Toro, i fischi li meriti tutti: ora basta cali di tensione

Dalle stella di Marassi al tonfo del Grande Torino: i granata perdono la sfida contro il Parma come pure l’occasione per fare il salto di qualità

La verità è che il Toro la partita col Parma non l’ha mai provata a vincere. Non si spiegherebbe la veemenza, la cattiveria, la grinta e la qualità che solo una settimana fa aveva permesso alla squadra (la stessa di ieri, meno Meité) di sbancare Marassi. Non si tratta solo di aver sbagliato tutto e di aver meritato di perdere, come Mazzarri ha sottolineato. Si tratta di non aver avuto voglia di fare di più. Timidi e brutti nel primo tempo, confusionari al massimo nella ripresa, fischiati a gara conclusa: non basta tenere il pallone più degli avversari per poter dire di averci provato. Non basta più a questo punto della stagione, quasi un terzo di partite sulle spalle, una squadra collaudata, giocatori d’esperienza in ogni zona del campo.

Non è più timidezza dei giovani: quali giovani? Izzo che ha più di cento partite in A? Nkoulou che ne ha altrettante in Nazionale e il doppio tra i professionisti? De Silvestri? Rincon? Baselli? Belotti e Falque? No, l’esperienza non c’entra più, o nessuno ricorderebbe i pochi minuti in campo di Parigini. Un giovane che in quanto ad impatto sulla gara e a cattiveria può fare scuola ai compagni. Non reggono più le scuse quando si parla di calciatori che da anni giocano tra i professionisti. Non reggono se la stessa squadra ha mostrato di poter fare il bello e il cattivo tempo, mostrando di essere ormai compatta e amalgamata. Questione di motivazioni? Non era abbastanza importante poter raggiungere almeno per una notte il sesto posto, approfittare del pareggio della Fiorentina?

Nemmeno l’autocritica può più bastare: è ormai fine a se stessa, non fa vincere le partite, non risponde agli interrogativi. Servono piuttosto scelte coraggiose, per il bene del Toro.