Champions, ci credono tutte: perché non può crederci anche il Toro?

Roma, Lazio, Milan e Atalanta a caccia del quarto posto, quello che per il Toro dista solo due punti: ci credono le altre, devono crederci anche i granata

Capisci che è l’anno giusto quando un giocatore che fino a quel momento aveva collezionato più errori che altro si inventa un gol da cineteca ed esce tra gli applausi di chi, un momento prima, ne chiedeva la sostituzione immediata. Comprendi che è l’anno buono se quando Belotti va sul dischetto non pensi agli errori su calcio di rigore contro Donnarumma nei precedenti più freschi (tre di fila dagli undici metri, due del Gallo e uno di Ljajic) ma incominci a pensare a quella che sarà la classifica dopo il vantaggio, piuttosto che a come il Gallo festeggerà. Capisci che l’occasione è da non perdere quando riesci a far girare la serata a tuo favore. Non solo grazie alla fortuna – e comunque quella aiuta sempre gli audaci, mica chi non ci crede – ma andando a prenderti tutto quello che vuoi senza aspettare ti venga regalato. Così Sirigu che non smette mai di sorprendere si è concesso un’altra serata da incorniciare, così Izzo ha corso, lottato e si è immolato. Per quello Belotti è stato fondamentale, il giocatore-ovunque, ed è anche per raggiungere quel traguardo che Meité (finalmente, era quasi ora) si è ricordato quello che è in grado di fare.

Non è un caso che la parola d’ordine dopo la partita del Toro col Milan sia stata Crediamoci. La più gettonata, che si parlasse di derby, di Europa League o di Champions. Basta ascoltare De Silvestri sul quarto posto, che dista solo due punti, in attesa dell’Atalanta. “Il sogno c’è, va perseguito fino alla fine. Perché non provarci? Bisogna provarci fino alla fine, vorrei che fino all’ultimo minuto dell’ultima partita, quella con la Lazio, potessimo crederci tutti noi”. Ci crede l’Atalanta, ci crede la Roma, ci crede questo Milan, ci crede la Lazio. E allora perché non può crederci anche il Toro?