Il lungo inverno di Ljajic: ora il Torino è tutto da ritrovare

Ancora uno stop: Ljajic, che già sarebbe finito in panchina contro l’Udinese, rischia di non essere convocato. Sembra sempre più ai margini, e silenzioso: Mazzarri deve riscuoterlo, per non perderlo del tutto

Adem Ljajic sta vivendo una stagione a due volti, nel Torino. Da titolare inamovibile a riserva di lusso, ma pur sempre riserva, è bastato pochissimo: un esonero, affinché cambiasse tutto. Per Sinisa Mihajlovic, infatti, il numero 10 era quasi un intoccabile: solo nell’ultimo mese da allenatore granata c’è stato qualche attrito di troppo, condito da un infortunio che ha portato l’ex Inter a vedere spesso i compagni giocare, dalla tribuna. Con l’arrivo di Mazzarri, poi, tutto si è ribaltato: l’infortunio ormai alle spalle non ha favorito il rientro del giocatore, che ha accumulato, in silenzio, alcune panchine di per sé molto rumorose. E ora, un nuovo stop, una lombalgia, e la possibilità di una nuova esclusione dalla lista dei convocati contro l’Udinese.

Al periodo non facile dal punto di vista prettamente tecnico, si aggiungono queste problematiche fisiche che, certamente, non aiutano a migliorare il rapporto con l’allenatore del Toro. O meglio, la sua considerazione. Mazzarri ha già dimostrato con i fatti di voler intraprendere una strada particolare, che di Ljajic tiene poco conto. Ma ora, come uscirne? Posto che un addio in estate sembra, a oggi, la soluzione più probabile, restano sei mesi utili non solo a mettersi in mostra a livello strettamente personale, ma anche a risollevare il Torino e provare a contribuire a quella rincorsa all’Europa League che è tutto fuorché conclusa. Ljajic, sempre meno al centro del nuovo progetto granata, deve trovare la forza di risollevarsi. Aiutato da Mazzarri, certo; ma anche da solo. La storia, in questo momento, sembra quella di un predivorzio, più che di un divorzio annunciato. Ma la storia può ancora cambiare. Anche se la sfortuna si mette di mezzo.