Elmas subito impattante, ha i numeri anche se fisicamente deve ancora recuperare. Casadei paga l’inesperienza: ha bisogno di tempo
L’inesperienza di Casadei, l’impatto di Elmas. Sono le due facce del Torino ieri al Dall’Ara, sono le due facce di un mercato che a Vanoli ha consegnato un giocatore già formato e abituato alla serie A ma a corto di fiato e minuti, dopo mesi passati più in panchina che in campo. Ed è stato forse il punto interrogativo più grande quando si è manifestato l’interesse granata nei confronti di Elmas. Con la sua nuova squadra ha iniziato subito bene, ha spezzato l’equilibrio, ha mostrato cosa la qualità può fare quando sei in area e hai il pallone tra i piedi. Dall’altra parte l’operazione Casadei, fatta a gennaio anche per anticipare una maggiore concorrenza la prossima estate, che non poteva consegnare un giocatore pronto, fatto e finito. Ovvio che solo la grande emergenza ha portato Vanoli a giocarsi questa carta dal 1′. Dopo lo spezzone col Genoa la titolarità del Dall’Ara è stata più che altro dettata dalla necessità. Il rigore ottenuto da Pobega per un fallo proprio di Casadei sottolinea quanto ancora ci sia da lavorare. Manca l’esperienza unita a un pizzico di furbizia, quella di cui invece Elmas dispone. Ed è così che si spiega la capacità che in tre minuti ha portato l’ex Napoli ad essere decisivo. Quello che a Bologna non è riuscito a Karamoh o a Lazaro, per fare solo due nomi. Certamente è presto per dare un giudizio definitivo: è una prima impressione che potrebbe mutare col passare del tempo. Innegabile però che se una squadra è a caccia di una svolta da subito con gli acquisti di gennaio non può essere questo il caso. Escludendo Biraghi, sfortunato. E tacendo di Salama perché per lui al momento parlano i numeri: 0 minuti, 0 gol.
