Zaza, l’affare di Petrachi per il futuro che complica il presente del Toro

In estate la società ha colto al volo l’occasione di portare a Torino Zaza, complicando i piani di Mazzarri, che vede la punta come alter ego di Belotti

Simone Zaza smentirà tutti, forse. Anche se al momento, a tre mesi dal suo arrivo, i dubbi legati all’acquisto dell’attaccante restano. Un gol che sembrava avergli aperto la strada verso la decisiva affermazione, quello al Chievo Verona, un gol decisivo per il Toro e per la vittoria dei granata. Ad oggi è rimasto un lampo nel buio, perché Zaza da quel momento anziché lottare per emergere è scivolato sempre più giù nelle gerarchie. Dando ragione al momento alla scelta di Mazzarri di non schierarlo titolare con Belotti, specialmente con Falque a completa disposizione. Un acquisto che si può spiegare solo immaginando che il Toro abbia voluto cogliere un’occasione last minute, nulla più. E che magari abbia fatto questa scelta immaginando di dover sostituire, il prossimo giugno, un attaccante. Per esempio Belotti.

Zaza, al Torino la lunga rincorsa al posto da titolare

Non si spiegherebbe altrimenti la decisione della dirigenza granata di andare a pescare a poche ore dalla chiusura dal mercato estivo un giocatore come Zaza. I dubbi espressi apertamente da Mazzarri sulla convivenza della punta con il Gallo saranno stati allo stesso modo – impossibile pensare che non sia stato preso in considerazione il pensiero dell’allenatore – esposti al direttore sportivo Petrachi e al presidente Cairo.

La scelta di procedere comunque, nonostante i dubbi del tecnico  – che però sta studiano un modo per far convivere gli attaccanti senza rinunciare a Falque – va verso una sola direzione, quella di un affare colto e portato a termine per il futuro. E il presente? A Zaza dimostrare di non voler perdere una stagione intera, al tecnico la scelta di porre rimedio ad una situazione che alla lunga potrebbe solo danneggiare il Toro.