Petrachi: “Belotti non mi ha chiesto la cessione”
Ancora Petrachi a Sportitalia, su Belotti: “Andrea non mi ha chiamato per chiedermi la cessione, se il Napoli avesse parlato prima con lui non sarebbe corretto. Il tetto ingaggi è sostanzialmente di 1.5 milioni di euro, è ciò che percepiscono i top player. Se uno va dal giocatore e gli promette dei soldi in piĂą, c’è un problema, che il giocatore è del club, che deve esser contattato preliminarmente con un’offerta. A volte succede che qualcuno scorrettamente vada prima a fare un’offerta all’agente prima che al club. Ma è sbagliato e non lo dico io ma il regolamento. La valutazione di Belotti? L’anno scorso ha reso meno del previsto, ma è il mercato a dettare le regolare. Poi il nostro presidente nasce venditore, quando c’è da fare una cessione eccellente è sempre lui che scende in pista, è giusto così perchè è il presidente e la parola ultima deve essere sua”.
Calciomercato Torino, Petrachi: “Belotti felice di rimanere. Su Zaza…”
Petrachi ha continuato a parlare di Belotti: “E’ il capitano ed è partito col piede giusto, in forma smagliante. Sa che deve recuperare quel che ha lasciato per strada l’anno scorso non solo per colpa sua. Ha tutto per dimostrare che è il centravanti della Nazionale. Poi può succedere a tutti di avere offerte importanti e di fare valutazioni diverse. Si è spostato Cristiano Ronaldo, quindi… Quando un giocatore è scontento si allena male, gioca male. Il precampionato ha dimostrato che Belotti tira sempre il gruppo da capitano e poi fa spesso gol. E’ tornato l’Andrea dello scorso anno”. E su Zaza? “Non siamo sul giocatore. Ma Simone gioca nella nazionale italiana, poi è uno che ha la grinta del giocatore da Toro. In teoria credo potrebbero giocare insieme nel 3-5-2 perchè sono entrambe due punte di movimento”.
Torino, Petrachi sul calciomercato: “Abbiamo investito tanto”
Il ds Petrachi ha poi parlato del mercato in generale, in relazione alle esigenze di Mazzarri: “Certamente sto cercando di accontentare il tecnico, cercando giocatori funzionali al suo 3-5-2. Non è semplice, quando hai a che fare con una rosa così ampia, piazzare quei giocatori che non rientrano perfettamente nel discorso tecnico per prenderne degli altri. Il Toro è una societĂ che fa del bilancio il suo fiore all’occhiello: nel momento in cui vendiamo qualcuno reinvestiamo immediatamente quei soldi. Quest’anno, nonostante non abbiamo ancora venduto nessuno abbiamo giĂ investito 16 milioni che per una societĂ che fattura 70 milioni l’anno hanno un peso. Io mi auguro di poter regalare delle gioie ai tifosi del Toro. Ma le cattiverie del tipo “Il Torino non è ambizioso” non sono vere, noi abbiamo sempre cercato di migliorarci. Noi non possiamo pensare di competer con societĂ come Juventus e Roma che hanno dei fatturati abnormi rispetto al nostro, non siamo piĂą negli anni ’80, ora non c’è una ripartizione non equa delle risorse. Il miracolo Leicester nasce da una societĂ che fattura quattro volte il Toro, non è un caso”.
Calciomercato Torino, Petrachi: “I prossimi dieci giorni decisivi”
Petrachi continua a parlare della gestione societaria del Torino: “Cairo cerca di fare delle sue aziende sempre delle cose fatte bene, è un suo modus operandi. Obiettivo Europa? Noi siamo andati dietro a delle dichiarazioni fatte da Sinisa, nella stagione passata. Ma io credo che i proclami servano a poco, sono convinco che quest’anno siamo partiti nel modo giusto: a fari spenti, con voglia di lavorare e di seguire l’allenatore, che ha una mentalitĂ fortemente operaia. Poi il mercato del Torino non è finito, cercheremo di portare qualche giocatore funzionale al progetto e credo che in questi ultimi dieci giorni possano succedere cose importanti, quando anche le operazioni last minute prenderanno corpo. E quel giocatore che pensavi di non prender fino a qualche giorno fa ora lo prendi e fai il colpo. Non bisogna farsi prendere dagli isterismi”.
Torino, Petrachi su Niang: “Serve una proposta equa. E Krunic…”
Petrachi viene incalzato poi su Niang e Krunic: “Niang devo dire che ha fatto un ottimo Mondiale, ha degli estimatori. Poi conta ovviamente la volontĂ del giocatore e a quel punto si fanno valutazioni. Il ragazzo ha ripreso da poco ad allenarsi, sicuramente se avrĂ voglia di cambiare aria noi non gli precluderemo questa strada, ma ci sarĂ bisogno di proposte eque: se il Toro ha comprato Niang, allora non potrĂ prestarlo, servirĂ qualcuno che lo venga a comprare. Krunic è un giocatore che ho seguito molto quest’anno: è un centrocampista duttile che può stare benissimo nel campionato di A. Era un giocatore che avevo nel mio taccuino, ma prima di andare a prender qualcuno c’è bisogno di cedere qualche centrocampista. Obi? Può andar via, ha delle richieste così come Acquah. Anche Valdifiori lo stiamo valutando. Bisogna avere pazienza, ma credo che qualcosa alla fine riusciremo a fare”.
Petrachi: “Oggi il mercato lo fanno gli agenti”
Ancora Petrachi: “Oggi la stragrande maggioranza delle trattative le fanno gli agenti, difficilmente si viene a parlare tra direttori. Poi ovviamente noi veniamo a sapere di eventuali movimenti attorno ai nostri giocatori, come è successo per Sirigu. Però loro possono creare delle dinamiche che vanno oltre: magari c’è un giocatore che è scontento, non lo dice totalmente alla societĂ e tu ne vieni a conoscenza solo nel momento in cui il suo agente ti presenta le possibili destinazioni. Il calcio credo sia tanto cambiato, il romanticismo degli anni ’80 non esiste piĂą. Non ci si scandalizza piĂą se Bonucci passa dal Milan alla Juventus in un solo anno”.
GiĂ , anche con Barreto ci aveva visto lungo.
La mia ipotesi infatti era se 60 mln li investi bene fai uno squadrone,non certo 20 investiti e il resto nulla,sono d’accordo con Pestalozzi,ultimamente non si spendono nemmeno bene,l’ultima operazione ben fatta secondo me risale al duo Baselli Zappacosta,credo che Ventura in questo senso ci sapesse fare,lasciamo perdere il resto… Leggi il resto »
Si parla sempre piĂą di soldi e molto meno di calcio o della qualitĂ dei giocatori.
Il gioco del pallone è diventato, progressivamente, una derivata seconda di una economia parallela creata ad hoc per lucrare. Tutti ne sono felici: giocatori, procuratori e presidenti. Persino qualche ex tifoso.
Esattamente.