Sirigu intervistato da France Football parla a 360° della sua carriera, dei momenti vissuti in Francia e dello spirito del Torino e dei tifosi
E’ un Sirigu a ruota libero quello che ha rilasciato alla rivista sportiva francese France Football un’intervista dove ha toccato diversi punti chiave che riguardano la sua carriera, il rapporto con il calcio francese e il PSG in modo particolare, ma soprattutto la sua esperienza in maglia granata e lo spirito del Toro: “Nei primi tempi, amici e parenti che mi venivano a trovare dicevano: “Incredibile che nella città della squadra italiana più titolata non si trovino tifosi juventini, ma granata ad ogni angolo!”. A Torino, i riferimenti al Toro sono permanenti. Tutti parlano dei giocatori e degli allenatori che hanno fatto la storia. Vi assicuro che lo spirito Toro è tutto meno che un concetto astratto!”.
Sirigu: “Vestire questa maglia è qualcosa di particolare”
Il portierone della Nazionale italiana e del Torino celebra i colori granata con questa lunga intervista e mette in evidenza i posti chiave del mondo Toro, come il Filadelfia, e quello che trasmettono: “Si sente chiaramente che vestire questa maglia ha qualcosa di particolare, un po’ come se la storia di questo club ti entrasse nella pelle. Ma non mi pesa anzi: sono onorato di giocare nel Torino. Per quello che rappresenta in Italia, per quella mitica squadra del 1949, per i grandi giocatori che ci sono passati . Una squadra che, piano piano, è riuscita a guadagnare i piani nobili della A”.
Dopo le stagioni a Parigi Sirigu ha subito un calo nelle prestazioni personali anche per le poche presenze in campo, con il Torino si è rilanciato: “Non bisogna drammatizzare: credo che nella carriera di un calciatore, come in quella di qualsiasi sportivo, sia normale avere degli alti e dei bassi. È come affronti le cose che importa. È facile impegnarsi a fondo quando va tutto bene, ma bisogna essere combattivo e determinato in tutte le circostanze: è l’unico modo per superare le difficoltà del mestiere. La costanza nel lavoro quotidiano è il miglior modo di affrontare i momenti difficili”.
Al Torino una seconda gioventù da scrivere ancora
Il Torino ha ridato a Sirigu un rilancio che adesso lo proietta in una seconda maturità della sua carriera da portiere, ecco cosa ne pensa: “Diciamo che a trentadue anni mi considero anche come un portiere giovane, che ha tanto da dare. L’età è relativa in questo ruolo. Certo, ho già vissuto tante situazioni che mi hanno arricchito, ho fatto molte esperienze e e ho accumulato un certo bagaglio. Conosco il mio valore e questo mi dà sicurezza nell’affrontare le partite, nel gestire le situazioni complicate durante il week-end”. Voglia e grinta e preparazione nei minimi particolari: “Ho sempre avuto questo entusiasmo. Oggi forse appare sotto una luce diversa. Questa voglia folle di migliorare e di vincere è cresciuta soprattutto perché ho capito che nessuno può farti tornare al passato, Per continuare a vivere grandi momenti, devi stare ad un certo livello, andare a mille all’ora. Senza girarsi indietro, senza rimpianti e senza lamentarsi“.
Sirigu dopo Parigi e il dubbio su lasciare o no il calcio
Non è stato un periodo facile quello di Salvatore Sirigu subito dopo il PSG: le voci attorno ad un suo possibile addio anticipato al calcio e la poca presenza in campo non hanno fatto altro che aumentare i pensieri, ma esclude di aver mai pensato di mollare: “Assolutamente no. Ho conosciuto periodi difficili, ma è stata la voglia di schiacciare sul pulsante reset che mi ha guidato. Molti si sono concentrati sul mio ultimo periodo turbolento a Parigi, io non ci ho mai dato grande peso. Non era una situazione facile, soprattutto durante la settimana, visto che in partita sei sempre concentrato al 100% a vincere. Certo, sapevo che dopo essere stato sempre titolare, non era un bel modo di finire. Ma vedo che anche che nella mia ultima stagione a Parigi ho giocato quattoridici partite ufficiali, vinto la Coppa di Francia e la Coppa di Lega, e non ho preso gol nei tre match di Ligue 1. Ho fatto sempre buone prestazioni e stavo meglio che in altre annate. Con il PSG è finita in una maniera complicata, ma voglio soprattutto vedere il bello. Senza dimenticare l’ultima partita: finale di Coppa di Francia contro il Marsiglia! Cosa puoi sperare di meglio come conclusione che vincere quella partita?”.
Migliore portiere italiano di sicuro, con un n.1 “nella media”, al suo posto, sarebbero arrivati a centro classifica. Meriterebbe altro ingaggio e squadra alla sua altezza.
Anche quest’anno ha già regalato 2 p.ti. alla cairese.
Portiere fantastico, mi è sempre piaciuto dai tempi del Palermo, quando arrivò da noi ero contentissimo visto che sapevo si sarebbe dimostrato più che dignitoso,. Ad oggi secondo me è molto più quello che ci da che quello che prende… Migliorbportiere italiano di questo decennio Altro che i vari buffon,… Leggi il resto »
Ah è vero, le prefiche sotto le cose belle, come sotto le vittorie, non scrivono