Il portiere granata: “Torino è stato una buona scelta per me, mi stimolava l’idea di giocare in Serie A. Guardiola? Non penso a fargli cambiare idea”.
A Torino Hart si sta ambientando bene, è sereno e soprattutto convinto di poter fare bene con la sua nuova maglia. Così appare il portiere granata dalle dichiarazioni rilasciate all’Observer: “Il calcio è un gioco di opinioni: qualcuno crede che sia bravo, qualcun altro pensa che io sia inutile. Ho dovuto pensare a me stesso. Molti parlano, ma io ho dovuto pensare a me stesso. Al City avevo una situazione in cui non avrei giocato, quindi ho dovuto guardare altrove, un posto dove qualcuno pensava sarei potuto essere d’aiuto. Non si tratta di decisioni coraggiose o meno. Sarò onesto, non avevo 25 proposte sul tavolo, non avevo molto tempo, ma il Torino è stato una buona scelta per me, mi stimolava l’idea di giocare in Serie A. Mihajlovic ha messo in chiaro che mi voleva davvero per giocare nella sua squadra, e questo per me era abbastanza. È stata una buona decisione, a prescindere da come andrà la stagione. Ma sono grato di questa occasione. Ora sono al Toro, con grande impegno verso la società e verso la stagione, ci sto mettendo tutto me stesso. Non so se al City mi osservino, al momento la mia attenzione è sulla squadra granata. Non sono realmente interessato nel cambiare l’opinione di Guardiola, non posso piacere a tutti, è una cosa che ho imparato praticamente subito. Per quanto uno si sforzi di apparire alla grande agli occhi tutti, non potrà mai uscire vincitore”.
E Hart ha le idee chiarissime sulla stagione del Toro: “Veniamo da grandi risultati, come quelli con Roma e Fiorentina, senza dimenticare la trasferta di Pescara, pareggiata 0-0 in undici contro nove. Non è stata una grande notizia per nessuno, ma lo è stata per noi. Ne avevamo bisogno. Quest’anno sono arrivati molti nuovi giocatori – me incluso – e un nuovo tecnico, per cui ci vorrà tempo prima di essere al meglio, ma qui siamo uniti e compatti. Mi piace. La mia situazione? Devo migliorare ogni momento perché sto ancora imparando. Adoro cercare il miglioramento, che giochi in Sunday League o in Serie A. Per la lingua, già al City, visti i tanti stranieri, non potevo parlare il mio inglese naturale, quindi la comunicazione è un aspetto su cui ho sempre lavorato. Ora sono in Italia, è diverso, ma tutti apprezzano il mio sforzo”.
E in chiusura non poteva mancare un riferimento anche alla Nazionale Inglese con cui ieri Hart ha battuto agevolmente la Nazionale di Malta: “Il mio posto è sempre stato in discussione. Dobbiamo creare un’identità di squadra, per capire le cose buone e meno buone che facciamo”.
Questo è uno “da” Toro. Vediamo di farlo diventare anche uno “del” Toro. Se poi, come dice Beretta nell’intervista che c’è su Tuttospoet di oggi, Cairo ha quel Toro in testa…..
I congiuntivi non si salvano più nemmeno nei titoli.
Certamente chi ce lo ha consigliato ha anche … consigliato il Toro a lui. E’ evidente che si stiano facendo cose buone, e giocare in una squadra in ascesa dà sempre una buona visibilità…