A un anno dall’addio, Ricardo Rodriguez è tornato a parlare dell’esperienza al Torino, anche con tono polemico
Ricardo Rodriguez ha fatto parte di una gran fetta di storia moderna del Torino. Il difensore svizzero, arrivato in granata nell’estate del 2020 dopo un’esperienza negativa al Milan, ci ha messo un po’ a ingranare e a farsi apprezzare dai tifosi, che negli anni a seguire sono arrivati ad amarlo per l’atteggiamento in campo e fuori. Un comportamento da leader da parte sua, che gli è anche valso la fascia di capitano al braccio per due stagioni, prima dell’addio silenzioso. Silenzioso perché fatto passare sotto traccia dalla società, nonostante quanto di positivo lo svizzero avesse fatto. E a proposito di questo, il terzino ora al Betis è tornato a parlare del proprio passato in granata in un’intervista a Calciomercato.com, questa volta volendo fare “rumore”: non sono mancate, infatti, le parole al veleno verso Vagnati e tutta la dirigenza.
Le parole di Rodriguez
Rodriguez ha innanzitutto parlato delle prime stagioni in maglia granata, che lo hanno lasciato un po’ deluso: “Con Giampaolo prima giocavo e poi sempre meno. La squadra non andava bene, la società mi diceva che io dovevo fare di più. Arriva Nicola e non gioco più, ricordo che in panchina c’era sempre il ds Vagnati diventato molto freddo con me. In tanti anni di carriera non avevo mai visto un dirigente in panchina, questa cosa non mi andava bene”.
Dopodiché la luce in fondo al tunnel, rappresentata dall’arrivo in panchina di Juric: “Appena l’ho visto gli detto che sarei voluto andare via spiegandogli che non mandavo giù il fatto che un dirigente andasse in panchina. Lui mi disse ‘Con me non succederà, fidati’. Mi sono fidato. Ha cambiato modulo ma ha trovato il modo di farmi giocare mettendomi braccetto, quell’anno sono rimasto al Torino solo per lui. E Vagnati in panchina non c’era più”.
Lo svizzero ha poi ereditato la fascia di capitano dopo la cessione di Belotti, ma non è stata una scelta semplice come da lui dichiarato: ““Non volevo farlo, se me l’avessero chiesto Cairo o Vagnati avrei detto di no. Ma siccome è stata una volontà di Juric allora ho accettato. Poi a Superga ho sempre lasciato che fosse Buongiorno a leggere i nomi dei caduti, perché è cresciuto nel settore giovanile del Torino e conosceva il club molto meglio di me. Sapevo già allora che avrebbe avuto una grande carriera, e lo ha dimostrato con il suo modo di giocare”.
E infine, lo sfogo per le modalità dell’addio: “L’unico gol l’ho segnato all’ultima partita di campionato contro il Milan, e ho anche esultato. Era l’ultima partita in casa, sapevo che Juric se ne sarebbe andato e che di conseguenza sarei andato via anch’io. Anche perché la società non ha fatto nulla per trattenermi a Torino, e così il mio contratto è scaduto. Non mi hanno nemmeno salutato, nonostante fossi stato capitano per due anni e avessi dato tutto per questo club. Una cosa del genere non mi era mai successa in tutta la mia carriera“.

Ma Vagnati che cazxo andava fare in panchina?
Puoi capire che razza di “uomini” ci sono alla cairese, dove uno da della testa di caxxo in pubblico all’altro. È un circo.
Minkia che bordata al duo di Piadena