Gleison Bremer stupisce all’esordio in Europa League con il Torino: ad Alessandria, contro il Debrecen, il brasiliano è stato tra i migliori

Tra il Nizza – proprio al “Moccagatta” – e il Liverpool ad Anfield qualcosa del miglior Bremer si era già intravisto un anno fa o poco di più. Poi man mano la luce si era affievolita, in campionato erano arrivate panchine in serie e quella che in estate era stata una fiamma promettente sembrava essersi tramutata troppo presto in un cumulo di cenere. Altra illusione. Perché, di nuovo ad Alessandria, il brasiliano ha dimostrato che la strada, quando hai ventun anni e ti catapulti in una nuova realtà, facile non è ma non può nemmeno dirsi impercorribile alle prime asperità. Il frutto del lavoro lungo una stagione si era visto dapprima a Bormio, poi in campo contro gli ungheresi del Debrecen, alla prima sua e del Toro di Mazzarri in Europa League.

Bremer, in Torino-Debrecen 3-0 grande prestazione

E’ vero, i pericoli più grandi alla fine si son rivelati essere gli sciami di zanzare solo parzialmente respingibili con lo spray di cui la panchina granata era ben dotata: l’attacco ungherese ha fatto paura più con lo scattante Zsori nel primo tempo che con il colosso Garba, sebbene nella ripresa la fase difensiva granata fosse più allentata causa stanchezza.

E il buon Bremer ha retto nell’uno e nell’altro caso, ma non solo. Di lui ha convinto pure l’intraprendenza. Preciso in marcatura, prestante atleticamente e anche sicuro nel palleggio. A ciò si aggiungano anche, in elenco: il filtrante col contagiri per Ansaldi – soluzione che spesso ha provato nel corso della partita – in occasione del 2-0 e la spizzata decisiva per il 3-0 di Zaza. Il mix è positivo e di buon auspicio.

La mano di Mazzarri e le prospettive nel Torino

Lo ha riconosciuto anche lui, su Instagram come in zona mista: meglio di così davvero non si poteva iniziare. Eppure l’umiltà resta la base etica su cui costruire anche i momenti di maggior successo: “Ho imparato molto con Mazzarri, è un tecnico che aiuta tanto”. Meriti anche a WM, dunque. Che ha rilanciato il centrale nel ruolo che fu di Moretti, che è stato e potrebbe essere di Djidji, ma che è conteso anche da Lyanco (con Bonifazi, a questo punto, sempre più lontano).

C’è affollamento e, dal lato di Bremer, anche uno slancio notevole per la nuova stagione. Il Toro spera sarà tinta d’Europa, il classe ’97 che sia più verde campo che freddo panchina. Viste le premesse, l’illusione di luglio potrebbe essere concreta questa volta.

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ultimo aggiornamento: 26-07-2019


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mas63simo
4 anni fa

Io purtroppo mi ricordo la mancata posizione sul colpo di testa di Ronaldo nel derby , il gol mangiato nei primi minuti e il disimpegno leggero a fine partita quindi direi di riparlarne dopo una decina di partite serie ,anche se ho l impressione che sia un po la caratteristica… Leggi il resto »

bonekamp
bonekamp
4 anni fa

Ma la cappella in uscita nell’ultima azione che tra un po’ ci costa un gol l’ho vista solo io?

GD ( 0.3ini : i migliori alleati di Cairo)
Reply to  bonekamp

ha sbagliato il èpassaggio. a fine partita e forse mezzo cotto. ma il resto lo ha fatto bene. compreso in avanti. non è un fuoriclasse, ma nemmeno uno scarso. ed è molto giovane. per me può darci soddisfazioni. e da quel che dice mazzarri è ragazzo con volontà e affidabile

Giankjc (più Toro e meno guinzagli&collari)
Reply to  bonekamp

E il gol divorato che è sembrato goffo come un pinguino? E il rinvio sbilenco del primo tempo? Contro nessuno.

Cup
Cup
4 anni fa

È piuttosto bravo: Verissimo!

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