Dopo l’ultima sfida casalinga, torna il consueto appuntamento settimanale con Vincenzo Chiarizia e la sua rubrica Penna granata in trasferta

Calma! La conferenza stampa andata in scena nella giornata di ieri è stata un qualcosa di grottesco che nessuno avrebbe voluto vedere. Hanno fatto bene i colleghi giornalisti a mostrare il loro disappunto, se non altro per aver perso tempo che avrebbero potuto impiegare in maniera decisamente migliore. Tuttavia mi sento di predicare calma. Intanto l’aspetto positivo è che i tifosi oggi non sono come nel 2005, ingenui e pronti ad accettare chiunque si presenti sotto le mentite spoglie di salvatore. Oggi i tifosi sono pronti a fare le pulci a chiunque. Ecco perché fa tanto rumore la grottesca conferenza stampa. A parte la disorganizzazione in sé dell’evento, i giornalisti sono stati convocati inutilmente e giustamente l’hanno fatto presente. E’ vero però che un giudizio completo può essere fatto quando e se si conoscerà il progetto e l’offerta che verrà presentata al presidente Cairo. I maliziosi pensano che questa conferenza stampa sarebbe stata addirittura architettata dallo stesso presidente del Torino, per far emergere la poca serietà degli unici potenziali acquirenti. Se così fosse allora il teatrino dovrebbe proseguire con Cairo che li riceve per poi sminuire pubblicamente l’offerta pervenutagli, evidenziandone le mancanze, e rafforzando così la sua immagine come anche sostiene anche Pierluigi Marengo. Io invece penso che il fu Papa Urbano non concederà udienza, ma così facendo passerebbe un duplice messaggio: la sua già evidente volontà di non vendere e la paura di accendere eventuali riflettori sull’eventuale credibilità di chi, al momento, è certamente partito con il piede sbagliato.

“Cairo deve capire che il Toro non è come una sua azienda”

Il presidente Cairo deve capire che non può disporre il Toro come di una sua azienda. Legalmente è certo che lui sia il proprietario del Torino FC, ma nel calcio, a maggior ragione quando si parla di Toro, la squadra è della gente. E se arrivano personaggi facoltosi (non sto dicendo che questi del comitato Taurinorum lo siano perché ancora non sappiamo chi sono), il presidente deve passare la mano. Come fece Giovannone per Cairo, lui è tenuto a farlo per eventuali compratori con maggior disponibilità economica. E mi auguro che abbia il buon gusto di non sparare un prezzo da estorsore.

Per cui resto molto curioso sugli sviluppi di questa vicenda. Il mio personale invito ai tifosi è di essere vigili, severi e pazienti. Vigili perché bisogna evitare di capitare nelle fauci di un altro presidente Cairo, il vero danno della storia granata dal 2005, severi perché non può essere perdonato nulla a chi si presenterà, in particolar modo non possono essere tollerati a cuor leggero eventuali legami con la famiglia Agnelli o un progetto che si limita a voler “stare nella parte sinistra della classifica”. Pazienti, perché purtroppo non sarà un processo rapido per cui bisogna avere il sangue freddo. Qualcosa comunque si sta muovendo ed il presidente non potrà far finta di niente. O meglio, potrà farlo, ma poi dovrà assumersene (per la prima volta) la responsabilità.

“Se non c’è una pianificazione è tutto inutile”

Passando al calcio giocato, la partita di ieri è stata l’ennesima dimostrazione, di cosa è stato capace di mettere su Urbano Cairo. I suoi adepti parlano dell’elevato monte ingaggi, come se esistesse l’equazione “più paghi i calciatori = più ti rendono”. Purtroppo il calcio è un’alchimia di fattori che portano i risultati. I suoi adepti si rifiutano di capire, o fanno finta anche loro di non capirlo, che la scelta di non cedere i big in estate, non è stata dettata da chissà quale strategia (gli undici “no”? che pena!), semplicemente non avendo un direttore sportivo, chi gli avrebbe curato le cessioni e i successivi investimenti? E il non aver operato sui mercati esteri, come ve lo spiegate? Ecco dunque che puoi avere anche il monte ingaggi più alto della Serie A, ma se non c’è una pianificazione, è tutto inutile.

Moreno Longo l’ho sempre protetto sulle responsabilità di questa annata balorda e continuo a ripetere che lui non ha colpe e che è riuscito a centrare l’obiettivo richiesto, cosa che non era affatto scontata. Ho personalmente criticato il tecnico ex Primavera soltanto per l’utilizzo di Belotti da esterno sinistro, checché lui ne dica. Ha fatto il record di reti consecutive sotto la sua guida? Vero, ma da dopo il lockdown Belotti ha segnato, giovando della posizione decentrata voluta da Longo, solo contro l’Udinese, finalizzando il contropiede su assist di Edera. A Cagliari ha segnato di destro al volo su azione di calcio d’angolo per cui non c’entra nulla lo schieramento in campo, così come a Milano contro l’Inter in cui ha sfruttato l’errore di Handanovic. In casa contro la Lazio e nel derby allo Stadium è andato a segno dal dischetto, mentre in posizione da centravanti è andato a segno contro il Brescia, scaraventando di testa il tiro smorzato di Verdi e in casa contro il Genoa in cui nel finale è partito palla al piede dal cerchio di centrocampo, siglando la rete del 3 a 0. Dunque è l’esterno sinistro il ruolo a lui congeniale? Secondo me, no. Su Millico non mi esprimo, non sapendo cosa abbia fatto per meritare l’esclusione ieri sera, non riesco a valutare la decisione del mister di non convocarlo. E’ però mai possibile che ogni qual volta che si presenta l’occasione di poterlo far partire magari dall’inizio, per un motivo o per un altro lui non gioca? Prima gli infortuni, poi la condizione fisica, poi l’inesperienza, fatto sta che a due giornate dal termine con una salvezza ormai in tasca, trovo assurdo che non si dia spazio ai giovani. Sembra quasi che non lo si voglia far giocare per questioni extra calcistiche. Vista soprattutto la resa dei giocatori più esperti nell’arco del campionato, nel match contro la Roma avrei approfittato di dare spazio proprio a coloro che non hanno avuto molto spazio.

Longo merita la conferma

Almeno Longo ci ha fatto di vedere Singo che sembra avere ampi margini di miglioramento. Su una eventuale conferma del mister, penso che Longo la meriti per come ha gestito la squadra in una situazione disastrosa, ma personalmente, non apprezzando l’utilizzo del Gallo, preferirei un tecnico che tenga Belotti lì davanti a finalizzare, esattamente come fu con Mihajlovic. Certo, se il Gallo dovesse andare via questo problema non ci porrebbe.

Oggi il Torino è questo, sempre agonizzante nelle mani di Cairo, con la ventesima sconfitta stagionale sul groppone e con il Grande Torino ormai terra di conquista (otto sconfitte). Quello che noi tifosi possiamo fare è lottare con tutte le nostre forze per un altro Toro, una squadra che finalmente ci restituisca l’orgoglio per il senso di appartenenza.

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ultimo aggiornamento: 30-07-2020