Quella granata è la peggior difesa delle prime otto e solo quattro volte ha concluso senza subire reti; il lavoro sul campo e il mercato per svoltare

Giovedì scorso, dopo la sfida contro il Genoa, Joe Hart ha potuto brindare doppiamente. Vittoria per chiudere il 2016 con un sorriso e rete inviolata. Non proprio una cosa a cui il Toro di Mihajlovic ha fatto l’abitudine: solo quattro, compreso il successo contro i rossoblù, le volte in cui nessun pallone ha varcato la porta difesa dal portierone inglese. Dato che può far riflettere, se confrontato con quello delle dirette concorrenti per l’Europa. Solo la Lazio, quarta, ha fatto come i granata, mentre Inter, Atalanta e Milan hanno fatto meglio. Addirittura sette clean sheet per i bergamaschi, mentre sono sei quelle dei rossoneri e cinque per i nerazzurri. Per il Toro, i due risultati ad occhiali contro Empoli e Pescara e le gioie contro Crotone e Grifone le uniche gare con gli avversari fermi a zero.

L’analisi si allarga guardando al dato globale dei gol subiti: 27 per i granata, il dato peggiore tra chi punta alle competizioni internazionali. Sei reti in più di Atalanta, Inter e Lazio, sette più del Milan. Una distanza evidente, colmata, sì, dalla potenza offensiva dello scacchiere di Mihajlovic, ma che non può lasciare indifferente l’ambiente granata. L’ultima sfida contro i liguri di Juric ha dato un segnale di ripresa dopo le debacle in serie contro Sampdoria, Juventus e Napoli che avevano lasciato un passivo totale di 10 gol.

Anche rispetto allo scorso anno la situazione è lievemente peggiorata. Il Toro di Ventura aveva subito 4 reti in meno dopo diciotto giornate. Tuttavia la squadra navigava in acque ben meno tranquille, ferma a 22 punti in graduatoria. Minori, poi, erano state le sfide a porta blindata: solo Sampdoria, Atalanta e Bologna non erano riuscite a trafiggere Padelli.

Problematiche difensive che, come più volte affermato da Mihajlovic, possono essere arginate tramite il lavoro sul campo. Il tutto però senza mettere in discussione il credo calcistico aggressivo e offensivo del tecnico serbo. Di sicuro il mercato di gennaio sarà occasione per un investimento mirato in quella zona del campo per aumentare la qualità e limare le ultime differenze con le concorrenti per puntare all’Europa.


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