Nell’inchiesta di Report è stato presentato il caso della Juventus, dove il business del bagarinaggio è gestito dalla ‘ndrangheta. Ma non è un unicum
“Le risultanze dell’inchiesta parlamentare hanno consentito di rilevare varie forme, sempre più profonde, di osmosi tra la criminalità organizzata, la criminalità comune e le frange violente del tifo organizzato”. Lo si legge nel dossier di un centinaio di pagine pubblicato dalla commissione parlamentare antimafia sul finire del 2017 e citato da Report nella sua inchiesta sui rapporti tra la Juventus, gli ultras e la ‘ndrangheta. Il business, secondo quanto riportato dal programma di Rai 3 riguarda principalmente il bagarinaggio. E uno degli uomini chiave in questo senso è Bryan Herdocia, detto “Lo squalo”, soggetto a Daspo dopo una rissa con tifosi fiorentini, ma ancora uomo di fiducia dei Drughi per la gestione degli affari.
Infiltrazioni mafiose nel bagarinaggio: il caso Juve ma non solo
“Alla ‘ndrangheta interessa mantenere il controllo delle curve perché da lì si lucravano delle risorse importanti. Poi sono i gruppi ultrà ad avere interlocuzioni, più o meno ricattatorie con la società”, afferma Marco Di Lello – membro della commissione fino a marzo 2018 – al giornalista di Report Federico Ruffo, che ha condotto l’inchiesta.
Un fenomeno tutt’altro che circoscritto all’ambiente della curva bianconera, ma presente in molte delle realtà calcistiche del nostro Paese – non è coinvolto il Toro – come Napoli, Lazio, Catania o Genoa (dove però il legame tra criminalità comune e organizzata non appare ancora del tutto saldato). Il caso Juventus, nello specifico, è nato grazie ad un accordo tra i gruppi della curva – gestiti in larga parte da leader già vicini alla criminalità organizzata – e i Dominello, Rocco e Saverio, boss del clan di Rosarno.
Il segnale della stretta di mano, secondo la procura di Torino, che ha condotto l’inchiesta “Alto Piemonte”, sarebbe da ricercare nella comparsa di uno striscione in curva sud recante la scritta “I gobbi”, in occasione di Juventus-Milan del 2013. Affari da decine di migliaia di euro ogni settimana. E che non si sono fermati nemmeno dopo l’arresto dei Dominello nel 2016 e la condanna risalente a più di un anno fa. Sempre Herdocia, a Report, mostra alcune chat con il braccio destro del capo dei Drughi, Salvatore Cava: si parla del prezzario da attuare per Valencia-Juventus, del 18 settembre scorso. Tutto ancora in piedi, dunque, dimostra Report: e a questo punto è lecito attendersi interventi da parte dei vertici della Figc e della giustizia sportiva.
Criminalità organizzata e calcio: Napoli, il caso del boss a bordo campo
Ma, come detto, il contesto criminale in cui sono inseriti i gruppi della curva bianconera non è un unicum in italia. Tutt’altro. Risale al 2010 la foto che ritrae Antonio Lo Russo, ex boss del clan dei capitoni di Secondigliano (e ora collaboratore di giustizia), a bordo campo, al San Paolo, in occasione di Napoli-Parma grazie ad un pass ricevuto come giardiniere. “La presenza di quel soggetto a bordo campo era tutt’altro che occasionale”, si legge nel dossier della commissione.
Ma è ben nota anche la divisione delle due curve dell’impianto di Fuorigrotta tra i clan di diversa estrazione territoriale, emersa dall’audizione della procura distrettuale di Napoli di fronte alla commissione parlamentare nel 2014.
Serie minori: terreno di caccia della malavita nel mondo del calcio
Un male sempre più evidente nel nostro calcio, quello delle infiltrazioni della criminalità organizzata. Che si acuisce, se possibile, lontano dai riflettori della massima serie. E’ nei campionati minori, dove i controlli sono più snelli, che i clan riescono ad insinuarsi fino ai vertici delle società. “Una volta individuato un soggetto in evidente e urgente bisogno finanziario, gli si offre la possibilità di porre rimedio allo stato di dissesto tramite la vendita a una nuova proprietà, sovente celata dallo schermo di uno o più prestanome”, scrive la commissione. Un modo, questo, per riciclare capitali illeciti. E per entrare in un business con enormi possibilità di guadagno.
Io vivo distante e so poco, ma quel poco che so è reale, se non sapete non scrivete strònźate su questo argomento che è delicato
Perchè non raccontate cosa è successo a Novara qualche anno fa’ e a Bergamo con l’Albinoleffe quando la gente entrava e loro erano già posizionati in tribuna..o perchè non raccontate che a Milano qualche anno fa’ loro sono entrati senza controlli a San Siro mentre venivano perquisiti vecchi e bambini
Ciao fre’ la maggior parte parla per sentito dire..
Ciao fra
Corrado..non stai dicendo affatto le cose come stanno..hai raccontato solo una parte..il sciogliersi dei gruppi nessuno ha mai detto che sia dovuto alla presenza degli Mct..molti si sono sciolti per via della tessera del tifoso ma 3 in particolare (Torino senza scorta Estranei e Stendardi) sono stati dimezzati dalla digos… Leggi il resto »
Perchè non raccontate che uno dei capi storici (così si fa’ chiamare) è quasi sempre a delle cene in collina organizzate con la digos..queste cose non le dite..
Perchè non raccontate che in una pizzeria per anni sui tabelloni del Comunale guarda caso ci lavorano alcuni degli attuali capi?
Ciao Marco, io ovviamente posso parlare solo per me, e non per altri, e parlo solo di cose che so per certo, e non di cose che non conosco. Posso dirti che ho conoscenza diretta di quel che è successo in Maratona solo fino allo scioglimento dei gruppi, e che… Leggi il resto »
Corrado io qui non posso scrivere tutto tutto..è già tanto quello che ho scritto è ho sforato da quella che è la mia mentalità..però ti garantisco che il rapporto UC digos c’è specialmente con uno della digos..altro non dico mi dispiace..
marco tutto sacrosanto