Il borsino granata di Carlo Quaranta: ecco chi sale e chi scende dopo la sfida casalinga contro l’Empoli, terminata 2-2

Stavolta, a distanza di quindici anni, non è riuscito il festeggiamento per il compleanno del Torino. Nel 2006 i granata affrontarono l’Empoli nel giorno del centesimo compleanno, sempre nello stadio di casa, ed allora Comotto con un eurogol nel finale consentì ai granata di festeggiare nel migliore dei modi il centenario vincendo una partita sofferta. Decisamente altri tempi, il presidente Cairo era alla guida del sodalizio da appena un anno ed ancora in luna di miele coi tifosi, i granata erano l’unica squadra di Torino in serie A, l’allenatore era il compassato Zaccheroni e il VAR non era nemmeno lontanamente concepibile. Giovedì scorso, invece, sempre contro l’Empoli al “Grande Torino” (nel 2006 si chiamava “Olimpico”) non è arrivato il regalo per i 115 anni ed anzi, dopo esser partita alla grande, nel finale la squadra di Juric ha persino rischiato di perdere.

Più che ad una partita si è assistito a due partite diverse: la prima, durata mezz’ora, ha visto i granata dominare in lungo ed in largo con Pobega e Pjaca sugli scudi ed autori di due bei gol in un quarto d’ora, una supremazia schiacciante ed altre occasioni per segnare anche dopo il doppio vantaggio. Poi un episodio – l’espulsione di Singo – ha dato vita a tutt’altro match con un Torino trasformato nel giro di un minuto da Toro scatenato a vitellino timido ed impaurito che ha lasciato campo agli avversari subendo più del dovuto l’inferiorità numerica. Un contraccolpo psicologico immediato e durato fino al termine, complice forse anche il segnale dato dalla panchina che ha richiamato immediatamente un Pjaca in grande spolvero per tentare di coprirsi con Vojvoda. Un cambio che ha destato qualche perplessità data la verve del croato alla quale ha fatto da contraltare la scialba prestazione dell’altro trequartista indiziato per la sostituzione ovvero quel Praet che non soltanto non è riuscito a tenere alta la squadra ma nemmeno a coprire le continue avanzate di Luperto nella zona di sua pertinenza che hanno portato in dote all’Empoli un gol e mezzo. 

A quanto ne sappiamo sia Pjaca che Praet sono reduci da infortuni (non possiamo sapere chi sta meglio), magari la scelta è ricaduta sul primo in virtù di una condizione fisica più precaria ma la scelta di difendersi ad oltranza non ha pagato sebbene alla fine si è riusciti a portare a casa almeno un punticino. Ma con quelle strabilianti premesse della prima mezz’ora la sensazione non è quella di una conquista da cuore oltre l’ostacolo.

CHI SALE:

POBEGA     giocatore da Toro e già questo dice tutto. Lotta, dà e prende botte, è intraprendente, si getta su ogni pallone intuendo prima degli altri cosa può succedere e non a caso è grazie a tutto ciò che porta in vantaggio i granata.

PJACA     per due volte gli riesce la stessa giocata in orizzontale al limite dell’area: la prima volta Sanabria sciupa, la seconda è un eurogol. Viene richiamato in panchina in una giornata di grazia, un vero peccato.

STABILI:

MILINKOVIC – SAVIC     agguanta bene nella propria area ogni pallone in uscita alta e para senza difficoltà conclusioni centrali. Subisce due gol ma senza responsabilità.

LUKIC     anche lui gioca due partite diverse: fino alla mezz’ora vince rimpalli e distribuisce palloni in avanti, poi abbassa il baricentro e cerca giocate d’anticipo per ripartire.

VOJVODA     entra dopo l’espulsione di Singo per puntellare la difesa e non sfigura, allontanando minacce e fermando Marchizza. Poi sbaglia qualche tocco e soffre Parisi.

ZAZA     entra nell’ultimo quarto d’ora e si rivela più efficace di Sanabria, quantomeno in fase difensiva. Battaglia con chiunque e stavolta non commette ingenuità.

AINA     nella prima parte di gara si gioca spesso dalle sue parti e, oltre a mettersi in luce, ferma alto Stojanovic. Nella seconda, invece, fa meglio dietro ma sbaglia ogni possibile ripartenza.

BREMER    è il solito baluardo in area anche se in inferiorità numerica patisce anche lui e sfiora l’autogol ad inizio ripresa. Peccato per quella cavalcata con tiro impreciso poi…

ZIMA    cerca di giocare una partita accorta e riesce a non commettere gravi errori ma è ingannato nell’episodio dell’espulsione e sul corner del primo gol toscano. Finora al di sotto delle aspettative.

SANABRIA    ha un paio di occasioni nei primi minuti, poi effettua più giocate di fino per difendere palla ed aiutare la squadra ma nel secondo tempo esce dal gioco prima che dal campo.

RINCON   inserito troppo tardi per tentare di contrastare Luperto, non dà comunque un contributo significativo. Tra le altre cose rischia un autogol e regala un corner.

BUONGIORNO     ferma bene gli attaccanti empolesi, si propone ed è prezioso sul gol di Pjaca. Tuttavia nel gioco aereo soffre un po’ ed il gol di La Mantia ne è la dimostrazione.

CHI SCENDE:

PRAET     anche lui, come Pjaca, è in deficit di condizione. Solo che viene lasciato in campo per tutta la gara senza alcun sussulto né copertura: Luperto e Andreazzoli ringraziano.

SINGO    e dire che fino al fattaccio si era fatto apprezzare soprattutto in fase difensiva con buone diagonali e ripartenze. Poi sbaglia completamente lettura sul rinvio di Vicario ed è ingenuo ad intervenire alle spalle di Di Francesco.

Dennis Praet
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ultimo aggiornamento: 04-12-2021


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odix77
2 anni fa

perchè juric ha sbagliato.. senza se e ma….. pjaca doveva restare in campo e evitare che la squadra si chiudesse in difesa.. per altro poi praet al momento è poco utile in generale quindi davvero senza senso il cambio fatto cosi…. a chi dice che pjaca non ha minutaggio ,… Leggi il resto »

ardi06
ardi06
2 anni fa

Bellissimo il commento nell’articolo su rincon che è totalmente contraddittorio

Cup
Cup
2 anni fa

La classe da sola non basta, ci vuole anche la fortuna è la salute. Noi quest’anno siamo cresciuti un po’ nella prima, ma come al solito si è confermata la seconda ed ha oltrepassato ogni limite la terza. Campionato condizionato dagli infortuni più che ogni altra cosa, con lunga onda… Leggi il resto »

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