Parte 1 / L’inchiesta sul centro sportivo Robaldo, che il Torino ha in progetto dal 2016: tutte le tappe di un iter senza fine

Il prossimo marzo, saranno cinque anni dall’assegnazione al Torino del bando per la riqualificazione e il recupero del centro sportivo Robaldo, in strada Castello di Mirafiori 285. All’inizio, gli attori della vicenda, sembravano sicuri: “L’inizio dei lavori è dietro l’angolo”. A febbraio 2021, invece, è ancora tutto fermo. E l’impianto da oltre 45.000 metri quadrati, che sorge tra via Artom, parco Colonnetti e parco Sangone, è sospeso in un presente di degrado e abbandono. Con un’inchiesta in più puntate, Toro.it proverà a fare il punto su una vicenda intricata. E’ utile dunque partire da un riassunto: ecco quali sono state le tappe principali dell’infinito iter burocratico, che ancora non ha portato alla svolta decisiva.

Robaldo, dall’asta alle chiavi: ma per i lavori…

Andiamo con ordine. Nel 2016, come detto, il club granata acquisisce in concessione inizialmente ventennale (poi allungata a trent’anni su richiesta del Toro) l’area del Robaldo. Passano i primi mesi, Torino cambia guida: da Piero Fassino a Chiara Appendino. E così solo nel settembre 2017 arriva il passaggio di proprietà ufficiale, così salutato dal presidente Cairo: “Spero che nel giro di un anno sia tutto fatto”.

Dopo dodici mesi, però, si giunge solo al varo del progetto definitivo, siamo a maggio 2018. 4 milioni di investimento per i cinque campi da gioco che ospiteranno le giovanili – dall’Under 18 in giù -, con relative tribune, spogliatoi e strutture di supporto (per il progetto e i costi vi rimandiamo ad un articolo a parte).

La Giunta ha deliberato, ma non basta ancora

Il via libera del Consiglio Comunale, che fa seguito a quello della Circoscrizione 2, è dell’11 febbraio 2019. Da lì in poi, al di là della formale consegna delle chiavi al club granata, una miriade di tappe burocratiche. Riqualificare, abbattere le strutture esistenti, mettere in sicurezza l’intera area e procedere con appositi interventi legati alla viabilità, poi costruire: tutti passaggi che per essere autorizzati richiedono permessi. E tempo.

L’ok del CONI – necessario per ogni struttura sportiva – è arrivato. E a luglio 2020, il Torino ha offerto alla Città (sono coinvolti tre Assessorati: Sport, Ambiente e Urbanistica) e agli Enti interessati le ultime rassicurazioni progettuali: su tutte quella di procedere con la costruzione di una via d’accesso al Parco Sangone da strada Castello di Mirafiori, alle spalle di quello che sarà il quinto campo in erba del Robaldo.

La Giunta ha deliberato ad agosto: il progetto s’ha da fare ed è di interesse pubblico, poiché implica un intervento di riqualificazione di una vasta area. “L’obiettivo della riqualificazione risulta pertanto urgente, si legge nelle carte della delibera, “allo scopo di superare l’attuale situazione di abbandono”. Eppure, dei lavori, non vi sono tracce. “Questioni tecniche”, fanno sapere da Palazzo Civico. Regna l’incertezza. La lentezza, anzi.

Robaldo
Una porta sui campi del Robaldo
TAG:
home

ultimo aggiornamento: 27-02-2021


Nkoulou: “Salvezza? Non possiamo fallire. Sarebbe bello giocare la Champions”

Torino, nuovi tamponi per squadra e staff, domani i risultati