Toro.
Non gioca per il collettivo,gioca per se stesso.
Da qualche partita mi sono ricreduto siu Delio Rossi.
Io, invece , ho sempre creduto che Delio Rossi avesse ragione da vendere, pur avendo sbagliato i modi . Questo è un cazzone, non è nessuno e sarebbe il momento di fischiarlo perché lo merita … ( ma no,noi siamo quelli che hanno fischiato Meggiorini e Vives, siamo i tifosi… Leggi il resto »
“Il crescendo di prestazioni”?????? Probabilmente con la sua fidanzata-modella. In campo dove l’avete visto???