Arriva in sordina ad allenamento iniziato (dopo la palestra): palleggia, si siede in panchina o scherza con Toni Vigato. Seconda parte di stagione davvero deludente per Ljajic, ancora ai margini

Sarà la sfortuna, saranno le scelte tecniche, sarà stato un atteggiamento non particolarmente propositivo intorno a dicembre, quando anche Sinisa Mihajlovic decise di punirlo mandandolo addirittura in tribuna. Ma di Adem Ljajic si sente più parlare sui giornali per la sua rumorosa assenza, che per le sue prodezze balistiche in campo. È un dato innegabile, ed è purtroppo una triste realtà nel Torino, che avrebbe bisogno anche della sua qualità per riemergere da un pantano di classifica (e di umore) nel quale è scivolato da qualche settimana a questa parte. Eppure, del numero 10 non c’è traccia. Già Mazzarri, per schermarsi, aveva fatto notare come non giocasse titolare da molto tempo prima del suo insediamento sulla panchina del Toro. Ma tra scelte tecniche e infortuni davvero dell’ultimo minuto, Ljajic è sprofondato al livello più basso nelle gerarchie, lasciando pensare a un addio ormai quasi irrinunciabile nella prossima sessione di calciomercato.

Mancano ancora tanti mesi, però. E del giocatore, ancora, pochissime tracce. Giovedì, per esempio, è dovuto rimanere a Torino a causa di uno stop (un guaio muscolare), che nemmeno oggi gli ha permesso di allenarsi con i compagni. Dopo la palestra, infatti, il giocatore è sì sul terreno di gioco secondario del Filadelfia, ma solo per assistere al lavoro degli altri giocatori, o stando seduto in panchina, o addirittura mettendosi a palleggiare e scheraze con Toni Vigato, storico magazziniere granata. Non è imbronciato, certamente; e anzi, il fatto che si sia mostrato al pubblico, dimostra quantomeno la voglia di restare vicino alla squadra. Ma quel silenzio al momento del suo arrivo, e quel palleggiare tutto solo, sembrano rappresentare nel miglior modo possibile il triste epilogo di una stagione cominciata con tutt’altre aspettative. Purtroppo, disattese.


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