Dal 2-1 del 2015 all’ultimo derby del Grande Torino: la storia della stracittadina torinese attraverso alcuni degli uomini che l’hanno resa grande
Una storia iniziata nel freddo di un pomeriggio invernale, sul campo del Motovelodromo Umberto I, di fronte ad avventori sparuti ed incuriositi. L’epopea del derby più antico d’Italia cominciò così, il 13 gennaio del 1907. Vinse il Toro, neonato, grazie alle reti di Federico Ferrari-Orsi e Hans Kampfer. Forse nessuno, allora, poteva anche solo immaginare quale sarebbe stato il longevo futuro di quella sfida che domenica, al “Grande Torino”, arriverà alla gara numero 196. Centoundici anni di lotte, gioie, follie e bandiere, in campo e sugli spalti. E, spostandoci sul fronte granata, di partite memorabili. Lo abbiamo citato e allora perché non partire proprio da lì, dal Grande Torino. Impossibile, però, dare il volto di un singolo a quella squadra. Nel loro ultimo derby prima di Superga, i ragazzi granata trionfarono: Loik (doppietta) e Gabetto resero vano il momentaneo pareggio di Cergoli.
Il derby del 22 ottobre 1967, invece, ha il volto sorridente e timidamente provocatore di Gigi Meroni. Perché la tripletta dell’amico Combin e il gol di Carelli con la sua numero 7, che ruppero il luttuoso silenzio del Comunale, furono un omaggio gioioso, e insieme nostalgico, alla sua memoria. Tanti, tantissimi derby, poi, hanno il volto di Paolino Pulici. Pupi è il capocannoniere granata nelle stracittadine con nove reti. Alcune delle quali particolarmente splendide per bellezza ed eleganza, come quella del 5 novembre 1972, quando regalò il 2-0 al Toro (poi finirà 2-1) con una palombella perfetta dai 25 metri. Il 27 marzo 1983, invece, la stracittadina assunse tre visi diversi in pochi minuti. In tre primi e quaranta secondi, per l’esattezza. Dossena, Bonesso e Torrisi ribaltarono il 2-0 bianconero e consegnarono alla storia del calcio una delle rimonte più rapide ed entusiasmanti.
Rimonta di tre gol che si ripeté qualche anno dopo. Era il 14 ottobre 2001 e i granata, in un secondo tempo da Toro vero, ribaltarono il 3-0 del primo tempo, portando la sfida al 3-3 finale. Una gara che ha il volto rabbioso di Antonino Asta e Marco Ferrante e quello apparentemente ingenuo di Riccardo Maspero, chiamato a completare in modo scaltro ciò che il destino aveva iniziato – scavando la buca sul dischetto del rigore, da cui partì il missile di Salas direzione curva sud. Derby che, infine, ha i volti gioiosi di Darmian e Quagliarella che insieme, il 26 aprile 2015, consegnarono al popolo granata una vittoria attesa vent’anni. Tutti volti, questi, entrati nella storia della stracittadina torinese. Tutti volti, in un modo o nell’altro, tatuati nella memoria di chi ama la storia del Toro.
Facce da derby? Sarà l’età, ma a me vengono in mente Policano, Bruno, Cravero, Annoni, Scifo, Casagrande, Fusi, Lentini…. un paio di stagioni dove i gobbi si cagavano addosso!!
Bei ricordi.doppietta di Casagrande,su’ assist di Vazquez.
Avercelo un Pupi in mezzo al campo domenica!!! Ma sai che vergate!