Spadino, così era soprannominato, ha indossato la maglia del Toro per due stagioni: era arrivato dopo il Mondiale ’82, vinto senza mai scendere in campo
Estate 1982: della spedizione spagnola che vince il Mundial sotto la guida di Enzo Bearzot, fa parte anche un attaccante che nella stagione precedente si è messo in evidenza con la maglia del Cagliari, voluto in Sardegna da Gigi Riva, tanto da meritarsi la convocazione in Nazionale e laurearsi campione del mondo, pur senza scendere mai in campo: lui è Franco Selvaggi, classe 1953, lucano di Pomarico che nel corso del calciomercato post-mundial approda alla corte di Eugenio Bersellini, neo tecnico granata, per far coppia in attacco con Carlo Borghi, proveniente dal Catanzaro. Attaccante brevilineo ed estremamente rapido, “Spadino” – questo il suo soprannome – nella prima stagione in granata colleziona 41 presenze andando a segno 11 volte (8 in campionato e 3 in Coppa Italia), togliendosi anche alcune soddisfazioni personali come la tripletta che stende la Samp al Comunale nell’ottobre ’82.
Il derby del 3-2
Selvaggi era ovviamente in campo anche il 27 marzo dell’anno successivo, in quell’ormai mitico derby vinto dai granata per 3-2 con la rimonta firmata Bonesso-Dossena-Torrisi. Toro che conclude all’ottavo posto in campionato, mentre nella stagione successiva (1983/84) Spadino fa coppia in attacco con l’austriaco Schachner, mettendo a segno 7 reti in campionato (Toro quinto in graduatoria finale) e lasciando così il granata dopo due anni, passando prima all’Udinese, poi all’Inter ed infine alla Sambenedettese, dove concluderà la propria carriera agonistica nel 1987 all’età di 34 anni.
