Calciomercato Torino: i rimpianti si pagano, è crisi a centrocampo

Mazzarri ha sottolineato una “mancanza di equilibri”, con particolare riferimento al centrocampo. Le occasioni dal calciomercato c’erano, ma il Torino ha preferito non insistere

Chiamiamolo immobilismo, chiamiamola (forse) mancanza di idee oltre ai nomi detti e ridetti. Sta di fatto che il Torino, squadra, paga ancora quello che il Torino, società, ha deciso di non pagare sul calciomercato. Soprattutto a centrocampo, dove la crisi della rosa a disposizione di Mazzarri è evidente e dove numericamente mancano gli elementi necessari per permettere alla formazione granata di poter essere competitiva su più fronti, con più avversari. E contro il Verona, avversaria non certo temibile per lo meno sulla carta, se n’è avuta una triste riprova: senza Baselli, tenuto giustamente in panchina perché in affanno, l’allenatore granata si è trovato costretto a inserire Acquah, giocatore più che valido ma non qualitativamente adeguato per sostenere una linea mediana che avrebbe dovuto imporre il gioco, non spezzarlo.

E con un Valdifiori tornato all’ultimo posto nelle gerarchie, senza considerare Rincon e Obi, titolari praticamente inamovibili, la scelta sulla mediana si riduce qui. Non molto, se la scelta è quella di continuare a schierare un centrocampo a tre, che difficilmente potrà avvalersi delle prestazioni di Ansaldi, tornato sulla fascia sinistra con l’infortunio di Molinaro e con Barreca che deve ancora convincere il suo nuovo allenatore. Il calciomercato, insomma, sta ancora penalizzando il Toro. Tanto, tantissimo, soprattutto se si considera che Donsah, cercato da oltre un anno da Petrachi, continua a fare panchina nel Bologna, che per non cedere un panchinaro ha mostrato i muscoli o, forse, è stato troppo poco lusingato dalla proposta granata. La crisi del Torino, di personalità, di qualità, di gioco, sembra proprio cominciare da qui. E da un eccesso di fiducia nelle qualità di una rosa potenzialmente interessante, ma con troppe lacune non colmate.