Il fantasista granata ha voglia di ritrovare il campo dopo tre panchine consecutive. Cairo aveva assicurato: “Avrà le sue opportunità”

Lo aveva confermato già il presidente Cairo, al termine del lungo summit di mercato con Petrachi e Mazzarri nel post-Benevento: Adem Ljajic resterà in granata. E al gong del 31 gennaio, non ci sono state sorprese di sorta. Eppure qualche dubbio era soggiunto, tanto nella testa dei vertici granata, quanto – soprattutto – in quella del fantasista serbo, dopo le tre panchine consecutive collezionate dall’arrivo di Mazzarri. La sensazione di non essere più intoccabile aveva indotto il 10 granata a guardarsi attorno: non un addio cercato ad ogni costo, sia chiaro, quanto piuttosto un normale interrogarsi riguardo al futuro sotto la Mole, meno certo rispetto a qualche mese prima. Le ultime ore di mercato, però, hanno fugato ogni dubbio. Ljajic sarà del Torino almeno fino al termine della stagione. Poi si vedrà.

Nel mezzo, a questo punto, ci sono sei mesi fondamentali. Il primo obiettivo è ritrovare il campo. L’ultima apparizione risale infatti al 16 dicembre scorso: all’Olimpico si giocava Torino-Napoli e il serbo dovette abbandonare il campo anzitempo per un infortunio muscolare che lo costrinse ai box per una ventina di giorni. Poi sono arrivate le panchine contro Bologna, Sassuolo e Benevento. Mazzarri gli ha sempre preferito Berenguer, fino ad oggi, come esterno alto nel 4-3-3, un ruolo che Ljajic aveva ricoperto lungamente – seppur con risultati altalenanti – sotto la gestione Mihajlovic e che dunque potrebbe interpretare senza problemi anche con il nuovo tecnico. Di più complessa lettura, invece, un suo possibile utilizzo nel 3-5-2; ma è un interrogativo secondario questo, almeno quanto è secondario nelle idee tattiche di Mazzarri il passaggio in pianta stabile alla retroguardia a tre. “Ljajic giocherà e avrà le sue opportunità”, ha assicurato Cairo. Da vedere come e quando, però. Da “Marassi” – dove il Toro affronterà la Samp, sabato alle 18 – giungeranno le prime indicazioni. Il Torino, adesso, deve capire come gestire il suo numero 10.


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rokko110768
rokko110768
6 anni fa

Tra le poche cose buone del 4231 di Mihajlovic che fu c’era Ljajic trequartista, che correva e persino tornava indietro, oltre a suggerire e rifinire muovendosi tra le linee. A me piacerebbe tanto vederlo in un 4312 con mediana tosta Acquah-Rincon-Obi. Anche giocando a 3 dietro potrebbe essere importante in… Leggi il resto »

Tanaka
6 anni fa

Io non capisco una mazza di calcio, ma per me se Ljajic vuole un futuro deve riciclarsi regista davanti alla difesa..alla Pirlo, lo sostengo da tempo

Muskar
Muskar
6 anni fa

Mazzarri è un allenatore che punta molto su difesa+contropiede, che sono le due grandi pecche di Ljajic: non sa difendere e quando ha la palla tra i piedi tende sempre a rallentare l’azione. Spero per il Toro che Ljajic abbia voglia di impegnarsi a cambiare un minimo il suo modo… Leggi il resto »

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