Il giovane attaccante ha il Toro nel sangue, ma sabato sarà avversario al “Grande Torino”, di ritorno dallo stage a Coverciano

La prima volta che ha indossato la casacca granata, Vittorio Parigini aveva dieci anni. Notato da Silvano Benedetti, il Toro lo prelevò dal Pancalieri, società dilettantistica in cui militava da sei anni. Poi tutta la trafila nelle giovanili granata, fino all’approdo nella Primavera di Moreno Longo. La qualità è tanta e la società se ne accorge. Subito prestiti in Serie B, per iniziare a confrontarsi con i professionisti: Juve Stabia prima e poi Perugia, per due stagioni consecutive. E’ in Umbria che Parigini dimostra tutto il suo potenziale, siglando otto reti in quarantanove presenze, nonostante qualche infortunio di troppo. Accanto al granata, il classe ‘96 pone subito l’azzurro come colore di cui tingere il cuore. Dall’Under 16 all’Under 21 Parigini gioca con tutte le selezioni giovanili italiane, sintomo evidente di un talento cristallino. Pochi giorni fa, la chiamata di Ventura per lo stage di Coverciano (che oggi è entrato nel suo secondo ed ultimo giorno), altra occasione di crescita per il ragazzo di Moncalieri.

Quest’estate il ritorno a casa, al Toro. Il giovane attaccante parte con la squadra di Mihajlovic per il ritiro di Bormio e poi per quello a Worgl, in Austria. Le occasioni in amichevole ci sono, ma è chiaro fin dagli arrivi di Ljajic, Iago Falque e Boyè che lo spazio non è molto. Oltre ai due nuovi acquisti in rosa ci sono anche Martinez e Aramu, che come lui competono per un posto sulle fasce dello scacchiere di Mihajlovic. A quel punto la decisione: un nuovo prestito, questa volta in Serie A, alla ricerca di opportunità per emergere. L’11 agosto Parigini si trasferisce al Chievo e pochi giorni dopo esordisce per una manciata di minuti nel match di Coppa Italia contro l’Entella. L’esperienza in gialloblù, però, fino ad oggi non è decollata. Pochi i minuti concessigli da Rolando Maran, per un bottino di sole tre presenze in campionato e 22’ effettivi di gioco. La presenza nell’organico clivense di Meggiorini, Inglese, Pellissier e Floro Flores certamente non aiuta Parigini che comunque gode della fiducia del tecnico, ribadita anche recentemente in occasione della chiamata per lo stage.

Sabato il ritorno da avversario al “Grande Torino” per la prima sfida a chi lo ha cresciuto. In questa, più che in ogni altra occasione Parigini è a caccia di una chance, quasi sicuramente a partita in corso, per provare a meritarsi il Toro anche nel futuro.


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madde71
madde71
9 anni fa

O si,un padre nefasto,se aggiungiamo un procuratore spatusso e cretino come parretti, capiamo subito un po’di cose

Scifo68
Scifo68
9 anni fa

Purtroppo spesso e soprattutto nel calcio, talento ed intelligenza non vanno a braccetto! Se già il padre è così saccente…… peccato!

scappa76
scappa76
9 anni fa

Paloschi direi di no, è all’Atalanta… c’è Pellissier semmai. In realtà il reparto avanzato è proprio quello meno valido, con soli 13 gol all’attivo e orfano del goleador principe (Paloschi appunto). Pertanto la concorenza non sarebbe dovuta essere delle peggiori, nonostante ciò… Peccato! FVCG!!!

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