Esclusiva / Le parole dell’ex ds del Toro Rino Foschi sul suo passato in granata, su Torino-Inter e su tanti altri temi

La Seria A sta scaldando i motori, pronta a ripartire dopo la sosta per le nazionali. Il Toro nella complicata partita casalinga contro l’Inter cercherà in tutti i modi di rialzare la testa dopo la sconfitta rimediata contro la Juve nel derby della Mole. Della partita tra i granata e la squadra lombarda ne abbiamo parlato con l’ex ds del Toro Rino Foschi. Ma non solo, tra i diversi temi affrontati in maniera dettagliata con il noto dirigente classe 1946, abbiamo ripercorso la sua esperienza all’ombra della Mole iniziata nell’inverno del 2009 e terminata nel gennaio del 2010. Infine, è doveroso sottolineare le parole che Foschi ha speso nei confronti del presidente Urbano Cairo, del responsabile dell’area tecnica granata Davide Vagnati e di Juric. 

Foschi: “Torino-Inter sarà una partita combattuta”

Il Toro arriva alla partita contro l’Inter dopo un derby perso e la sosta per le nazionali. Contro i nerazzurri che partita si aspetta da parte degli uomini di Juric?
“Penso che il Toro aspetti una partita importante per fare un grande risultato. Però sarà molto difficile perché sappiamo la forza dell’Inter, sappiamo chi è l’Inter. Mi aspetto una partita combattuta dove il Toro non mollerà, come è stato purtroppo nel derby. In ogni caso quest’anno i granata sono usciti dalle sconfitte sempre a testa alta perché fanno delle ottime prestazioni anche quando non portano a casa risultati positivi. Quindi ripeto, sarà una partita difficilissima e sarà bella da vedere”.

Nel match tra Torino e Inter ci saranno diversi ex. Da una parte Darmian e dall’altra Lazaro, Bellanova e Karamoh. Secondo lei qualcuno di loro potrà essere tra i protagonisti del match?
“Darmian è un ex particolare. Ma per gli ex non è più come tanto tempo fa. Ormai il fatto di essere un ex non conta più niente, ognuno tira l’acqua al suo mulino. Gli ex possono fare delle buone prestazioni e hanno l’opportunità di giocare in grandi partite come queste. In questo caso sono tutti buoni giocatori, sia da una parte che dall’altra. E oltre ad avere l’opportunità di giocare match come questi, hanno la fortuna di poterlo fare. Il Toro e l’Inter sono due grandi società e sarà sicuramente una bella partita ma non so come finirà”.

Quali sono i ricordi più belli della sua esperienza al Toro?
“Il Toro è una grande società. Per me rappresentava un sogno e accettai, anche se non avrei dovuto farlo perché la situazione del club granata non era ottimale. Il Toro era ultimo in classifica, me lo ricordo benissimo, e ho sbagliato. Avrei dovuto aspettare la fine della stagione poi, se si fosse salvato o se fosse retrocesso, io sarei arrivato. Invece ho partecipato a un campionato in cui a gennaio il mercato era bloccato e dove non potemmo fare niente, e dico questo senza assumermi o togliermi delle responsabilità. Non c’era la possibilità di fare degli acquisti particolari perché c’erano poche occasioni e la classifica era quella che era. Cambiammo anche l’allenatore e lottammo fino all’ultimo, ma alla fine retrocedemmo

L’anno dopo la B, poi la rivoluzione di gennaio…

“L’anno dopo io ripartì dalla Serie B ma, dopo una retrocessione come quella, non ero più il Foschi che mi piaceva essere. Tanto è vero che dopo, quando c’è stata la possibilità di prendere un ragazzo che poteva dare una mano ed era Petrachi, io dissi che se fosse arrivato Petrachi l’avrei preso volentieri, l’avrei presentato e poi avrei dato le dimissioni. E così ho fatto, rimettendoci dei soldi. I ricordi belli sono che il Toro è il Toro. È una grande piazza e ho dei bei ricordi della città. Il Toro è un club prestigioso. Avrei dovuto aspettare l’anno successivo e sarei partito come ero partito negli altri posti. Il mio errore è stato non fare così. Devo dire che Cairo è sempre stato corretto nei miei confronti. Io lo sono stato altrettanto perché quando non sentivo più quel respiro che un presidente deve dare a un ds, dalla sera al mattino ho detto: Benissimo, presentiamo Petrachi e tolgo il disturbo e siamo a posto così. Non mi interessava lo stipendio, non mi interessava il contratto, non mi interessava niente. Questo lo posso dire guardando in faccia chiunque. Anzi, pagherei i danni se ce ne fossero”.

In questa prima parte della stagione tra i giocatori del Toro c’è qualcuno che l’ha stupita in maniera particolare o qualcuno che l’ha delusa?
“Deluso no. C’è qualcuno che sta facendo molto bene e c’è qualcuno che non sta facendo ancora bene. Però è ancora presto per dare dei giudizi. Io dico che il Toro è una buona squadra con dei giovani interessantissimi. Il direttore mi sembra che stia lavorando bene anzi, sono convinto che sia una persona seria e che stia procedendo bene. Ha l’apprezzamento di Cairo, ha avuto una piccola discussione con l’allenatore ma hanno messo a posto tutto. Devo dire che li guardo con una certa ammirazione e una certa invidia perché quando guardi il Toro e sai cosa vuol dire lavorare lì uno può avere un po’ di nostalgia. Ripeto, io li guardo con una certa ammirazione e con una certa invidia perché piacerebbe anche a me essere il direttore sportivo del Toro ma non lo sono più e non lo sarò mai più. Tutto qua”.

Il contratto che lega Juric al Toro scadrà nel 2024. Cosa ne pensa del tecnico croato? Secondo lei la società granata e l’allenatore ex Hellas Verona proseguiranno il loro rapporto insieme?
“Lo so, lo so che Juric è in scadenza. Cairo in merito a Juric è contento di alcune cose, un po’ meno di altre. Sappiamo benissimo che Juric è un allenatore un po’ particolare però a Torino sta facendo molto bene. Stando a sentire Cairo tra loro due sembra non ci siano problemi però è da Juric che dipende molto. Se la società farà quello che lui dice troveranno sicuramente un accordo. Tutto dipenderà da come il Toro potrà favorirlo negli acquisti di alcuni giocatori. Juric è un bravissimo allenatore, figlio di Gasperini. Si sa, loro due sono allenatori che dove vanno possono cambiare la storia, fanno un buon lavoro, però sono allenatori un po’ all’inglese che fanno da allenatori e da direttori”.

Secondo lei il Toro può competere per l’Europa, oppure no?
“È un po’ difficile perché ci sono altre squadre che stanno facendo molto bene, tipo la Fiorentina oltre alle solite quattro/cinque squadre: Inter, Milan, Juve, eccetera, che sono lì. Però il Toro se la può giocare, molto probabilmente fino alla fine se la può giocare. Io ci credo perché credo molto nell’allenatore che è un allenatore particolare, ma credo molto nel suo lavoro”.

Rino Foschi
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ultimo aggiornamento: 18-10-2023


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bogaboga77
10 mesi fa

Ma se spostiamo la sede legale in Senegal?
Forse si potrebbe fare una competizione africana così smettiamo di parlare di Europa

odix77
10 mesi fa

beato te, io ci credevo il primo anno nel lavoro di juric, ora non piu

10genà
10genà
10 mesi fa

“ok boomer”

Bruno: “La squadra non rappresenta lo spirito Toro. Pensavo fosse solo colpa di Cairo ma…”

Tricarico: “Zapata può fare la differenza. La mancanza dei gol? Il gioco di Juric è dispendioso”