Il centrocampista inglese non ha ancora indossato la fascia da titolare, ma ha già conquistato l’ambiente granata
Tra i volti nuovi del Torino, Tino Anjorin è uno dei giocatori più attesi. Arrivato nella sessione di mercato appena terminata, con l’obiettivo di diventare un titolare stabile nello scacchiere di Marco Baroni, finora non ha ancora avuto l’occasione di partire dal 1’.
Verso la titolarità
La condizione fisica non è ancora ottimale e lo staff tecnico sta scegliendo di gestirne i minuti con cautela, dosandolo nelle rotazioni per accompagnarne gradualmente l’inserimento. L’ultima partita, contro la Fiorentina, lo ha visto addirittura restare in panchina, segnale che il percorso verso la titolarità richiederà ancora pazienza.
La dirigenza granata sa bene che il potenziale dell’inglese può fare la differenza. Per questo motivo Baroni non ha alcuna fretta di bruciare le tappe, consapevole che un giocatore del genere può diventare decisivo solo se riportato gradualmente alla miglior forma.
Anjorin: “L’ambiente granata è straordinario”
Intanto Anjorin, nelle sue prime settimane in Italia, ha già mostrato di essersi calato nel nuovo ambiente. “La mia impressione di Torino è che la città sia fantastica, molto bella. Lo stadio è incredibile, la storia del club è straordinaria e le persone sono accoglienti e gentili, mi aiutano a sentirmi a mio agio”, ha raccontato tramite un’intervista ai canali ufficiali del club granata.
Il centrocampista ha poi sottolineato la differenza tra il calcio inglese e quello italiano: “La Premier è più altalenante e veloce, la Serie A invece è più tattica, devi saper aspettare il momento giusto per attaccare”. Un’analisi lucida che testimonia quanto stia già assimilando la nuova realtà. Ora il Toro e i tifosi attendono solo il passo successivo: vederlo finalmente titolare.

Acquisto senza senso
Sì però questo è un bravo ragazzo, non parla male. E’ sfortunato, è venuto nella valle cairota. E’ un anno segnato, ragazzi, non si salverà nessuno!
Perché Baroni lo scelga basta che dimostri di saper fare due passaggi di fila. Ma quando sarebbe diventato nostro beniamino?
hahaha