Mazzarri si ritrovò guida di una Inter rivoluzionata in società: venne esonerato all’inizio della seconda stagione, tra rimpianti e critiche

Torino-Inter Walter Mazzarri l’ha già vissuta. A parti invertite, però. Era il 20 ottobre 2013, all’Olimpico finì 3-3 con l’unica rete granata di Bellomo, in pieno recupero. Ma per i nerazzurri, e per WM, fu soprattutto la prima sfida dopo il terremoto societario che aveva portato l’indonesiano Erick Thohir a divenire azionista di maggioranza del club, scalzando la gloriosa dinastia Moratti dopo una trattativa lunga cinque mesi. “La società cambiò tanto, mi ritrovai tante cose addosso”, dirà Mazzarri nel 2016, ad un anno e mezzo dal suo esonero a Milano. Sì, perché in quel periodo l’attuale tecnico del Torino si ritrovò catapultato in una situazione poco leggibile. Sin dal suo primo giorno a Pinzolo, nel ritiro del 2013. Poca chiarezza, tante voci. I risultati di inizio stagione ebbero il merito di riportare l’attenzione sul campo: il 7-0 al Sassuolo, il pareggio contro la Juventus scudettata e una serie non indifferente di buoni risultati proiettarono i nerazzurri al secondo posto, in piena lotta per il titolo.

Mazzarri, la seconda stagione all’Inter e poi l’esonero

Il meccanismo, però, si ruppe con il passare delle giornate. E la squadra scivolò fino al quinto posto finale. Tra critiche e speranze, Mazzarri venne confermato anche per la stagione successiva in sella alla Beneamata. Ma forse senza la giusta convinzione da parte dei vertici. La sensazione di una fiducia che era stata a tempo sin dall’inizio si acuì durante la sosta di novembre. Dopo il pareggio interno contro il Verona, il tecnico venne sollevato dall’incarico e sostituito con il cavallo di ritorno Roberto Mancini.

Mazzarri e l’Inter: il rapporto con la tifoseria

A pesare, le debacle contro Cagliari e Fiorentina (3-0 e 4-1), ma soprattutto un feeling irrimediabilmente incrinato con la tifoseria. “La mia esperienza all’Inter è ricordata come un disastro, ma non è vero. Fu invece un trionfo, se ripensiamo alla squadra che ereditai”, e ancora “Con me è stato fatto un mercato diverso rispetto a quello fatto dopo. Avevo chiesto Lamela, tra gli altri, ma in quel periodo i giocatori non si potevano prendere. E ne sarebbero serviti di adatti”: questo il Mazzarri pensiero nei mesi (e anni) seguenti al suo addio a Milano. Sintomo di una ferita ancora difficile da ricucire. Domenica, intanto, sarà la prima da avversario. E, perlomeno, avrà tutta la volontà di fare bella figura.


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castagnaccio
6 anni fa

Mazzarri é un signor allenatore. Certo abbiamo vinto con il Crotone, lo stesso Crotone che alľandata ci abbiamo pareggiato. Io continuo a godere come un riccio quando vince la squadra del mio cuore. Il giorno che non goda piú, seguiró il campionato italiano di freccette. FVCG

Vanni(CAIROVATTENE IN BELIZE)

L’importante è che non gli torni la cacaiola e ci faccia rivedere basellao stopper aggiunto o Niang terzino basso a coprire Molinaro. Se dobbiamo perdere, almeno con onore, anche soli 5 minuti di cacaiola x loro non tutti e 90 x noi.

Brauluis
6 anni fa

La squadra è nettamente inferiore alle prime nove e poco più le tre o quattro dietro.
Quindi inutile illudersi.

Vegeta
Vegeta
6 anni fa
Reply to  Brauluis

Be avevi anche detto che tra Cagliari e Crotone se andava bene si faceva un punto… sembra che te ne intendi di calcio….

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